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Politica
Elezioni 2018, Gino Vitali (Forza Italia): "Renzi ha dimenticato il Sud".VIDEO

Luigi Vitali, meglio conosciuto come Gino, avvocato nato a Taranto, ora residente a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi, è il segretario regionale di Forza Italia in Puglia nonché plenipotenziario di Silvio Berlusconi nella regione. A poche settimane dalle elezioni del 4 marzo, interviene a 360 gradi su Affaritaliani.it, intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino.

"Le cose vanno bene, i sondaggi ci danno in ascesa e, girando per la Puglia percepisco un antico entusiasmo, come nel 1994. Siamo fiduciosi", esordisce Gino Vitali. Poi si sbilancia: "Se alle elezioni del 4 marzo Forza Italia non dovesse raggiungere il 20%, considerei fallimentare la mia esperienza di segretario regionale. In Puglia nel 2015 c'è stata una scissione all'interno del partito, ma in questi tre anni lo abbiamo ricostruito, puntando su meritocrazia, radicamento sul territorio e attivismo. Negli anni precedenti tutto dipendeva invece dalle amicizie. Noi abbiamo molti candidati giovani e molte donne, persone capaci che si faranno ben valere sia in campagna elettorale che in Parlamento". E ancora: "Il Sud è da sempre un granaio di voti per il centrodestra e per Berlusconi. Oggi torniamo a essere più che mai protagonisti e saremo determinanti per la vittoria finale del centrodestra".

Un Sud che è stato trascurato fortemente nel recente passato. "Le finanziarie degli ultimi 5 anni non contentevano una parola che riguardasse il Sud, non prevedevano un'infrastruttura né un incentivo. Attenzione però: noi non vogliamo elemosine, ma pari opportunità". La Puglia sta "pagando le conseguenze del braccio di ferro tra Matteo Renzi e Michele Emiliano, che tra l'altro ancora continua", prosegue Gino Vitali. 

Gino vitali angelo perrino interna
 

Emiliano una delusione? "Sì, è poco interessato a curare gli interessi della Puglia. Si interessa solo della sua scalata all'interno del partito, con una contrapposizione senza fine con Renzi. Abbiamo visto cosa è successo su temi importanti per la Puglia come Ilva, Tap, Xylella. Problemi abbandonati e presi in considerazione solo come elemento di contrapposizione con il segretario Pd. Per non parlare dello stato comatoso della sanità pugliese".

Il caso Ilva era tra l'altro di competenza dell'assessore all'ambiente Caracciolo, che si è dimesso perchè coinvolto in un'indagine per corruzione: "Questo è molto preoccupante e lo è ancora di più se teniamo presente che il presidente della Regione Puglia è un magistrato, che quindi avrebbe dovuto garantire la qualità, l'onestà e la capacità dei suoi rappresentanti. Noi siamo garantisti verso tutti, ma è comunque sintomatico che l'assessore all'ambiente venga colpito da un'indagine giudiziaria". E' anche il secondo assessore che si dimette: "Emiliano di fatto non ha più la maggioranza, io penso che dopo queste elezioni potrebbe porre fine anticipatamente alla sua esperienza".

Sull'Ilva Gino Vitali ha le idee chiare, "espresse in tempi non sospetti. Lo Stato ha sbagliato a preparare frettolosamente un bando per affidarne la gestione ai privati, proprio nel momento in cui i commissari avevano l'immunità e potevano lavorare per ambientalizzarla, per poi venderla a prezzo di mercato. Ora temo che i privati ci lasceranno, dopo qualche tempo, l'Ilva con il problema ambientale non risolto e la disoccupazione".

Altra emergenza è la Xylella: "Qui c'è una grandissima responsabilità della regione, che 4 anni fa non ha adottato le iniziative necessarie per evitare il problema. Rappresenta una perdita per i nostri agricoltori, ma anche la cancellazione delle nostre origini".

La Puglia però continua a tirare: "Perché le ultime amministrazioni di centrodestra hanno puntato molto sul turismo e i risultati sono stati raccolti dal centrosinistra, come sempre succede. Comunque questo non basta. Bisogna puntare su agricoltura e terziario".

Tornando agli schieramenti interni, Fitto è rientrato: "Sì, ma nel 2013 le liste le faceva lui, stavolta si è dovuto accontentare di 4 posti su 24 collegi".

E la Lega? "Non mi preoccupa, è un nostro alleato. Loro usano un linguaggio che si rivolge alla pancia degli italiani, noi siamo diversi. Vogliamo le stesse cose, ma con sistemi e soluzioni più moderate".

Altra anomalia è l'Udc, che in Regione ha addirittura un assessore: "Non devo spezzare una lancia a loro favore. Nel 2015 erano schierati col centrosinistra e gli accordi devono essere rispettati. A livello nazionale c'è stata un'evoluzione, sono sicuro che dopo queste elezioni prenderanno una decisione".

"Inciucio" tra Renzi e Berlusconi? "Escludo che Berlusconi stia giocando su due tavoli. Ha avuto simpatia per Renzi, ma è stato deluso in occasione dell'elezione del presidente della repubblica. Posso dire con certezza matematica che non si fiderà più", afferma Vitali, che è in rapporto stretto e costante con Arcore.

Silvio però non è candidabile come premier. Ha qualche nome segreto? "Sicuramente, ma svelarlo vorrebbe dire bruciarlo. Abbiamo un rappresentante istituzionale nella persona di Antonio Tajani, che ha credibilità e autorevolezza. Potrebbe essere un ottimo premier, ma è un'ipotesi accanto ad altre".

Salvini non vi piace? "Ha accettato la proposta di Berlusconi, per cui non si indica preventivamente chi sarà il premier. Il partito che vince le elezioni sceglierà il nome e, se vincerà la Lega, lo accetteremo. Ma ritengo che il primo partito sarà Forza Italia".

Guarda la videointervista completa del direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a Gino Vitali (Forza Italia)

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