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Politica
Torino, terremoto Appendino. Profumo medita di dimettersi


Ha mantenuto la calma davanti alle telecamere ed ai taccuini, l'aplomb sabaudo che contiene le emozioni forti come la rabbia o la sofferenza. Ma lontano dai riflettori, Piero Fassino ē apparso furioso ai pochi intimi che lo hanno avvicinato. Tanta furia sfociata nelle dichiarazioni post voto contro il suo successore Chiara Appendino colpevole, secondo l'ex sindaco di Torino, di avere già stilato "liste di proscrizione" oltre ad aver chiesto la testa di Francesco Profumo presidente della Compagnia San Paolo nominato - forse improvvidamente o nella certezza fassiniana di essere riconfermato già al primo turno - solo poco tempo fa. " Mi aspetto un passo indietro da chi si ē aumentato lo stipendio" aveva detto, esplicita, la Appendino. E Profumo che, per diventare numero uno della Compagnia aveva lasciato la multiutility Iren, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it l'avrebbe presa così male da meditare le dimissioni.

In attesa che si capisca che succede anche nelle altre partecipate, il sindaco - ammalata come la sua bimba di 5 mesi, Sara che domenica scorsa aveva 38 di febbre- ha mandato a Fassino che parlava anche di "invidia sociale" - come segno caratteristico della campagna elettorale grillina - un messaggio inequivocabile. "Altro che liste di proscrizione" ha detto ai suoi "io mi ispiro solo alla glasnost ed alla trasparenza. E mi impegno a non fare nomine negli ultimi 6 mesi del mio mandato".

Effettivamente il tema di un Fassino sempre più vicino all'elite bancario finanziaria ma distante dalla città reale, tiene ancora banco. Alcune mosse dell'ex segretario dei Ds come quello di farsi "promuovere" dal banchiere Enrico Salza o dallo stesso entourage dell'ex Fiat, si sono rivelati autentici boomerang soprattutto se sommati al carattere, certo non facile nē umile, del Nostro. Convinto fino all'ultimo che la Appendino sarebbe stata un competitor vincibile, Fassino ha giocato tutto sul look alla Sergio Marchionne, maglioncino blu e sorriso di circostanza, sfondando solo - al ballottaggio - nel centro torinese. La vicenda di Profumo che ha avuto dalla Compagnia un aiuto notevole ( più 400 Mila euro per il budget destinato anche agli emolumenti) non ha certo giovato così come il feeling con gli imprenditori. "Chi vota non sono i banchieri o gli imprenditori ma la gente" dicono adesso a Torino. Piccato con lo stesso Matteo Renzi ("Il voto a Torino ha scontato l'effetto referendum pro o contro Renzi") Fassino ha già messo le mani avanti: non vuole incarichi " consolatori". Nessuno in realtà ci stava pensando anche perchē un periodo di riposo nei prossimi mesi all'ex sindaco non può che fare bene. 

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