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Politica
Elezioni 2018: a Lecce e Avezzano è “anatra zoppa”, cambiano gli equilibri

LECCE - Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar, dopo una lunghissima attesa: Lecce e Avezzano hanno i sindaci in minoranza. Nel Salento mutano gli equilibri politici e il centrosinistra torna a non avere i consiglieri sufficienti per andare avanti. Carlo Salvemini, dunque, è un sindaco senza maggioranza. L'anatra è zoppa, come aveva avvertito l'avvocato Gianluigi Pellegrino, il giorno dopo le elezioni, nell'intervista che  pubblicammo in esclusiva. In quell'occasione il noto avvocato suggerì al neo-sindaco di trovare una soluzione politica, perché la legge parlava chiaro. La legge, infatti, è chiarissima: primo e secondo turno non sono cumulabili al fine di attribuire il premio di maggioranza. Ora sarà nominato il commissario ad acta che si occuperà di reintegrare i "consiglieri congelati". Si aprono nuovi scenari politici, ma non sarà possibile andare al voto in primavera. Alessandro Delli Noci propende per la soluzione politica (dialogo con gli uomini di Marti e altro), ma Carlo Salvemini non ci sta a scendere troppo a compromessi e vorrebbe lasciare.

In gergo politico, l'espressione "anatra zoppa" (lame duck), che nasce negli Stati Uniti, indica un eletto a una carica istituzionale che non è in grado di esercitare la sua carica politica: in Italia, abbiamo preso in prestito questa definizione per inquadrare tutte quelle situazioni che si stanno verificando in alcuni Comuni in cui il sindaco è in minoranza a causa del doppio turno e del voto disgiunto. Il centrodestra temeva solo il rinvio della questione alla Corte Costituzionale, come avrebbe voluto il centrosinistra. I “consiglieri congelati” Angelo TONDO, Attilio MONOSI, Giorgio PALA, Laura CALO’ e Federica de BENEDETTO saranno reintegrati. Il Ministero aveva ragione a considerarli eletti. Nel centrosinistra Silvano VITALE, Giovanni CASTORO, Roberta DE DONNO, Maria Paola LEUCCI ed Ernesto MOLA, rappresentati e difesi dagli avvocati Massimo Luciani e Federico Massa, dovranno fare le valigie.

LE SENTENZE DEL TAR E DEL CONSIGLIO DI STATO

La sentenza accoglie integralmente i motivi di ricorso rilevando in prima battuta il dato letterale della norma, condividendo il principio di diritto invocato dall’avvocato Pietro Quinto sulla base dell’art. 12 delle disposizioni delle preleggi secondo cui in claris non fit interpretatio. La formulazione del decimo comma dell’art. 73 del Testo Unico sugli enti locali non si presta ad interpretazioni alternative (“Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al secondo turno, alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50 per cento dei voti validi” - recita l’articolo). In questo senso la sentenza di Pasca rileva che ulteriore motivo di illegittimità della determinazione dell’ufficio elettorale consiste “oltre che nell’eccesso di motivazione (trattandosi di attività vincolata nell’an, nel quid e nel quando), nel travisamento in diritto delle pronunce della giurisprudenza amministrativa dalle quali si è dichiaratamente supportati”.

IL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO CHE CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA

L“anatra zoppa” leccese fu guarita come per miracolo dalla Commissione elettorale guidata dal Alcide Maritati fece, smentendo i dati del Ministero, attraverso un’interpretazione “estensiva” della legge. Nelle scorse elezioni comunali il centrodestra si spaccò: Alessandro Delli Noci decise di correre da solo. Ciononostante, la coalizione, dopo molti screzi, trovò un’unità finta sul nome di Mauro Giliberti. In realtà, più di qualcuno tese la trappola al candidato sindaco scelto da Fitto e Perrone in un incontro riservato con i forzisti. Il risultato fu disastroso: le liste vinsero al primo turno superando il 50 per cento, ma i “franchi tiratori delle comunali” fecero lo scherzo di far rimanere sotto quella percentuale il loro stesso candidato sindaco. Al secondo turno, grazie anche  all’aiuto del disimpegno di chi era uscito fuori gioco nel centrodestra e alla voglia, che aleggiava tra gli alleati, di punire Paolo Perrone per la mal gestione della crisi di coalizione e per una serie di altri veleni, Carlo Salvemini è riuscito a scatenare gli entusiasmi di un numero importante di elettori, sconfiggendo nettamente l’avversario.

LE PRIME REAZIONI

«Il Consiglio di Stato, respingendo gli appelli, conferma la sentenza del Tar, che si era basato sui numeri e non sulle interpretazioni personali, ristabilisce la democrazia e nomina il commissario per la sostituzione dei consiglieri: a Lecce è “anatra zoppa”. – Afferma Paolo Pagliaro, dell’Ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italia - Una decisione importante e giusta; siamo contenti che le scelte degli elettori siano state rispettate. Auguriamo buon lavoro alla nostra Federica De Benedetto e a tutti i consiglieri che potranno dare voce, seppur con un po’ di ritardo, ai cittadini che hanno creduto in loro e nel progetto del centrodestra».

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