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Politica
Fisco, caro ministro Matteo Salvin: è l'ora del Grande Fratello sui Rom
Foto LaPresse

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini,

hanno inventato il Grande Fratello fiscale per controllare minuziosamente i contribuenti italiani e adesso, forse, sarebbe arrivato il momento di mettere il naso anche nelle tasche dei cittadini rom. I quali molto spesso hanno nelle loro disponibilità proprietà di lusso di vario genere, beni come auto di grossa cilindrata e molti preziosi, insomma molti rom mantengono un tenore di vita altissimo pur non avendo mai dimostrato di lavorato regolarmente. Questo non è solo il mio personale pensiero che sicuramente a detta dei soliti ipocriti di sinistra verrebbe etichettato come razzista ma lo dimostra anche il rapporto del Pew Research Center, secondo cui ben il 60% dei rom presenti in Italia (una media molto più alta del resto d’Europa) non lavora.

Molti dei beni da loro posseduti, se ne deduce, sono verosimilmente frutto di attività illecite, considerando gli stessi rilievi svolti dalle forze dell’ordine a proposito dei furti in abitazione. Nel 2013 ad esempio , nella sola città di Roma, su 2500 arresti per rapine e furti in casa oltre il 50% riguardava immigrati, in buona parte cittadini slavi e rumeni di etnia rom. Una percentuale altissima se rapportata alla presenza effettiva di rom di etnia straniera in Italia. Numeri confermati anche dalla significativa percentuale di furti compiuti da minori rom sul totale di furti messi in atto da minori in Italia: stando a una ricerca dell’associazione Geordie onlus, su circa 4000 minori passati nei Centri di giustizia minorile nelle regione centrali italiane, ben 1434 (cioè più di un terzo) erano minori di etnia rom.

Allo stesso modo è un dato acquisito che i rom godano di fondi pubblici sproporzionati rispetto al resto della popolazione italiana. Solo per Milano, ad esempio era stato stanziato un fondo di 13,6 milioni di euro per affrontare l’emergenza nomadi: soldi che, da quando a Palazzo Marino si sono insediati come sindaci dapprima Pisapia e poi Sala , sono stati spesi soprattutto non per attuare sgomberi e bonificare le aree dove si erano insediati i rom e dove proliferava l’abusivismo, come pure sarebbe stato logico, ma per favorire l’integrazione, l’inserimento sociale e il lavoro educativo per i minori rom e per avallare una politica abitativa che avrebbe permesso” l’auto costruzione delle proprie case» da parte delle comunità nomadi. Insomma, incentivi statali a fondo perduto.

Oggi si calcola addirittura che, tra il 2005 e il 2016 a Napoli, Roma e Milano (le città che ospitano le più numerose comunità rom) siano stati stanziati almeno 100 milioni di euro per allestire e mantenere i campi nomadi. Vi sembra dignitoso per uno Stato come il nostro, già in serie difficoltà economiche? Non proprio. Tanto più che solo in rari anzi rarissimi casi quegli stessi rom, pur possedendo beni di valore, pagano le tasse. Lo confermano casi come quelli riportati dalle cronache.

A inizio 2014 ad esempio la Guardia di Finanza scoprì a Roma un’intera comunità rom composta da evasori totali: possedevano infatti un vero e proprio tesoro, superiore ai 2 milioni di euro, tra contanti, libretti di deposito, obbligazioni e gioielli custoditi presso istituti bancari, senza aver mai denunciato alcunché allo Stato. Eppure, nonostante questi dati e fatti inconfutabili, continua a perpetuarsi in Italia la retorica buonista di sinistra sulla necessità di aiutare i rom ad “integrarsi” nelle nostre città. Da ultimo lo stesso sindaco di Milano del Pd Beppe Sala ha ribadito che occorre permettere un’integrazione delle comunità rom attraverso politiche abitative ed educative.

Si tratta dell’ennesimo fumo gettato negli occhi dei cittadini: i rom sono i primi a non volersi “integrare”, rifiutando la mentalità borghese-occidentale dello studiare-lavorare-avere una casa, mal digerendo da nomadi l’idea della stanzialità nel senso di un’abitazione fissa, e spesso non accettando neppure che esistano campi legali a loro destinati preferendo occupare abusivamente delle aree, con tanti saluti al rispetto delle nostre leggi. Allora, a che serve continuare a diffondere questa propaganda dell’integrazione di sinistra ? Probabilmente soltanto a foraggiare quelle cooperative rosse che, in tal modo, fanno affari, lucrano sulla costruzione e la gestione dei campi e trasformano l’ideologia sinistrorsa in una mangiatoia per i loro interessi. Il caso di Mafia Capitale è esemplare: l’indagine coordinata dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, al quale va tutta la mia più profonda stima e ammirazione perché grande servitore dello stato e grande professionista , ha svelato gli intrecci tra le politiche per l’integrazione dei nomadi e i benefici per chi le coordinava materialmente, con un business ha calcolato l’associazione 21 Luglio pari a 24 milioni di euro annui, distribuiti tra cooperative, associazioni e aziende che gestivano gli insediamenti. In molti di quei casi, va da sé, c’era lo zampino del malaffare.

Allora io, da imprenditore, mi indigno e mi chiedo: perché tanti cittadini italiani onesti che, a differenza di molti rom vivono in condizioni di indigenza e nondimeno si arrabattano per lavorare e pagare le tasse, non ricevono in cambio dallo Stato neppure uno straccio di assistenza e tanto meno di indulgenza? Sono forse meno degni di aiuto, sono vittime sacrificali (loro sì) della discriminazione?

Per far fronte a questa situazione di emergenza e disparità vorrei proporre al Ministro Dell’Interno Matteo Salvini che ad oggi è l’unico politico che sta dimostrando concretamente al paese di risolvere determinati problemi sui quali ha speso delle promesse in campagna elettorale, alcune soluzioni drastiche per dare una risposta una volta per tutte a questa vera e propria ingiustizia sociale verso gli italiani. In primo luogo come ha giustamente già annunciato Matteo Salvini sarebbe opportuno censire tutte le comunità rom presenti in Italia, identificando i loro membri con foto segnaletiche e impronte digitali, con buona pace della privacy e della sinistra ipocrita e falsa che pensa urlando allo scandalo di ottenere un po’ di visibilità ma che nel concreto sta ancora di più accentuando il distacco politico con gli italiani ed in particolare con buona parte del suo elettorato composto da persone per bene che esigono che le leggi e le regole vengano una volta per tutte rispettate da tutti anche dai rom tanti dei quali fino ad oggi ne hanno fatto volentieri a meno.

Ne va della sicurezza delle persone per bene e oneste che non avrebbero nessun tipo di problema a farsi prendere le impronte digitali e a farsi fotosegnalare per una questione di sicurezza pubblica. Quindi , dire basta alle sovvenzioni di Stato e ai fondi ad hoc per gestire i campi rom. Bisogna che lo stato dimostri tramite l’operazione di radere al suolo tutte le oscene baraccopoli abusive sperse per tutta la nostra penisola perché le regole e le leggi vanno rispettate da tutti per cui anche dai rom; ancora, aumentare i controlli da parte delle forze dell’ordine per cercare di reprimere in flagrante le attività illecite dei rom e fare controlli sistematici sui loro conti e i loro beni, provando a risalire alla loro provenienza, più o meno sospetta; infine, adottare un metodo che in altri Paesi viene utilizzato molto più frequentemente che da noi: se uno straniero di etnia rom viene arrestato, anziché essere messo nelle nostre galere, dovrebbe essere estradato nel suo Paese, con la condizione di non tornare mai più in Italia, pena l’essere condannato (allora sì) a un numero moltiplicato di anni nelle nostre prigioni senza nessuno sconto di pena.

Solo così si può evitare lo sperpero di soldi pubblici, migliorare la sicurezza e la vivibilità delle nostre città e dare un messaggio di fermezza contro chi delinque: non aiutiamo più chi vive a scrocco ma se reo e straniero lo rimandiamo volentieri nel suo Paese. Anche in tal senso è urgente imporre delle regole ben precise alla comunità rom presente in Italia. Non è più possibile accettare il doppiopesismo per cui gli onesti contribuenti italiani sono tenuti a rispettare la legge, pagare le tasse e venire perseguitati da un fisco che vuole sapere anche quanti passi fanno in un giorno, mentre alcuni rom possono comportarsi come meglio credono, violando le norme più elementari della convivenza, non pagando alcuna tassa e dichiarando di essere nullatenenti, sebbene abbiano disponibilità economiche importanti, in quanto sanno che purtroppo nel nostro Paese probabilmente non verranno mai controllati.

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