Lega e FdI sono già maggioranza. Al governo anche senza Forza Italia
Dalle Europee alle politiche: la coppia tra Lega e FdI senza Forza Italia otterrebbe la maggioranza dei seggi con la possibilità di formare un governo
Europee, simulazione Cattaneo: il tandem Lega-FdI vincerebbe le politiche
Da una proiezione del voto europeo di domenica sui collegi della Camera risulta che la coalizione a ‘tridente’ del centrodestra (Lega, Fi, FdI) avrebbe una nettissima maggioranza parlamentare. Al tempo stesso anche una formazione ‘tandem’ tra Lega e Fratelli d’Italia, quindi senza Forza Italia, avrebbe ottenuto la maggioranza dei seggi con la possibilità, dunque, di formare un governo: queste in estrema sintesi le conclusioni di uno studio dell’Istituto Cattaneo definito “ipotetico” dai sui stessi autori, Marco Valbruzzi e Rinaldo Vignati perché, ad esempio, ignora il “tasso di astensionismo differenziale” tra le due votazioni.
I due ricercatori hanno applicato ai collegi della Camera le percentuali del voto europeo immaginando due situazioni. Nella prima il centrodestra si presenta nella formazione “classica” o a “tridente”. Per il centrosinistra è stata immaginata una formazione a due (Pd con +Europa) ed il M5s corre da solo senza possibilità di colazione o alleanza con altre liste di partito. In questo scenario il centrodestra avrebbe incassato ben 411 seggi (206 proporzionali, 205 nei collegi uninominali); il centrosinistra 122 seggi (107 proporzionali e 15 nei collegi uninominali), il Movimento 5 stelle 81 seggi (71 proporzionali e 10 uninominali). In particolare il nord sarebbe quasi interamente del centrodestra con qualche piccolissima enclave di centrosinistra in Piemonte e Liguria. Netto predominio del centrodestra anche nelle Marche e nell’Umbria, mentre in Toscana ed Emilia Romagna i due blocchi se la giocherebbero alla pari. Dal Lazio in giù il centrodestra, si rileva ancora nello studio ‘ipotetico’ dell’Istituto Cattaneo, è largamente prevalente.
Il M5S tornerebbe ad essere competitivo e a vincere collegi dalla Campania in giù ma perderebbe il predominio che aveva nel 2018 in Puglia, Sicilia e Sardegna. Nella seconda ipotesi si immagina un centrodestra a due gambe con un tandem tra Lega e Fratelli d’Italia. Anche in questo caso, l’ipotetica coalizione, otterrebbe la maggioranza dei seggi: 333 di cui 170 con il proporzionale e 163 nei collegi uninominali. Al centrosinistra andrebbero 142 seggi (107 nei proporzionali e 35 negli uninominali), ai 5 Stelle 103 seggi (71 proporzionali e 32 uninominali) e a Forza Italia 36 seggi. Il centrodestra formato solo da Lega e Fdi, perderebbe qualche collegio in Piemonte e Liguria ma il suo vantaggio, nel nord Italia, rimarrebbe nettissimo.
In Toscana e in Emilia Romagna il centrosinistra guadagnerebbe qualche seggio in più ma Marche e Umbria rimarrebbero nelle mani del centrodestra che sarebbe prevalente anche dal Lazio in giù. Il M5s tornerebbe ad essere competitivo e a vincere dei collegi a macchia di leopardo dalla Campania in giù con una netta contrazione in Puglia, Sicilia e Sardegna rispetto al 2018. Una simulazione che come lasciano intendere i ricercatori del Cattaneo va comunque presa con le pinze. “Proiettare i voti di un’elezione sui collegi di un altro tipo di elezioni - hanno precisato Valbruzzi e Vignati - è sempre un’operazione rischiosa che deve affrontare problemi generali e specifici e non può essere considerata ‘una previsione’”. Il problema, ad esempio, è relativo all’affluenza “come considerare gli elettori – scrivono i due esperti dell’Istituto Cattaneo - che non sono andati a votare domenica ma con tutta probabilità ci sarebbero andati se l’elezione fosse stata per il parlamento italiano?”. Inoltre, il M5S è in genere “penalizzato - concludono - nelle elezioni di second’ordine come europee, amministrative, regionali”.
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