Elezioni 2018, Di Maio cavallo zoppo e molti grillini tifano per la sua caduta
Il caso Caiata è l'ultimo dei tanti flop di Luigi Di Maio. Tra rimborsopoli e impresentabili, è ormai inviso anche agli stessi pentastellati
Il caso di Salvatore Caiata, indagato per riciclaggio ma candidato in Basilicata e fortemente voluto da Luigi Di Maio, cala su quest'ultimo ineseorabile come una mannaia.
E' l'ultimo in ordine cronologico di una serie di flop che si sono abbattuti sulla figura del leader grillino in grisaglia e che, aggiungendosi ai casi di Rimborsopoli, Spesopoli, massoni in lista e impresentabili espulsi dopo la presentazione delle candidature e malgrado lo "scrupoloso controllo" promesso dall'ex vicepresidente della Camera, ha gettato definitivamente una livida luce sulla sua leadership.
I 490 voti alle primarie interne - meno di quelli per eleggere l'amministratore di un condominio, hanno evidenziato i più - dimostravano già una certa insofferenza interna verso l'enfant prodige pentastellato, un'avversione esacerbata dalla spaccatura del Movimento dopo la costituzione del polo Di Maio-Davide Casaleggio, polo inviso ai duri e puri grillini.
Gli attivisti grillini di Siena oggi in un post su facebook puntano il dito sulla responsabilità di Di Maio nella candidatura di Salvatore Caiata, le cui opacità gli attivisti avevano denunciato più volte, inascoltati.
E la quindicina di candidati coinvolti nel caso Rimborsopoli, nonché i trentaquattro massoni in lista, la maggior parte dei quali - benché "espulsi" dal m5s - finirà sul libro paga degli italiani, hanno ulteriormente denudato il "re" che molti ormai tacciano di essere manovrato dal duo Rocco Casalino-Vincenzo Spadafora. Quest'ultimo, ex collaboratore di Alfonso Pecoraro Scanio e di Francesco Rutelli, e quindi legatissimo alla "vecchia politica" che il m5s ha sempre insistito di voler debellare.
Insomma, in queste ultime settimane, l'astro di Luigi Di Maio si è totalmente offuscato e sono in tanti nello stesso m5s ad augurargli una sonora batosta per ridimensionarne le ambizioni. Qualcuno sostiene perfino che - cavallo ormai zoppo - sia stato mandato allo sbaraglio proprio per bruciarlo definitivamente, e che - alla sua caduta - sia già pronto il vero cavallo vincente. Alessandro Di Battista.