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Elezioni 2018, Bisignani: "La scheda del voto è a favore del M5s"

LA LETTERA DI LUIGI BISIGNANI A "IL TEMPO" SULLE ELEZIONI 2018

Caro direttore, è allarme al Viminale: le schede elettorali per la consultazione del 4 marzo sono di difficile comprensione. L’allerta è scattata dopo che dei fac-simile sono stati appositamente utilizzati per sondare la chiarezza del testo lungo e stretto Molti, contrariamente alle modalità previste dalla legge, hanno votato un nome ma poi hanno scelto un partito che ne sostiene un altro, soprattutto relativamente alle coalizioni di centrodestra e sinistra dove compaiono più simboli di partiti e una serie di nomi di candidati. Il problema è stato posto al Ministro Minniti e stupisce che la Presidenza del Consiglio non sia ancora intervenuta, come in passato, con uno spot che spieghi la nullità del voto disgiunto.

L’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli esperti del Ministero dell’Interno, per evitare una valanga di schede nulle, è una informativa da mandare a tutti i Presidenti delle sezioni che così potranno seguire la stessa linea interpretativa sul posizionamento corretto delle croci tra simboli e candidati. Salvo ricorsi successivi, infatti, sono proprio i Presidenti dei seggi ad avere la parola definitiva. A questa difficoltà si aggiunge il disorientamento che c’è nell’elettorato, con il rischio che una percentuale bassa di votanti, sotto il 60 per cento, favorisca partiti come il Movimento 5 Stelle, che per di più compare da solo nella scheda. A differenza delle altre elezioni, queste sono anche caratterizzate dal voto «contro».

A sinistra, per esempio, si registra un fenomeno nuovo tra gli iscritti al Pd: votare le liste di Bersani o della Bonino pur di danneggiare Renzi. Molti scelgono M5stelle per sfasciare il sistema, non perché si sentono grillini. Nel centrodestra sono iniziati già i posizionamenti del dopo Berlusconi con un asse pro Salvini, portato avanti da personaggi come Ghedini, Toti e Romani, e un altro più romano-Quirinal-centrico della coppia Tajani-Frattini. E il tentativo di raccogliere i cattolici attorno alla quarta gamba, in funzione anti Lega, è stato sabotato dalla distribuzione dei collegi sicuri, proprio dal gruppetto nordista. A tutti, Meloni compresa, va ricordato che se si tornerà, come probabile, a votare solo per la Camera, tra un anno assieme alle europee, il Cavaliere sarà sempre in campo. Grillo e Renzi in panchina.

di Luigi Bisignani

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elezioni 2018m5sbisignani





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