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Angelo Maria Perrino

Genova, schiaffo al M5S e a Grillo. Dal tribunale ok alla Cassimatis

Annullata l'esclusione della vincitrice. M5S rischia di non partecipare con il suo simbolo alle Comunali

Genova, schiaffo al M5S e a Grillo. Dal tribunale ok alla Cassimatis

Il tribunale di Genova ha deciso: Marika Cassimatis ha ragione. Beppe Grillo non poteva cancellare il risultato delle comunarie genovesi a Cinque Stelle.  Annullate le due delibere con cui la Cassimatis veniva esclusa dal partito e con cui Luca Pirondini è stato scelto per correre alle elezioni con il simbolo dell’M5S. Accolto il ricorso presentato dagli avvocati Lorenzo Borrè e Alessandro Gazzolo.

Per il momento si tratta di un'ordinanza di sospensione in via cautelare, il merito verrà deciso più avanti. Il giudice ha stabilito che Beppe Grillo  ha violato lo statuto che permette l'accesso alle votazioni on line solo agli iscritti a Genova. Il giudice invece non si esprime sulla decisione del 6 aprile quando Grillo ha escluso la Cassimatis dalla piattaforma Rousseau.

Marika Cassimatis ha appreso la notizia questa mattina dai suoi avvocati, che hanno avuto la comunicazione sull'esito del ricorso via posta certificata. "Ho vinto su una questione di diritto _ dice  _ ora sono la candidata sindaca  dei Cinque stelle per Genova, la palla passa a loro, sono loro che devono decidere  cosa fare, possono sempre dire 'ci siamo sbagliati', adesso bisogna parlarsi fisicamente, perchè finora non è stato possibile". Su Facebook la Cassimatis ha annunciato la sua vittoria con un post che dice: "Abbiamo vintoooooo! #davidecontrogolia #genova2017 #m5s". ++ M5s: Cassimatis, 'Fidatemi di me' non ha valore  ++.  "Abbiamo vinto su una questione di diritto _ ha ribadito poi davanti alla scuola di Sestri Ponente dove insegna _ ora c'è grande entusiasmo. Sono il candidato sindaco", aggiungendo: "Il tribunale ha parlato e ha detto che il 'fidatevi di me' che Grillo ha usato per dire che non ero candidabile non ha valore giuridico".

"Un candidato c'è ed è Marika Cassimatis. Il Movimento, se non la candidasse, dovrebbe boicottare una decisione del giudice". Lo conferma l'avvocato Lorenzo Borrè che assiste la professoressa 'scomunicata' da Beppe Grillo. "Ho comunicato questa mattina a Cassimatis la decisione del giudice - ha detto Borrè - e mi ha risposto dicendomi "Evviva", era a lezione. Il presidente ha comunque accolto tutte le nostre richieste facendo proprie le nostre argomentazioni". Formalmente Cassimatis è in corsa per le comunali a Genova, ma Grillo potrebbe impedirle di usare il simbolo M5s, perché la titolarità è di un movimento diverso dal movimento che ha espulso la professoressa: il simbolo è di una associazione registrata da Grillo nel 2012, dal commercialista Andrea Nadasi e dal nipote di Grillo, l'avvocato Enrico Grillo. Grillo però guida entrambi.

Anche se Beppe Grillo è il "capo politico" del Movimento 5 Stelle non ha il potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche. Tali decisioni anzi sono vincolanti per lui e per gli eletti. E' quanto scrive il giudice Roberto Braccialini nell'ordinanza con cui ha accolto l'istanza di Marika Cassimatis. Il giudice fissa alcuni principi fondamentali per tutta la vicenda del "caso Genova". "Nonostante non sia particolarmente agevole ricostruire le regole organizzative del Movimento e l'istanza dirigista riconosciuta a Grillo, quest'ultimo non ha un potere di intervento nel procedimento di selezione delle candidature". Il giudice scrive anche: "Le assemblee telematiche producono deliberazioni vincolanti per il capo politico e per gli eletti", "Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, in materia di candidature locali, non si identifica nel "diritto di ultima parola".

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