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Elezioni luglio. Piano contro il voto in estate. Poteri forti scatenati
Creativita` della rete

Si scrive 2011, si legge 2018. Esattamente come sette anni fa. Nel momento in cui l'Italia si trova di fronte ad una crisi politica e le forze che hanno vinto le elezioni il 4 marzo (e che in Parlamento sono maggioranza anche se non sono riuscite a formare un governo) chiedono il ritorno alle urne subito, a luglio, i centri del potere, soprattutto europeo, si mettono di traverso e spingono per l'ennesima soluzione tecnica alla Mario Monti (che moltissimi italiani ricordano come un esecutivo lacrime e sangue).

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L'ironia della rete sul voto a luglio

Prima di tutto i mercati finanziari. Piazza Affari maglia nera in Eurolandia con lo spread che torna pericolosamente a salire oltre quota 130. Ovviamente gli analisti, a Milano come a Londra, a Parigi come a Francoforte, spiegano l'andamento della Borsa e del differenziale Btp-Bund con il timore del voto in estate. Un copione visto e rivisto. Troppe volte.

Poi arriva, immancabile, l'Unione europea. Malgrado le rassicurazioni della Commissione di Jean-Claude Juncker, che ha ribadito la sua fiducia nell'operato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo stallo politico italiano - riferiscono fonti dell'esecutivo di Bruxelles - rischia di impedire un accordo tra i 28 sulla riforma di Dublino e sull'Unione bancaria. Se l'Italia andrà al voto a luglio, raggiungere un consenso sulla riforma di Dublino al Consiglio europeo di giugno "sarebbe certamente più difficile", spiegano le stesse fonti.

L'Italia è tra i paesi in prima linea a cui gli Stati membri del Nord chiedono di assumersi per 10 anni la responsabilità dei migranti che arrivano sul loro territorio. Se non sarà trovato un consenso al Vertice di giugno, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, le cui posizioni sono vicine a quelle dei paesi dell'Est, ha minacciato di ritirare il dossier di Dublino dal tavolo e presentare una sua proposta. Anche un accordo sull'Unione bancaria e sulla road map per riformare la zona euro appare "molto difficile" senza un governo con i pieni poteri a Roma, dice la fonte.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno promesso di presentare le loro proposte su Unione bancaria e zona euro a giugno, poco prima del Vertice dei capi di Stato e di governo. Nel caso dell'Italia, per un governo neutrale o tecnico "sarebbe complicato prendere impegni politici se ci sono elezioni in vista", spiega la fonte. Tradotto: l'Italia si terrà gli immigrati e bloccherà una delle riforme chiave per l'Ue con le elezioni politiche anticipate in piena estate.

Ma non finisce qui. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha utilizzato l'incontro con le delegazioni di Juventus e Milan, che si sfideranno nella finale di Coppa Italia, per lanciare un altro siluro a 5 Stelle e Lega. "Saluto gli arbitri, miei colleghi: un arbitro può condurre bene la partita se ha un certo aiuto di correttezza dai giocatori", ha detto il Capo dello Stato incontrando al Quirinale i giocatori e i dirigenti di bianconeri e rossoneri. "Quando sono stato eletto - ha anche detto Mattarella - dopo aver giurato alla Camera mi sono paragonato a un arbitro imparziale, e ho ricevuto un applauso. Poi ho aggiunto che l'arbitro deve essere aiutato dai giocatori: è seguito un altro applauso, con un po' di sorpresa". Traduzione, due giocatori (M5S e Lega), non stanno aiutando il Colle e la sua operazione filo Unione europea.

Immancabile, poi, il richiamo della Corte dei Conti. "Rispetto a un quadro sostanzialmente positivo, sembra alla Corte necessario non lasciare in ombra i numerosi fattori di incertezza che si proiettano sul futuro prossimo e meno prossimo. Si tratta di fattori diversificati, che vanno dal verificato insuccesso che finora hanno segnato i tentativi di recuperare livelli più adeguati di investimenti pubblici, all'evidenza di scenari demografici che, in particolare in Italia, potrebbero comportare un crescente assorbimento di risorse pubbliche per far fronte alle esigenze connesse all'invecchiamento della popolazione". Lo dice il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, in audizione sul Def nelle commissioni speciali di Camera e Senato. "E ancora - continua Buscema - la necessità di non sottovalutare la precarietà dell'assetto del nostro sistema fiscale che, in questi anni segnati dall'urgenza di reperire nell'immediato risorse ai fini del riequilibrio dei conti pubblici, si è progressivamente allontanato dai principi di fondo cui esso dovrebbe ispirarsi". Traduzione: avanti con il famigerato risanamento, ovviamente come vuole mamma (matrigna) Europa.

Non a caso Matteo Salvini ha fiutato l'aria, osservando soprattutto l'andamento dei mercati, è su Facebook ha scritto: "Spero che dalle parti del Quirinale o di Bruxelles o di Berlino o di Parigi qualcuno non si faccia idee strane facendo telefonate strane". Silvio Berlusconi, nel 2011 vittima della tempesta finanziaria che lo portò alle dimissioni, e secondo molti osservatori vittima anche delle manovre Merkel-Napolitano, anziché schierarsi oggi per il voto subito traccheggia e se potesse (ma non ci sono i numeri in Parlamento) darebbe il suo ok all'esecutivo di servizio (e non eletto da nessuno) voluto da Mattarella.

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