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Politica
Elezioni 2018, "Meglio votare Rizzo o CasaPound": le pagelle di Diego Fusaro

"Sono molto indipendente nelle mie posizioni e appoggio incondizionatamente tutti i movimenti che nuocciono di più ai vertici dell'aristocrazia finanziaria. Quindi, indistintamente, dai comunisti di Marco Rizzo a CasaPound di Simone Di Stefano, passando per tutti i movimenti non allineati e stigmatizzati dal sistema". A pochi giorni dal voto il filosofo Diego Fusaro spiega in un'intervista al direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, che cosa pensa delle prossime elezioni politiche e come voterà.

L'occasione è la presentazione della prima sede, a Brugherio, del network "Interesse Nazionale", di cui Fusaro è socio fondatore e Giuseppe Azzinari presidente. Nel corso della serata è stato anche presentato il "Manifesto dell’Interesse Nazionale", documento di sintesi dell'associazione.

Fa parte anche la Lega di questi movimenti? "Nella misura in cui adotta la Flat Tax è in realtà allineatissima, visto che la Flat Tax è un enorme regalo alle élite finanziarie. Quindi su questo mi delude, anche se su altre questioni è totalmente dalla parte degli oppressi", continua il filosofo.

Quanto a Fratelli d'Italia "è un movimento che a furia di procedere da destra verso il centro si è troppo allineato. Così come altri che hanno fatto lo stesso partendo da sinistra", spiega. "Certo, è meglio di molti altri, almeno alcune parole chiave hanno ancora il coraggio di dirle, sovranità nazionale ad esempio. E parlano di temi come quelli contro l'Ue, contro la mondializzazione capitalistica... Solo che dovrebbero, dal mio punto di vista, radicalizzare il discorso, essere meno liberal".

 

Parole dure anche per Silvio Berlusconi. "Forza Italia mi stupisce perché Berlusconi avrebbe un grande consenso contro l'Ue che l'ha cacciato in malo modo nel 2011, e  invece si fa alfiere di una posizione europeista vicina ai dominanti che in realtà non lo desiderano. Evidentemente preferisce aspirare a poter essere tra i grandi invece che avere la certezza di essere il paladino dei più deboli".

Niente sconti per Matteo Renzi. "E' stato fino a ieri il rappresentante dell'élite finanziaria dominante. Le uniche cose interessanti che gli ho sentito dire sono state quando non era più l'espressione dell'interesse dominante, ad esempio dopo la sparatoria di Macerata".

Liberi e Uguali di Grasso e D'Alema? "Inqualificabile", per Fusaro. "E' il partito di pura rappresentanza a sinistra degli interessi dell'élite finanziaria. Juncker dice una cosa e loro, anziché contrastrarlo, lo appoggiano. Sono come Più Europa e questi altri partiti che se uno li vota o è dalla parte dei dominanti, e quindi in cattiva fede, o non ha capito cosa sta votando".

 

"Una cosa ancora diversa - spiega poi il filosofo - è Potere al Popolo, partito che unisce fecondi elementi nazionali-popolari di difesa del lavoro, e che l'élite definirebbe di populismo, ma che mantiene l'insopportabile retorica divisiva dell'antifascismo in assenza di fascismo".

Che succederà quindi lunedì? Fusaro non ha dubbi: "Non ci sarà nulla da festeggiare, perché quelli che possono realmente cambiare l'ordine dei rapporti di forza dominante non hanno speranze. Si contenderanno il potere alcuni gruppetti che non cambieranno radicalmente gli assetti".

Infine le tre priorità che dovrebbe avere il nuovo presidente del Consiglio: "Lavoro, cultura e interesse nazionale. Cioè meno Europa, meno libero mercato, meno Stati Uniti d'America, meno globalizzazione e più Italia", conclude Fusaro.

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