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Politica
Editoria, Conte: "I giornalisti devono essere liberi"
Giornali

Conte apre gli Stati Generali dell'Editoria: "Nel campo dell'editoria c'e' la "necessita' di una riflessione comune. Compete al governo esprimere un indirizzo politico e cercare di impostare una riforma" di un "settore delicato per il buon funzionamento della nostra democrazia. "Sara' un percorso inclusivo", ha garantito. "Il metodo sara' quello di conoscere la materia e di raccogliere le istanze" perchè non c'e' nulla di peggio di rinchiudersi da qualche parte e pensare a una riforma senza considerare le esigenze del settore", ha affermato. "Molteplici saranno le aree interessate dalla riflessione complessiva - ha quindi sottolineato il premier - dalla tutela delle fonti all'equo compenso, al tema delle querele pretestuose". Altro punto di riflessione riguardera' il ruolo dei giornalisti che "devono essere liberi".

"Con gli Stati generali dell'editoria "Vogliamo raggiungere l'obiettivo di avere un sistema dell'informazione e dell'editoria nuovo, efficiente, equo e libero. Non vogliamo stravolgere alcunche' ma migliorare il sistema con il vostro aiuto. A settembre - prosegue - il governo presentera' i disegni di legge sulla riforma del settore dell'editoria. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, illustrando alla giornata inaugurale degli Stati generali dell'editoria le tappe del percorso. Dopo il primo appuntamento di oggi, ha spiegato, a luglio verranno presentate le sintesi delle proposte e a settembre "i testi di legge che potremo considerare definitivi della posizione del governo".

Crimi ieri aveva spianato la strada. "Domani e' un giorno importante: prendono il via gli 'Stati Generali dell'Informazione e dell'Editoria'. Un percorso che ci condurra' ad una riforma strutturale del settore, oramai necessaria e non piu' rinviabile. Un percorso che vedra' la partecipazione di tutti gli attori e le categorie del settore, chiamati a contribuire con idee, suggerimenti e proposte. Un settore in cui negli ultimi 15 anni sono stati versati 4 miliardi di contributi pubblici ma qualcosa non ha funzionato". "In tanti, negli anni passati - scrive Crimi -, avevano manifestato l'esigenza di riformare il settore, ma alle parole non si era mai dato seguito con i fatti. E' la prima volta che nel nostro Paese viene avviato un percorso come questo. E' un'occasione importante, da non perdere. Confido nella collaborazione di tutti, da parte mia c'e' la massima disponibilita' ed apertura".

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