Europee, Rinaldi: "Ecco perché con la Lega e non con i 5 Stelle"

Intervista di Affaritaliani.it all'economista Antonio Maria Rinaldi, sostenitore del governo Conte e che ama definirsi 'patriota'

Allora, come va la sua candidatura con la Lega alle Europee? Tutto deciso? E' in lista?
"Circola questa ipotesi ma di ufficiale non c'è ancora nulla".

Sembra proprio quasi fatta...
"Ripeto, non c'è alcun tipo di conferma ufficiale. E' una possibilità, ma le liste usciranno a breve e quindi lo sapremo presto".

In quale circoscrizione sarà candidato (ovviamente se l'ipotesi verrà confermata)?
"Beh, presumo nel Centro Italia".

Lei viene dipinto dai media come l'economista sovranista ed euroscettico vicino al governo del Cambiamento. Perché ha scelto la Lega e non il Movimento 5 Stelle?
"Perché la legge elettorale per le Europee non consente di presentarsi con liste congiunte. L'alternativa era stare a casa".

L'alternativa sarebbero stati i 5 Stelle...
"Evidentemente loro la proposta non me l'hanno fatta. Per carità, liberi loro e libero io. Infatti non ho mai avuto tessere di partito, né della Lega né del M5S, sempre che i pentastellati abbiano le tessere".

Ha incontrato Salvini in questi giorni?
"Ho ricevuto una richiesta di disponibilità da parte della Lega ad essere candidato. Salvini lo conosco da tantissimi anni e non ho certo bisogno di vederlo per questo. La disponibilità alla candidatura me l'ha richiesta solo la Lega. In caso diverso avrei valutato anche altre proposte, che magari sarebbero potute arrivare da altre forze, ad esempio Fratelli d'Italia. Avrei valutato sul momento chi scegliere. Non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di candidarmi con i 5 Stelle perché la richiesta non è mai venuta. Questa opportunità me la sta stando la Lega, sempre se si concretizzerà. Evidentemente il M5S ha altre dinamiche".

Lei si sente politicamente più vicino alla Lega o al M5S?
"Ho sostenuto questo governo perché diverso da quelli precedenti, a prescindere dal fatto che al suo interno ci fossero M5S e Lega. Oggi, dal punto di vista economico perché questo è il mio approccio e gli altri temi sono marginali, forse mi sento più vicino alle tematiche portate avanti dalla Lega che non a quelle dei 5 Stelle".

Pensiamo alla nuova Europa post-26 maggio. L'Italia starebbe meglio fuori dall'euro?
"La ringrazio molto per questa domanda e la mia posizione sull'euro è chiarissima ed è sempre la stessa, spero venga apprezzata la coerenza".

Certo, ci dica...
"La mia constatazione è che in questo momento non esiste un piano A per restare in modo proficuo nell'euro".

Ovvero?
"L'euro non è plasmato per le nostre esigenze, le regole non sono idonee per noi. Mi auguro che la classe politica italiana e le istituzioni europee si rendano conto di questa situazione e la correggano rapidamente in modo tale da avere una moneta che soddisfi le esgienze di tutti i Paesi, da Malta alla Germania, passando ovviamente per l'Italia".

E se ciò non dovesse accadere?
"L'euro avrebbe la vita segnata. Mi auguro che lo capiscano e che rendano la moneta unica compatibile con le esigenze di tutti, altrimenti dovremo essere pronti a qualsiasi evenienza. Qualsiasi".

Cioè?
"Intendo dire una cosa molto semplice. Io non voglio la guerra, ma è giusto che ci sia un esercito perché bisogna essere preparati. E' il ragionamento più logico e corretto che si possa fare".

Stanno capendo i governi e le istituzioni Ue?
"Al momento nessuno fa nulla per correggere questa deriva. Ogni giorno ci rendiamo conto che così com'è l'euro è insostenibile per molti Paesi. Speriamo che il vento delle elezioni europee, non solo in Italia, serva a smuovere le acque. Altrimenti la vedo dura".