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Politica
Ex Ilva, Di Maio: 'Se si porta avanti i patti non ci sarà nessun problema'

Rilancio Taranto: Di Maio, ci sono 700 milioni impegnati

“L’ultima volta che sono venuto qui a Taranto c’erano un miliardo di euro di investimenti assegnati e solo 300 mln impegnati. Oggi veniamo qui dopo due mesi e ci sono in tutto 700 mln impegnati”. Lo ha detto oggi a Taranto, al suo arrivo in Prefettura per un vertice con altri 5 ministri (Costa, Bonisoli, Trenta, Grillo e Lezzi), il vice premier Luigi Di Maio. Il vice premier si è riferito allo stato di attuazione del Contratto istituzionale di sviluppo istituito da una legge del 2015 per il rilancio di Taranto utilizzando risorse vecchie e nuove per una serie di interventi: porto, infrastrutture, bonifiche ambientali, potenziamento della sanità, rigenerazione urbana. “La cosa più importante - ha detto ancora Di Maio - è che entro settembre, quando tornerò a Taranto la prossima volta, avremo la possibilità di vedere  500 mln in fase di esecuzione, che significa che saranno assegnati ai progetti”. “La Zona economica speciale ionica è stata sbloccata - ha sostenuto Di Maio -, a questo punto è operativa per attrarre investimenti, e per quanto riguarda il centro storico i 90 mln sono stati assegnati ai progetti perché l’altra volta c’erano 90 mln di euro ma non c’erano i progetti assegnati” ha aggiunto Di Maio riferendosi alle risorse del Cipe per Taranto. “Oggi firmeremo un importante protocollo di intesa affinchè l’Arsenale di Taranto, con 30 milioni di euro, possa diventare aperto ai turisti e un museo con un dual-use - ha poi annunciato Di Maio riferendosi all’abolizione stabilimento industriale della Difesa che si occupa della manutenzione e dei lavori alle navi militari -. L’Arsenale avrà la sua funzione di Arsenale ma allo stesso tempo sarà creato un Museo e sarà un’attrattiva turistica”.

Ex Ilva, Di Maio: "Se si porta avanti piano ambientale nulla da temere"

"Io credo che se si porteranno avanti i patti come li abbiamo sottoscritti, cioè se si porterà avanti il piano
di aggiornamento degli impianti, il piano ambientale e la copertura, non ci sarà nessun problema e non ci sarà nulla da temere". Così il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti, prima del Tavolo istituzionale nella Prefettura di Taranto, dove sono presenti altri 5 ministri e un viceministro, a proposito del rischio di chiusura paventato dai nuovi gestori di Arcelor Mittal nei giorni scorsi prima dell'approvazione alla Camera del decreto 'Crescita' (ora è al Senato) che prevede l'eliminazione dell'immunità penale per vecchi e nuovi gestori dello stabilimento siderurgico ex Ilva.

Ex Ilva, Di Maio: "Problema immunità penale è risolto, non c'è più"

"Il problema immunità penale perché non c'è più. Questo è il nostro obiettivo. Non è assolutamente un atto contro i lavoratori, né contro Arcelor Mittal". Ad affermarlo è il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, a Taranto, parlando con i giornalisti, a proposito della norma del Dl Crescita già approvata alla Camera, che ora passerà al vaglio del Senato e che prevede l'abolizione dell'immunità penale per vecchi e nuovi gestori dell'Ilva.

"Semplicemente la Corte costituzionale - ha proseguito - si sarebbe espressa sull'immunità penale, probabilmente in autunno, e siccome abbiamo sempre detto che su quella norma avevamo delle perplessità, è giusto dire in questo momento che non debbano esistere immunità penali in una situazione così complicata come quella di Taranto". Quanto al fatto che la Lega ha presentato un ordine del giorno dove impegna il governo a verificare l'impatto dell'eliminazione dell'immunità penale, ha detto: "noi verifichiamo sempre l'impatto prima di fare una norma".

"Io credo che se si porteranno avanti i patti come li abbiamo sottoscritti, cioè se si porterà avanti il piano di aggiornamento degli impianti, il piano ambientale e la copertura, non ci sarà nessun
problema e non ci sarà nulla da temere", ha poi detto., prima del Tavolo istituzionale nella Prefettura di Taranto, dove sono presenti altri 5 ministri e un viceministro, a proposito del rischio di chiusura paventato dai nuovi gestori di Arcelor Mittal nei giorni scorsi prima dell'approvazione alla Camera del decreto 'Crescita' (ora è al Senato) che prevede l'eliminazione dell'immunità penale per vecchi e nuovi gestori dello stabilimento siderurgico ex Ilva.

 

 

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