Elezioni Sicilia, centrodestra vada oltre il voto e punti sul presidenzialismo

In Italia le alleanze politiche che vengono premiate dal voto degli elettori, spesso lo sono nell’ottica del “meno peggio”. Così si può spiegare la vittoria alle elezioni Regionali siciliane di Nello Musumeci, candidato del centrodestra unito (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega), che precede Giancarlo Cancelleri dei 5 Stelle, che diventa il primo partito dell’isola. Che cosa sarebbe successo se il centrodestra si fosse presentato diviso, come ha fatto il centrosinistra coi candidati Fabrizio Micari per Pd e Ap e Claudio Fava per Mdp.

Il voto siciliano per i leader del centrodestra – in ordine alfabetico: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini -, caratterizzati da storia e differenze importanti, ma con analogie, spesso inconsapevoli, potrebbe indurre una sorta di appagamento… la convinzione di possedere la formula vincente in vista delle elezioni politiche che potrebbero tenersi a inizio di marzo 2018. I tre potrebbero andare oltre, porsi degli obiettivi forti che diano nuovi vigore e ragioni alla coalizione: ciò potrebbe essere il presidenzialismo. Concetto misconosciuto, e apparentemente in contraddizione col federalismo, certo per gli italiani cresciuti in una Repubblica parlamentare e in una prospettiva catto-comunista. In realtà le due istituzioni sono declinazione dello stesso pensiero. La medesima Meloni ha affermato dopo la vittoria del sì al referendum in Lombardia e Veneto: “Lavoriamo insieme per una proposta di riforma dello Stato che coniughi presidenzialismo e federalismo". Quale il nesso? Entrambi, federalismo e presidenzialismo, mettono al centro l’individuo, che è la democrazia. L’individuo vuole un potere vicino che faccia i suoi interessi e trattenga le tasse sul territorio (federalismo e federalismo fiscale)… come vuole eleggere direttamente i suoi rappresentanti nelle istituzioni. A ciò si aggiunga un altro elemento: il presidenzialismo, che mette anch’esso al centro l’individuo, non solo e non tanto in quanto espressione diretta del suo voto, ma perché nelle sue funzioni, tenendo nettamente distinti il potere legislativo da quello esecutivo, tutela massimamente il medesimo individuo.

In vista delle elezioni politiche, ci si attende chiarezza anche sull’ Ue e sull’ euro… una posizione netta (“Non vi rinunceremo”), fondamentale per avere dalla propria parte politica, economia e finanza internazionali. Del resto in tempi recenti nessuno dei tre leader ha affermato di voler abbandonare le istituzioni europee. Berlusconi ha rassicurato in questo senso Bruxelles, Meloni ha fatto intendere “sì all’Unione europea ma senza Germania che comanda” e Salvini ha parlato di revisione dei Trattati. Quanto a chi sarà il candidato premier del centrodestra, saranno i leader della coalizione a deciderlo cedendo qualcosa e/o facendo un passo indietro. Sempre circa le elezioni siciliane, del voto dei 5 Stelle, che si afferma come il primo partito della Regione, va apprezzato il significato di protesta che esso esprime rispetto al vecchio modo di far politica. Mesto lo spettacolo del centrosinistra, diviso e incapace di individuare il leader che sappia trovare l’unione nelle differenze. È così difficile individuare tre principi armonizzanti, quattro punti di programma da realizzare e individuare un sistema di negoziazione per arrivare a una posizione condivisa su temi secondari qualora le differenze siano apparentemente insuperabili?