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Politica
Elezioni 2018 Pd crollo? Ansia nel Pd. Ipotesi Lega supera Forza Italia

Elezioni 2018 sondaggi: da sabato 17 febbraio è vietata per legge la pubblicazione di sondaggi elettorali e sentiment sulle elezioni politiche 2018 del 4 marzo

Su Affaritaliani.it i feeling sulle elezioni 2018. Nessun valore statistico, nessun sondaggio, ma le sensazioni che si respirano nelle sedi dei principali partiti politici sul voto politico del 4 marzo. Aggiornamenti continui fino alla chiusura delle urne, prevista per domenica 4 marzo alle ore 23.
 

CENTRODESTRA

Forza ItaliaLega nordFratelli d'ItaliaNoi con l'Italia

Nel Centrodestra prevale un certo ottimismo in vista dello spoglio delle schede per le Politiche del 4 marzo. L'attesa cresce per conoscere davvero quali saranno i risultati delle urne. Deputati e senatori non nascondono la speranza di avere la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato, anche se la partita appare comunque abbastanza difficile. Molto dipenderà - spiegano dal quartier generale del partito degli azzurri - dall'affluenza alle urne e soprattutto dal risultato delle liste minori, ovvero quelle che resteranno sotto la soglia del 3%. Più sarà alto il dato delle altre formazioni e maggiori saranno le possibilità del Centrodestra di avere la maggioranza nel prossimo Parlamento. L'impressione è quella di una partita aperta con i 5 Stelle soprattutto al Sud e in particolare per quanto riguarda i collegi uninominali, mentre al Nord l'ottimismo è molto forte tanto che qualcuno parla perfino di vittoria in quasi tutti i collegi. L'altra sfida è la competizione tra Forza Italia e Lega. Berlusconi è sicuro di arrivare in testa e di poter, in caso di successo, indicare il presidente del Consiglio, come da accordi. A dire il vero, però, tra gli azzurri c'è una certa preoccupazione per il risultato nel Nord Italia dove in casa Lega assicurano che Salvini risulterà nettamente primo tanto in Veneto quanto in Lombardia, Piemonte e Liguria. Non solo, tra gli azzurri, a microfono spento, serpeggia il timore di una certa difficoltà di FI nelle Regioni rosse (Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche). Molto dipenderà quindi dalle performance nel Mezzogiorno. Ovvero dalla capacità di Forza Italia di tenere bene rispetto ai numeri del passato e da quanto la Lega sarà in grado di sfondare al di fuori della Padania. Il tam tam della vigilia parla di un testa a testa con FI leggermente davanti, ma le sorprese potrebbero essere dietro l'angolo. Ottimismo nel Carroccio soprattutto sul risultato in Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna. Fratelli d'Italia appare sicura di confermarsi la terza forza della coalizione con un dato migliore al Centro-Sud che al Nord. Il Lazio e Roma in particolare, dicono i parlamentari, sarebbero i bacini principali della formazione della Meloni. Qualche timore ci sarebbe infine in Noi con l'Italia-Udc sulla possibilità di vincere la vera sfida ovvero quella di raggiungere e superare lo sbarramento del 3%. Nci-Udc, dicono deputati e senatori, sarebbe forte soprattutto al Sud, Sicilia in testa, ma il timore è quello di un risultato deludente da Roma in su, Triveneto in testa.

MOVIMENTO 5 STELLE       

Movimento 5 stelle

Il Movimento 5 Stelle attende l'esito delle elezioni con la quasi certezza di risultare il primo partito nella parte proporzionale battendo il Partito Democratico. Il famigerato sorpasso mancato malamente alle Europee del 2014. Di Maio e i suoi più stretti collaboratori puntano a fare il pieno soprattutto nelle Regioni meridionali dove - dicono - i grillini potrebbero vincere in molti collegi. Ottimismo in particolare in Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna, un pochino meno in Puglia e in Abruzzo. Al Nord, invece, il M5S teme di non essere riuscito a convincere la maggioranza, seppur relativa, degli elettori. Preoccupazione soprattutto per il dato in Veneto e in Lombardia ma anche nel Centro e nelle cosiddette Regioni rosse (Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche) si respira una certa preoccupazione in vista dello spoglio delle schede. L'impressione tra i 5 Stelle è che se dipendesse solo dal Sud l'ipotesi di andare al governo da soli e senza alleanze non sarebbe nemmeno così remota. Molto dipenderà anche dall'affluenza alle urne. Secondo alcune ricostruzioni che si fanno tra i grillini, una partecipazione non molto alta al voto favorirebbe Di Maio. Al contrario, un'astensione contenuta ridimensionerebbe il risultato finale del M5S.

 

CENTROSINISTRA

Partito DemocraticoPiùEuropaLista civica LorenzinLista Insieme
Il Centrosinistra attende i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo con un misto di rassegnazione e ansia. Nel Partito Democratico è opinione diffusa che il risultato non sarà soddisfacente e comunque il timore è quello di restare sotto il dato preso da Pierluigi Bersani cinque anni fa. Il timore tra i renziani è quello di essere quasi fuori dalla competizione in moltissimi collegi uninominali tranne quelli (non di tutti) di Toscana ed Emilia Romagna e di essere in corsa solo in qualcuno in Umbria e nelle Marche (fatto salvo l'Alto Adige dove corre la Boschi e vige l'accordo con l'Svp). Deputati e senatori temono un risultato non soddisfacente soprattutto al Sud, dove la sfida - dicono - appare tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle. Ma anche al Nord c'è preoccupazione per un dato inferiore alle attese e comunque non competitivo, soprattutto in Veneto. Alcuni parlamentari reputano "difficile" se non "quasi impossibile" riuscire a risultare la prima forza nel proporzionale. Non solo. Voci che arrivano dal Nazareno parlano di un'attesa per un ottimo dato di +Europa di Emma Bonino e Bruno Tabacci che potrebbe anche - dicono - superare la soglia di sbarramento. Dato che risolleverebbe la coalizione ma che farebbe perdere, a causa dei meccanismi della legge elettorale, almeno quindici-venti deputati al Pd e quasi una decina di senatori. Per quanto riguarda le altre due liste della coalizione l'impressione è che l'obiettivo del 3% sia particolarmente difficile da raggiungere. Insieme, la lista appoggiata dall'ex presidente del Consiglio Prodi, dicono sempre nel Pd, ha forse un livello di ottimismo leggermente più elevato rispetto a quello di Civica Popolare del ministro Beatrice Lorenzin. Resta il fatto che a microfoni spenti la speranza è quella di superare l'1% per aiutare il Pd, vista la legge elettorale, più che di toccare quota 3%. Insomma, nel Centrosinistra l'aria che tira è quella di una partita molto difficile.

LIBERI E UGUALI

Liberi e uguali

Liberi e Uguali si prepara allo spoglio delle schede con un misto tra ottimismo e preoccupazione. L'obiettivo di non essere una mera forza di testimonianza della sinistra radicale sarebbe forse raggiunto ma, allo stesso tempo, il timore è che manchi il boost per arrivare ad un risultato storico e considerevole. Insomma, il feeling tra deputati e senatori parla di un dato finale atteso senza infamia e senza lode che non demoralizzi e nemmeno esalti. La paura nella formazione di  Grasso è quella di essere deboli soprattutto al Nord, in particolare in Lombardia, e di avere il proprio bacino elettorale principale soprattutto in Toscana e in Emilia Romagna. Difficile la competizione al Sud dove, pare, peserebbe molto la forza attesa del Movimento 5 Stelle. Liberi e Uguali teme poi la concorrenza a sinistra. In parte, ma non troppo, per la lista Potere al Popolo e in parte per la presenza in molte Regioni, soprattutto in quelle rosse, del Partito Comunista di Rizzo.
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