Emma Bonino acidizza Renzi
Emma Bonino se la prende con Matteo Renzi
Sora Bonino è entrata in Parlamento grazie all’aiuto di Bruno Tabacci (che si è “sacrificato” per la patria) e le ha messo a disposizione il suo movimento per fare PiùEuropa (proprio lui che la pensa all’opposto della ex ministro su tanti temi).
Ennesimo movimentino che prometteva sfracelli ma si è fermato a circa il 2.4%, dopo esser estato accreditato a più del 4.
La Bonino ha il carattere che ha e si sa e non si peritò di mandare a quel Paese il leader storico dei radicali, il suo mentore Marco Pannella con cui non si parlava più negli ultimi tempi.
Note sono anche le aspre polemiche tra Emma Bonino dei Radicali Italiani e il Partito Radicale Trasnazionale che la taccia, in risposta, di parassitismo delle strutture della sede storica di Largo Argentina.
Di pochi giorni fa è un litigio con Riccardo Magi, segretario dei Radicali Italiani, reo di aver proposto e poi dopo le polemiche “congelato” la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico senza avvertirla.
L’ultima è di ieri con la Bonino depositata nei divani vellutati del corridoio vicino alla buvette al Senato. Il clima è acceso, Forza Italia e la Lega si bastonano di santa ragione e alla scaltra radicale balena per un momento l’incredibile stellone: qualcuno fa il suo nome per la Presidenza. Poi finirà in maniera completamente diversa ma lei per un po’ ci crede.
È in quel momento pre-estatico che passa “lui”, il suo nuovo nemico, quel Matteo Renzi che aveva tentato di sgambettarla al momento della presentazione delle liste. Lei lo guarda con rara intensità emotiva, quasi per lanciargli contro un incantesimo e poi esterna a favore dei cronisti: “Se voli troppo alto rischi di farti molto male…Come è successo a chi abbiamo visto passare proprio adesso”.
Una vera caduta di stile per una signora, ex ministra italiane e europea e leader di tante battaglie importanti per i diritti civili, infatti quello che voleva l’ha ottenuto -e cioè il posto al Senato- ora non infierisca sui perdenti perché, scusate il gioco di parole, a perderci la prima è proprio lei.