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Politica
Elezioni Lazio, Mauro Antonini di CasaPound pronto a conquistare la Regione
Mauro Antonini, candidato Presidente della Regione Lazio per CasaPound. Foto: Antonio Mele

CasaPound nutre grandi aspettative per le elezioni del 4 marzo prossimo. La temutissima soglia di sbarramento del 3 % sembra sormontabile, e in particolar modo nel Lazio dove la Tartaruga Frecciata ha schierato Mauro Antonini, trentottenne responsabile di Cpi e candidato governatore. 

Lo incontriamo a una cena elettorale autofinanziata, in una sala stracolma di persone nella quale si fa largo Elia, un ragazzo venuto espressamente da Potenza per conoscere di persona Antonini. Imprenditore sposato, una bambina di due anni, figlio di un edile e di una casalinga, "Mauretto" - come lo chiamano affettuosamente da quando era piccolo - ha iniziato a militare politicamente fin da quando aveva tredici anni, per poi contribire alla fondazione di CasaPound, della quale è una pietra angolare.

Uomo dei territori, dei quartieri, del contatto con le periferie, dell'ascolto dei cittadini, Antonini ha preso con molta serietà la propria candidatura a governatore della Regione Lazio, regione che in questi giorni egli confessa di aver girato in lungo e in largo senza mai fermarsi.

"Esco furtivamente la mattina presto per non svegliare mia moglie e mia figlia" ci racconta, "e torno la sera tardi dopo aver fatto tappa in tutte le realtà possibili e immaginabili del Lazio. Dal disagio dei pendolari sulla tratta Roma-Viterbo, alla questione ospedaliera, allo smaltimento dei rifiuti, alle associazioni dei disabili, alle periferie degradate... non mi sono lasciato scappare niente, ho dato il massimo per poter ascoltare le istanze di tutti."

Ci perdoni, Antonini, non ci pare niente di trascendentale, è quello che dovrebbe fare ogni candidato governatore di Regione, gli chiediamo con una punta di cattiveria. 

"Certo" risponde, "peccato però che io sia stato l'unico dei candidati a farlo. Lei ha forse visto Zingaretti, Lombardi, Parisi e Pirozzi in giro per tutta la Regione come ho fatto io? Loro sono praticamente scomparsi dai territori, limitandosi a fare video altisonanti seduti alla scrivania del loro studio o del loro ufficio. Nel caso di Pirozzi in piedi, ma tant'è. Il mio non è un vanto, sono contento e orgoglioso di aver macinato chilometri su chilometri per conoscere meglio la mia Regione, le sue eccellenze e le sue problematicità. E sa che cosa le dico?

Cosa? 

"Che mi vanto, in questo caso sì, di essere nato nel Lazio. Sono di Casal Bertone, periferia est di Roma, ma durante la campagna elettorale ho conosciuto l'imprenditore ciociaro, il pescatore di Anzio, il contadino sabino, il professore della Tuscia, l'agricoltore reatino e così via. E intendo rappresentarli tutti quando entrerò nel Consiglio Regionale del Lazio".

Difficile che lei diventi Presidente di Regione, e tuttavia gli ultimi sondaggi davano CasaPound nel Lazio a percentuali vicine al 5 %. Il che sarebbe praticamente un trionfo per un movimento dichiaratamente fascista che fino a qualche tempo fa era allo 0,5. A cosa pensa sia dovuta questa crescita di consenso?

"Voglio precisare che io personalmente mi dichiaro di CasaPound. Sono gli altri ad attribuirci perlopiù l'etichetta di fascisti, e a noi sta benissimo così. Detto questo, l'aumento di consensi di Cpi sta nel fatto che gli italiani hanno capito che siamo gli unici a pensare a loro. Nella guerra fra poveri che il sistema ha scatenato deliberatamente, sono gli italiani a soccombere poiché abbandonati dalle Istituzioni. CasaPound si occupa giornalmente, e ogni ora, delle esigenze degli italiani abbandonati, il più delle volte senza ritorno mediatico, in sordina, in silenzio, ma con grande impegno. 

Siete stati molto attaccati mediaticamente per la questione del ritorno del Fascismo. Ci sono state manifestazioni contro di voi...

"Mi scusi, la interrompo per dirle subito quello che penso sull'argomento: la questione del ritorno del Fascismo e della presunta onda nera è più che altro un'arma di distrazione di massa usata dai partiti tradizionali che temono l'avanzata di CasaPound e il fatto che i cittadini italiani, come dicevo prima, stanno capendo qual è l'unico movimento davvero dalla loro parte. Al loro fianco sempre e comunque. Siamo il sindacato degli italiani, e intendo esserne il rappresentante anche in Regione Lazio con un programma mirato e preciso. E per l'appunto gradirei parlare del programma". 

Che sarebbe?

"In primis la riorganizzazione della Sanità. Lo stop alla chiusura di poli ospedalieri cruciali per raggrupparli in strutture che non riescono a servire tutti i territori e che costringono i malati a fare chilometri e chilometri per raggiungere un pronto soccorso. Una cosa abominevole. Operare con un intervento incisivo sulla questione dei rifiuti, con un polo di smaltimento unico regionale in un territorio di proprietà del demanio militare. Il Reddito di Natalità che permette alle giovani coppie italiane di tornare a fare figli. Il Mutuo Sociale, nato proprio per essere implementato a livello regionale, e che contribuisce a sanare la piaga dell'emergenza abitativa. Sempre per la questione Sanità, evitare gli sprechi, sprechi cui ho assistito con i miei stessi occhi durante la campagna elettorale". 

Quali sprechi, può essere più preciso?

"Le faccio un esempio. Ho visitato diverse settimane fa l'ospedale di Anagni, nella provincia di Frosinone, e ho visto un macchinario costosissimo abbandonato su un bancale. Indignato, ho segnalato il problema. Ci sono tornato qualche giorno fa: il macchinario costosissimo giaceva ancora abbandonato nello stesso posto".

Giorgia Meloni sostiene che il voto a CasaPound sia in realtà un voto al m5s e al Pd. Cosa ne pensa di questa dichiarazione?

"Che il vero voto utile è proprio quello a CasaPound. Utile ai cittadini italiani per avere dei rappresentanti seri nelle Istituzioni. Rappresentanti che hanno davvero a cuore questa Nazione, e di conseguenza anche la Regione Lazio per quanto mi riguarda. Rappresentanti che rifuggono dagli accordi sottobanco, dalle alleanze strategiche per la spartizione di poltrone e privilegi e che si fanno in quattro per aiutare chi ha davvero bisogno. Che non si presentano nelle zone degradate solo in campagna elettorale una tantum, ma che affrontano ogni giorno le situazioni critiche senza paura di combattere per la strada accanto agli italiani. Siamo un esercito in marcia, che non si sottrae quando si tratta di difendere i diritti dei nostri connazionali. Ecco perché, e lo ripeto, il vero voto utile è quello a CasaPound e perché bisogna votare CasaPound più forte che si può".

È passata la mezzanotte e Mauro Antonini se ne va. "Domani sveglia all'alba per un altro giro in varie provincie" ci dice mentre viene salutato dai presenti, "dopodiché alle 18,00 sarò a Roma in Piazza del Pantheon per la chiusura della campagna elettorale di CasaPound. "In bocca al lupo" gli augurano i tanti che lo circondano per abbracciarlo e stringergli la mano.

"Alla vittoria" risponde con un sorriso. 

 

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