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Politica
Fdi in marcia per superare il 5%.L'ipotesi di un ruolo Ue per la Meloni
Foto: LaPresse

di Vincenzo Caccioppoli

Tutti parlano in questi mesi del grande, indiscutibile successo elettorale di Salvini e della Lega, ma pochi forse sottolineano quello che sta facendo in questi mesi il partitino di Giorgia Meloni. In punta di piedi, ma con il carattere e con piglio autoritario che da sempre la contraddistingue e che le hapermesso di farsi largo in un partito ultramaschilista come AN, la ragazza della Garbatella continua a crescere sia come partito e sia come successo personale.

Nelle ultime elezioni regionali, compreso in Basilicata domenica scorsa, il partito della Meloni ha mostrato come la sua formazione politica rappresenti ormai un baluardo per le vittorie del centrodestra. In Abruzzo e in Sicilia un suo candidato ha stravinto, malgrado lo scetticismo iniziale degli stessi alleati di coalizione. E questa sua caparbietà ha permesso non solo la sopravvivenza del suo partitino, ma anche la sua costante crescita nei consensi. Alzi la mano chi due anni fa avrebbe scommesso un cent su un simile successo elettorale di FDI. D'altra parte basta guardare la fine che hanno fatto i vari partitini da Monti a Di Pietro per non parlare del fallimento di Leu, tutti durati il battito delle ali di un airone.

La Meloni invece, senza arretrare di un passo dalle sue posizioni, che sono quelle di una destra moderata e liberale, ha saputo attendere il momento giusto senza arroccarsi in una critica senza costrutto, come quella operata dal partito di Berlusconi, ma anzi arrivando anche ad offrire un appoggio esterno ad un governo con i 5 stelle (lontanissimi dalle sue idee politiche), quando pareva che la formazione di un governo fosse un rebus senza soluzione. La Giorgia nazionale proprio in quel frangente ha dimostrato tutta la sua maturità e responsabilità.

Si racconta che questo gesto sia stato molto apprezzato anche dalle parti del Quirinale. Ed in effetti quello che ad alcuni è sembrato un estremo tentativo di visibilità, si è dimostrato invece un'altra scelta vincente, come quasi tutte le ultime mosse fatte dalla Meloni. Salvini non a caso ha sempre cercato di mantenere una corsia preferenziale con lei, mentre da sempre ha mostrato un atteggiamento di chiusura con Berlusconi e con Forza Italia.

Secondo gli ultimi sondaggi addirittura c'è chi prevede per Fdi il superamento, alle prossime elezioni europee, della soglia del 5%, che rappresenterebbe un risultato storico. Tutto questo poi considerando anche le difficoltà di chi deve anche superare da sempre quel costante pregiudizio che aleggia da sempre sulle donne che fanno politica nel nostro paese. Senza dover scomodare giganti come Nilde Iotti, occorre sicuramente notare come la sua figura rappresenti ormai una delle più importanti risorse politiche del nostro Paese, in un mondo, come detto, che continua a mantenere una certa diffidenza verso il sesso debole.

Non sappiamo quali siano gli obiettivi e i propositi della Giorgia nazionale per il futuro, ma sicuramente fare un pensiero ad una poltrona che conta in Europa, potrebbe essere un progetto interessante sia a livello personale che perla sua tutto sommato giovane formazione politica. Considerando che Renzi ha nominato una scialba Mogherini al ruolo di alto rappresentante per gli affari esteri, non si capisce come lei non possa assurgere ad un ruolo di uguale o addirittura maggiore lignaggio.

Forse la Meloni aspira a rimanere a Roma, per mantenere quel ruolo di protagonista della scena politica nazionale, conquistato in questi mesi e che proprio dalle prossime elezioni europee potrebbe avere quella spinta decisiva. Ma trasferendosi a Bruxelles, Giorgia Meloni oltre a rappresentare una risorsa importante per il nostro paese nelle stanze che contano della nuova e rinnovata Europa, farebbe anche comoda a se stessa, ricevendo anche quella consacrazione internazionale, già in parte ricevuta con l'importante invito come unica relatrice politica, alla recente importante convention annuale del partito repubblicano americano “Conservative Political Action Conference” (CPAC).

Inoltre proprio in quella occasione ha dimostrato di possedere anche una ulteriore dote, che manca a quasi tutti i politici italiani, e cioè una buona padronanza della lingua della perfida Albione. Cosa che certo non guasta sopratutto se si aspira a cariche internazionali. Ci pensi seriamente la Meloni a questa prospettiva che in questo caso non sarebbe come molti pensano un modo per estrometterla dalle contese di casa nostra, ma sarebbe invece un premio alla sua caparbietà e alla sua figura politica, che potrebbe cosi avere una visibilità che non potrebbe che portarle ulteriori consensi anche in patria.

Senza contare che gli appuntamenti a livello di politica finanziaria che aspettano il nostro paese nel prossimo futuro, rischiano di essere una sorta di Everest da scalare e poterli gestire da un ruolo di prestigio in Europa, potrebbe rappresentare certamente un valore aggiunto, sia per lei che per il nostro paese. L'alternativa per lei sarebbe magari di far parte di un governo rabberciato, anche da una posizione di inevitabile minoranza, che al primo duro ostacolo sarebbe travolto, con gravi conseguenze per chi in quel caso avrebbe la sventura di farne parte.

E d'altra parte non si potrebbe dire che per lei questo sarebbe una fuga dalle responsabilità, perchè in questa difficile situazione dal punto di vista della politica di bilancio, si sarebbero cacciati quelli stessi che a maggio hanno sdegnosamente rifiutato il suo appoggio. E poi magari da un ruolo prestigioso nella commissione europeo, la Meloni potrebbe sicuramente essere di maggiore aiuto anche al nostro paese.

Le sfide che attendono la nuova Europa potrebbero avere proprio la minuta ma caparbia ragazza romana fra i protagonisti, per fare si che la classica frase “Per una Italia che conti di più” non rimanga uno slogan, troppe volte abusato solo in campagna elettorale. Ovviamente la scelta spetta solo a lei, perchè siamo certi che il vero protagonista delle prossime elezioni europee e cioè Salvini non potrà che appoggiare una eventuale candidatura della Meloni nelle stanze che contano di Bruxelles.

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