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Politica
Europee: Marine Le Pen cerca di aiutare Salvini ma fa pasticci

 

Marine Le Pen ci prova a dare una mano alla Lega e lo fa oggi con una intervista al Corriere della Sera.

La partenza è scontata. Secondo la nazionalista francese Matteo Salvini può mettere fine all’egemonia di Ppe e Pse in Europa, mettere fine cioè ai due più grandi partiti che hanno dominato la scena politica nel vecchio continente dalla fine della seconda guerra mondiale.

La Le Pen sarà a Milano nel fine settimana per una manifestazione organizzata dalla Lega Nord.

La “madame”, come la chiamano in Francia, sciorina i fondamentali del sovranismo ma cade sulla domanda ovvia che in questi casi è necessario fare: va bene, stessa visione tra Lega e il Rassemblement National, ma alla fine “la Francia sarebbe disposta ad accettare ulteriori immigrati italiani”?

E qui, naturalmente, casca l’asino. La leader nazionalista si rifugia nella comodità sempre disponibile della perifrasi e tenta lo svicolo, fugge lateralmente ma non risponde e scarica su Macron e la Ue che non è stata capace di gestire questi flussi.

Verissimo, ma l’intervistatore (Marco Cremonesi) l’insegue, la bracca e infine la scova nascosta in un angoletto ideologico e, da bravo giornalista, affonda il colpo: “Ma se lei arrivasse al governo che farebbe con gli immigrati entrati in Italia”?

Centrata per la seconda volta.

Marine però, di nuovo, fugge e riscarica sulla Ue e sull’immigrazione che “deve essere bandita”. Una risposta che non risponde ed è solo una nuvoletta retorica che si dissolve al sorriso dell’ascoltatore.

In pratica la Le Pen ci dice che i “migranti secondari”, cioè quelli che entrano in Italia, non se li prende proprio per niente.

Ed allora quindi ha ragione Luigi Di Maio quando attacca Salvini e la Meloni sul fatto che l’alleanza della Lega con il l’RN  e con Orbàn danneggia in primis l’Italia perché non risolve il problema della nostra immigrazione.

In questo senso il Re è nudo.

Il limite del sovranismo, infatti, è che i valori di fondo di chi li professa sono necessariamente antitetici agli altri sovranisti. Non possono vincere tutti, è un gioco a somma zero. In breve nascono le contrapposizioni perché l’interesse della Francia e dell’Ungheria, ad esempio, sono in netto contrasto proprio con quello dell’Italia che oltretutto è un Paese front - end, cioè di primo arrivo dell’immigrazione.

La Le Pen si sofferma poi sull’ambiguo ruolo di Orbàn che pur sospeso dal Ppe non lo molla per prendersi i voti dei centristi della Merkel che oggi, a sua volta, ha ribadito che “è impossibile un abbraccio con il Carroccio” il quale ha, proprio come i leader ungherese, valori antitetici rispetto al Ppe.

Per Salvini continuare a giocare con la possibilità di entrare nel Ppe non è serio soprattutto nei confronti dei suoi elettori che non sono degli ingenui e capiscono bene quando si sta facendo il giochetto di prendere il più possibile dei voti dappertutto.

Ma torniamo all’intervista.

L’antisemitismo in Francia, prosegue la sovranista, è un portato dell’islamismo mentre la Lega, a suo dire, non ha niente a che fare con i movimenti di estrema destra.

Sullo sfondo la Cina che preoccupa non poco la movimentista gallica che vede male l’accordo firmato dall’Italia per la Via della Seta, voluto peraltro fermamente dai Cinque Stelle.

Anche qui una irruzione nella nostra politica interna di cui non si sentiva la necessità.

 

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    marine le penluigi di maioeuropeelegasovranismo





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