Via i finiani dal governo. La nuova strategia del Cav
Un documento da far votare all'ufficio di presidenza del Pdl e un ordine del giorno da portare in Aula alla ripresa dei lavori parlamentari per ribadire, tra l'altro, che Fini non e' superpartes nel suo ruolo istituzionale. Silvio Berlusconi con i massimi dirigenti di via dell'Umilta' lavora su questo doppio binario, in preparazione di un suo possibile intervento in Aula. E tra le ipotesi allo studio c'e' quella di inserire, gia' nel documento, il criterio di incompatibilita' degli incarichi dei finiani nel partito e di aprire la discussione anche sulla presenza degli esponenti di 'Futuro e liberta'' nel governo.
Silvio Berlusconi
Una linea dura, dunque, nei confronti di chi ha deciso di seguire il presidente della Camera. Linea dura anche sui provvedimenti che arriveranno in Parlamento in modo da ottenere - come afferma La Russa - "una maggioranza politica e non solo numerica". Per il momento, invece, linea 'soft' per quanto riguarda l'eventualita' di chiedere subito il voto. Il premier non avrebbe nascosto, nei suoi ragionamenti privati, anche una certa irritazione per i toni eccessivi usati dal Carroccio nel chiedere le urne. Ora - questa la sua posizione - occorre procedere in modo cauto, non c'e' bisogno di creare situazioni irriversibili. Percio' Berlusconi vuole concentrarsi solo sul dibattito parlamentare.
Non ci dovrebbe, pero', essere una vera e propria mozione di fiducia sui famosi cinque punti, proprio per non concedere ai finiani lo strumento di sostenere l'esecutivo. La strategia verra' definita nella riunione a palazzo Grazioli. Il vertice di Arcore e' terminato con una richiesta di intervento del Colle. Tuttavia il Cavaliere non ha ancora chiesto un incontro a Giorgio Napolitano. Anche perche' gli emissari di Berlusconi presso la presidenza della Repubblica hanno riferito il ragionamento del Colle: nessuna possibilita' di muoversi, ne' su Fini tantomeno sull'eventualita' di urne anticipate visto che in Parlamento esiste una maggioranza.
Il Capo dello Stato sottolinea la necessita' di non interferire con le istituzioni che restano autonome e ritiene doveroso restare fuori dal 'ring': ovvero tutto dovra' accadere in Parlamento. Il premier tuttavia e' pronto anche ad andare in piazza (una manifestazione e' in programma per il 3 ottobre a Milano). Gianfranco Fini lo invita, invece, ad andare avanti ed e' dell'idea che non ci sara' nessuna richiesta di dimissioni al Colle. Fini ha spiegato ad Enrico Mentana che in caso di caduta del governo la parola passerebbe proprio al Capo dello Stato.
Berlusconi ha deciso di frenare per ora anche se ai suoi ha ripetuto che non e' da scartare l'idea di cercare un incidente. Ma sui temi che riguardano il programma e non su provvedimenti riguardanti la giustizia. Non e' affatto tramontata neanche l'ipotesi che sia il Carroccio a decretare la fine della legislatura. Nel Pdl si pensa che Fini si stia preparando a sostenere un governo di transizione a guida Pisanu. A palazzo Madama l'ex ministro dell'Interno potrebbe contare sull'appoggio di alcuni senatori sardi e avere il si' dell'opposizione. Il diretto interessato, tuttavia, nega qualsiasi suo coinvolgimento anche se rimarca l'anomalia della mossa di Berlusconi e Bossi di ieri sera. "Fli e' pronta alle elezioni in primavera, se non c'e' il Pdl ci sara' altro", ha osservato l'ex leader di An che potrebbe in caso di elezioni unirsi con Casini, Rutelli e Montezemolo.
Proprio per evitare che Fini si organizzi il Carroccio vorrebbe andare subito alle urne. "Occorre uscire dal pantano", ha tuonato Umberto Bossi ribadendo la sua intenzione anche durante il breve Consiglio dei ministri. Nel caso si andasse ad elezioni in primavera la Lega potrebbe chiedere a Berlusconi la candidatura a sindaco di Milano per Roberto Maroni. Al momento tuttavia e' inutile parlare di nomine ed infatti neanche oggi si e' deciso il sostituto di Claudio Scajola allo Sviluppo. Il nuovo responsabile del dicastero di via Veneto potrebbe arrivare nel prossimo Consiglio dei ministri. Sempre secondo quanto viene riferito non sarebbe del tutto scontata la scelta di Romani e oggi circolavano anche i nomi di Annamaria Bernini e Luigi Casero.
AL VIA I LAVORI ALLA CAMERA. Oggi riprende l'attivita' della Camera. Per il Senato bisognerà attendere invece il 15 settembre per la prima seduta. Due gli appuntamenti a Montecitorio: alle 12 è prevista la riunione dei capigruppo con il presidente Gianfranco Fini; alle 17 lo stesso Fini comunichera' all'Aula il calendario dei lavori della Camera. Oggi e' quindi la prima occasione per verificare gli orientamenti parlamentari di Pdl e Lega dopo il discorso di Fini a Mirabello di domenica scorsa. Cosa proporranno i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Marco Reguzzoni? Verra' annunciato un possibile discorso di Silvio Berlusconi per la prossima settimana? Come si articoleranno i cinque punti programmatici (giustizia, fisco, sicurezza, Mezzogiorno, federalismo) su cui il governo ha annunciato di volere impegnarsi nei prossimi mesi? C'e' da verificare anche quali sono i rapporti formali tra i capigruppo di Pdl e Lega nei confronti del presidente della Camera dopo le ripetute richieste di dimissioni.



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