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Politica
Elezioni 2018 Puglia, scoppia la rivolta in Forza Italia di Lecce


 
Ancora una volta carriere politiche si sgretolano al sorgere del sole: dietro le quinte gli uomini forti di Berlusconi piazzano le loro pedine, dalla sera alla mattina, facendo saltare teste. Così è tramontato il sogno per chi era il pole position a Lecce di essere al primo posto del listino plurinominale, che significa elezione assicurata.  Sembra che la “manina impietosa” di Tajani abbia gettato nel caos la squadra forzista leccese. Fino a questa mattinata, il dirigente berlusconiano, Paolo Pagliaro, e la vicecoordinatrice regionale, Federica De Benedetto, erano i primi del listino plurinominale. Poi, secondo le indiscrezioni che circolavano ieri sera, ci hanno pensato i piani alti a cambiare le carte in tavola: D’Attis di Brindisi e Labriola di Taranto sono resuscitati grazie ai posti lasciati nel Leccese. Fuori i primi due, dentro due nomi a sorpresa.
Ma l’ammutinamento è in agguato, anche perché sembra che troppi nomi di big leccesi siamo saltati. In molti promettono il disimpegno per i personaggi calati dalle altre province. Ancora non è nemmeno chiaro il destino di Giancarlo Mazzotta, per mesi dato in pole position tra i big da candidare alle elezioni politiche del 4 marzo. Ieri sera, il clima si è arroventato e i telefoni sono diventati incandescenti. Essere candidati al terzo e quarto posto non ha senso per chi doveva essere in prima fila. Per Federica De Benedetto ci sarebbe una postazione di riserva come seconda in un listino barese. Ma la guerra interna al partito è già scoppiata. Ci saranno molti colpi di scena. Alcuni big leccesi minacciano già di andare via.
Tormentatissima anche la trattativa nella quarta gamba tra Cesa e Fitto. Alla fine i fittiani sono riusciti ad ottenere più collegi uninominali. L’Udc in Puglia piazza solo Angelo Cera (uninominale Camera Foggia) e Luciano Cariddi (uninominale Senato Lecce Sud). I fittiani consegnano il collegio uninominale camerale a Francesco Ventola, Luigi Perrone, Vittorio Zizza e Gianfranco Chiarelli. Raffale Fitto non si candida clamorosamente negli uninominali di Lecce e nemmeno Paolo Perrone, l’ex sindaco, il più suffragato della sua città. Anche gli uscenti Ciracì e Bruni non hanno collegi uninominali. Rischia di diventare una débacle per la squadra fittiana, se non dovesse raggiungere il 3 per cento. Paolo Perrone sembra sia già con un piede fuori dal partito: Fitto nel listino plurinominale leccese si è messo in testa di candidare il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, e Simona Manca. Essere nel listino al Senato (non si sa in quale posizione) per Perrone è troppo poco. Carriere politiche a rischio per troppi fittiani che sono confluiti in Noi con L’Italia: la partita è sempre più difficile con l’Udc che preme per farsi largo e Cesa che è troppo vicino a Berlusconi.

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elezioni 2018 puglia





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