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Politica
Elezioni 2018, CasaPound nel mirino degli antifascisti: "Staniamo Di Stefano"
Mauro Antonini, candidato presidente della Regione Lazio per CasaPound e Simone Di Stefano, candidato premier per CPI - Foto Antonio Mele

Elezioni 2018 sempre più infuocate. CasaPound nel mirino degli antifascisti lo era fin dalla sua fondazione, ma negli ultimi giorni prima delle elezioni del 4 marzo, la tensione è sempre più palpabile.

Dopo le dichiarazioni di Laura Boldrini, che ha auspicato lo scioglimento i tutti i "gruppi neofascisti", gli animi degli "antifa" più sfegatati si sono esacerbati ulteriormente, e sono aumentate le manifestazioni più o meno estreme.

A Piacenza, qualche giorno fa, con il pestaggio dei carabinieri da parte di gruppi dei centri sociali per l'apertura di una sede di Cpi, quindi le proteste a Napoli contro la presenza di Di Stefano nel capoluogo campano, e da ultimo la comparsa di un volantino piuttosto esplicito che recita "Staniamo Di Stefano" e "Accogliamolo come merita" in vista di un tour del segretario nazionale di CasaPound a Torino.

Mentre la Tartaruga Frecciata fa campagna in tutta Italia per sostenere la necessità del voto a CasaPound quale autentica preferenza della Destra antisistema (a differenza di quello per il centrodestra che "ha tradito", e di quello per il m5s, che ha mutato completamente la sua posizione sull'euro e sull'Europa) e i suoi esponenti, uno su tutti il vicepresidente di Cpi e candidato alla Camera dei Deputati a Milano Marco Clemente, cercano di convincere gli elettori a dimenticare la questione del "voto utile" alla compagine Berlusconi-Salvini-Meloni per dare fiducia a CasaPound, ecco rispuntare le atmosfere degli anni Settanta, culiminate nell'aggressione al segretario palermitano di Forza Nuova Massimiliano Ursino.

Malgrado CasaPound e Forza Nuova siano nemici storici, vertici, militanti e simpatizzanti di Cpi hanno espresso immediata e sincera solidarietà a Ursino, guardando tuttavia con occhi più preoccupati il volantino di cui sopra. Il vicepresidente Andrea Antonini ha fatto sapere tramite facebook che "chi tocca Simone avrà una comunità nazionale pronta a difenderlo", ma nei commenti sulle bacheche della suddetta comunità si moltiplicano gli inviti a mantenere il controllo, a non rispondere alle provocazioni e a non offrire il fianco a chi fa di tutto per istigare la reazione.

Certo è che, dopo l'aggressione selvaggia a Massimiliano Ursino e il pestaggio del carabiniere a Piacenza, il clima è incandescente e il dilagare di frasi sui social network, specie nella galassia "antifa", secondo cui i fascisti vanno ricacciati nelle fogne, appesi a testa in giù, perché il fascista buono è quello morto, risultano a maggior ragione più inquietanti. 

Intanto, mentre Simone Di Stefano continua a girare l'Italia per presentare il programma di CasaPound, i sondaggi clandestini sembrano confermare il trend in crescita, e le Istituzioni sembrano sempre più vicine... cosa succederà se Cpi dovesse entrare in Parlamento e nei consigli regionali del Lazio e della Lombardia? Gli occhi di tutta Europa (come dimostra il recentissimo articolo su CasaPound pubblicato da Le Figaro) sono, ostili o favorevoli, puntati sulla Tartaruga Frecciata. 

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