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Politica
Ema, Borghezio: la Commissione Ue si deve vergognare

L’Italia torna a farsi sentire in Europa sulla questione dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco “scippata” da Amsterdam a Milano con modalità che restano quanto meno dubbie. A Bruxelles pendono ancora i ricorsi presentati dal Comune di Milano e dallo Stato italiano davanti alla Corte di Giustizia dell’Ue, dunque la vicenda non è chiusa. E le istituzioni italiane continuano a promuovere un pressing sinergico affinché venga fatta chiarezza e si riapra la partita per Milano.

Le istanze per l’Ema italiana sono state nuovamente rappresentate al Parlamento europeo dal sindaco Giuseppe Sala, intervenuto davanti alla commissione Petizioni contestando il modo in cui è stato fatto il sorteggio che ha attribuito l’agenzia all’Olanda. I dossier presentati da Milano e Amsterdam, infatti, erano stati giudicati di pari valore e la decisione finale era stata assegnata al caso, come da regolamento. Eppure qualcosa nel rispetto delle regole non ha funzionato, come emerso successivamente, dopo che, oltretutto, si era scoperto che la proposta presentata da Amsterdam non rispondeva effettivamente ai requisiti richiesti. Una questione sulla quale in queste ore si è registrato un nuovo, infuriato intervento dell’eurodeputato leghista Mario Borghezio: «È una vergogna, io l’ho detto chiaramente che si devono vergognare». «Si deve vergognare la Commissione, che chiede il rispetto delle norme europee a chi sta cercando di formare il governo italiano, chiedendo sudditanza alle regole europee, quando loro per primi su una questione come l’Ema, che riguarda un grande Paese, non rispettano queste regole», ha sottolineato Borghezio, concludendo il suo intervento con un «viva l’Italia!».

«Ho contestato il modo in cui è stato fatto il sorteggio: strano che alle votazioni si spenga la visione a chi sta fuori; strano che non si faccia un sorteggio con testimoni; strano che si distruggano subito le carte», ha riferito poi Sala, ricordando le “anomalie” che si sono registrate nella procedura. «In qualunque gara pubblica» le modalità con cui è stato effettuato il sorteggio avrebbero fatto gridare «all’annullamento», ha sottolineato ancora il sindaco di Milano, di fatto addossando le responsabilità dell’accaduto al governo a guida Pd: «Io non potevo discutere, né voglio discutere, quello che il nostro governo aveva accettato. Ho posto il tema da un altro punto di vista».

Di contro, nel corso della sua visita a Bruxelles, Sala ha rimarcato la totale sintonia istituzionale con la Regione Lombardia, pronta a fare squadra per portare l’agenzia europea del farmaco in Italia. A fronte di tempi quanto mai incerti sia per la sua realizzazione ad Amsterdam sia per la discussione dei ricorsi in sede giudiziaria, infatti, Milano sarebbe pronta in tempi rapidi. Anzi, «molto rapidi». «Oggi ho confermato, dopo aver fatto una verifica con il presidente della Regione Lombardia, che, anche con tempi molto accelerati, noi saremmo in condizione di partire. Il Pirellone (che l’Italia utilizzerebbe come sede per gli uffici dell’Ema, ndr) sarebbe pronto in tempi molto rapidi».

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