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Politica
Genova, dopo gli applausi il governo ha un'aspettativa da non deludere

Il "Corriere della Sera"-a corredo della convincente analisi, vergata, ieri, da Antonio Polito, sul significato, politico, dei fischi affibbiati, ai funerali di Genova, agli ex ministri del PD, Roberta Pinotti e il lugubre segretario, Martina, e sugli applausi, riservati a Conte, Mattarella, Di Maio e Salvini-ha inserito le immagini di dissensi, manifestati in cerimonie pubbliche del recente passato. Quando emergeva la rabbia contro i big al potere. Molto rari, invece, i consensi ai premier e ai componenti degli esecutivi, soprattutto in contesti tragici.

Assai più frequenti i dissensi, i fischi, gli spintoni (il Presidente, Scalfaro, alle esequie della scorta di Borsellino, fu sottratto al linciaggio dal Pm Ayala) e i lanci di monetine (a Craxi, agli albori di Tangentopoli, davanti all'hotel Raphael). Non si era mai vista una scena simile a quella di Genova. L’unico precedente, forse, è quello del terremoto in Irpinia, quando il presidente Pertini, il 26 novembre 1980, davanti alle telecamere gridò “vergogna!” perché – a 48 ore dal sisma – gli aiuti tardavano ad arrivare. Il Presidente fu coralmente applaudito dalla gente e dai media.

Tuttavia, in quel caso, non si trattava del governo, ma del Capo dello Stato, che non ha responsabilità operative e che, con serie ragioni, ma forse pure con un po’ di populismo, alzava la sua voce di protesta.

In quel caso, il vertice dello Stato si schierava contro il governo. Invece, a Genova, proprio il governo – nella persona dei due giovani ministri più rappresentativi – è stato applaudito dalla gente per il suo operato.

I lettori meno giovani, forse, ricorderanno che, nel maggio del 1984, si svolse, a Verona, il 43° Congresso nazionale del Psi e Bettino Craxi (1934-2000) venne riconfermato segretario, per acclamazione, dai delegati.

Enrico Berlinguer (1922-1984), segretario del Partito Comunista Italiano, fu accolto dai delegati socialisti con una selva di fischi. Una rottura, quella tra il PSI e il PCI, che si era consumata con il varo del "decreto di San Valentino" sulla scala mobile (14 febbraio 1984) con Craxi Presidente del consiglio, avversato dai comunisti e dalla Cgil di Lama (1921-1996). E il leader socialista, a Verona, diede ragione ai suoi compagni : "Peccato che non sappia fischiare-disse- altrimenti, lo avrei fatto anch'io...".

Poche settimane dopo, l'11 giugno 1984, Berlinguer morì, a Padova, stroncato da un ictus cerebrale, durante un comizio, molto sofferto e applaudito dai compagni, in vista delle elezioni europee.

E fu un socialista, non craxiano e sempre autonomo, SANDRO Pertini (1896-1990), Capo dello Stato, a riportare a Roma, sull'aereo presidenziale, la salma del suo amico Berlinguer. E, alle affollatissime esequie del capo del PCI, venne fischiato l'allora premier, Craxi. Invece, al rito funebre di Bettino, ad Hammamet, vennero contestati il ministro Dini e il sottosegretario Minniti, rappresentanti del governo D'Alema, che non aveva dato il via libera al ritorno a Milano, per essere curato, dell'ex premier.

Tornando al dopo-strage di Genova, il governo deve, con le decisioni concrete, meritare il consenso. Quegli applausi devono far sentire a Salvini e Di Maio la grande, storica aspettativa (da non deludere), che grava su di loro. All'opposizione spetta, invece, il tentativo di svegliarsi da un lungo letargo e capire le ragioni della frattura, profonda, tra il vertice del PD e il popolo.

Alfredo D’Attorre (ex deputato Pd, oggi Leu) ha affermato : “Che per parte della ‘sinistra’ la preoccupazione più manifestata, dopo Genova, sia stata il crollo delle azioni di Atlantia è l’amara conferma che bisogna cambiare tutto. E in fretta, se non vogliamo che la parola sinistra resti impronunciabile, in Italia, per i prossimi 20 anni”.

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