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Politica
Giulio Di Donato prevede Davigo Presidente del Consiglio

Su “Il Dubbio” è uscita una interessante intervista di Giuseppe Picciano a Giulio Di Donato già vicesegretario del Psi ai tempi di Bettino Craxi che ha il merito di permettere alcune considerazioni sull’attuale e sulla futura situazione politica.

Di Donato fa un ragionamento basato su alcune considerazioni logiche partendo da certe premesse.

La premessa è che si vada alle elezioni con la legge attuale e che i Cinque Stelle conquistino la maggioranza relativa (se conquistassero quella assoluta con il 40 % dei consensi il discorso cambierebbe in termini di “purezza del programma” ma non di contenuto di fondo).

Dunque, sostiene Di Donato, vincendo il M5S il candidato premier o, secondo i più collaudati lessici della Prima Repubblica (a cui si tornerebbe) l’incaricato di formare il governo non potrebbe essere né Di Maio né Di Battista per ragioni, si intuisce, di opportunità politica e si cercherebbe una figura “forte”, giustizialista, giacobina che a questo punto non potrebbe essere che l’attuale presidente uscente dell'Anm Piercamillo Davigo, matrice Mani Pulite.

(Di Donato non fa il nome di Di Pietro ma tuttavia l’ipotesi non è completamente da scartare).

A questo punto si avrebbe, paventa Di Donato, un governo a forte caratterizzazione giustizialista visto che Davigo -come del resto ha recentemente affermato- vorrebbe partir da una “presunzione di colpevolezza” invece che “di innocenza” come invece vuole la Costituzione italiana.

In questo caso la svolta giustizialista sarebbe rischiosa per la tenuta democratica delle istituzioni non solo per la presenza di un magistrato come Davigo alla guida del governo ma anche per il “supporto” politico di una forza antidemocratica e populista come quella di Beppe Grillo.

A proposito dei rapporti tra politica e magistratura, in effetti, lascia basiti che sia stato un giudice ex avversario politico di Minzolini Gianicola Sinisi ha ribaltare il verdetto in secondo grado e riporta in essere anche l’attuale dibattito sui magistrati che non si dimettono dalla magistratura fanno politica e poi ci tornano. Dibattito stimolato nuovamente dall’attuale caso di Michele Emiliano.

Questa ipotesi che fa Di Donato e cioè di una personalità “forte” e laica per il M5S è da tenere i n attenta considerazione soprattutto con una sinistra divisa e a bassa intensità come l’attuale.

Nel contempo si formerebbe un supporto a Grillo fatto dal centro - destra  forse dalla sola destra d i Salvini - Meloni.

Questo salverebbe capra e cavoli perché Grillo non può stare con Berlusconi e gli basterebbero i voti della Lega e Fratelli d’Italia per governare.

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