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Politica
Giuseppe Conte parla al G7 la lingua del buon senso e della moderazione
Foto LaPresse

'Nessuna catastrofe -ha detto Juncker al G7 in Canada-sta succedendo. Non vogliamo dare alcuna lezione all’Italia, sono innamorato del Bel Paese e invito il Governo a mandare a Bruxelles una Commissione per mettere sul tappeto le richieste italiane’.

 

E nemmeno è stata una catastrofe la prima del nostro premier Giuseppe Conte. 

Anzi, nonostante quasi tutta la stampa italiana gli avesse creato un’immagine assolutamente negativa il neofita premier si è mosso con intelligenza e attenzione. Il commento più gentile che si è portato in Canada il nostro Professore è stato di essere ‘filoguidato’. 

Con tutto quello è stato scritto e discusso in Italia in questi primi giorni del nuovo Governo giallo-verde ci si chiede come lo spread non sia arrivato già a 500 e oltre.

 

Un lettore straniero che avesse avuto il piacere di leggere o seguire i talks show nostrani, questi si filoguidati, dell’ultima settimana avrebbe compreso solo una cosa: che l’Italia è in mano ad una congrega di incapaci filodestrorsi. Mai un Governo ha subito un fuoco incrociato dai media nazionali come è quello scaricato sui giallo-verdi. 

Giuseppe Conte al G7. Un'immagine negativa dai giornali italiani

 

Un Governo di ‘ quasi fuori di testa’ questa è la vera falsità che si è voluto far passare all’estero ma, fortunatamente, la realtà lentamente prende forma. 

In un G7 difficile Giuseppe Conte ha saputo prendersi i complimenti dei presenti, da Donald Trump ( per il successo elettorale ) a Emmanuelle Macron ( è un giurista e sa come funziona il meccanismo europeo)e soprattutto ha saputo muoversi alla pari dei suoi colleghi.

 

Ha fatto dichiarazioni decise sui media soprattutto per ribadire quanto sta a cuore all’Italia, quello cioè di essere difesa e non lasciata sola a fronteggiare la grande migrazione dal nord africa.

Giuseppe Conte al G7. La lingua del buon senso.

In un G7 che scricchiola, tenuto assieme solo dalla burocrazia di Bruxelles e da Francia e Germania, si è visto come il presidente americano non consideri più  l’Europa  come un partner a 360 gradi ma come un partner a tempo. Si è visto pure come ‘l’invitato di pietra’ Vladimir Putin, chiamato in causa per rientrare in un futuro G8, abbia ringraziato ma declinato l’invito.Certo il suo sguardo è indirizzato verso altre sponde quali quelle cinesi. 

 

E Conte si è subito dichiarato favorevole alla proposta di Trump pur confermando l'adesione alle scelte europee.

 

Forse possiamo cominciare a guardare con un po’ più’ di fiducia su chi ci sta guidando. Conte ha parlato in tre diverse lingue e con una quarta, che forse è comprensibile più di tutte le altre, quella del buon senso e della moderazione. Una lingua poco espressa dalla maggior parte dei media che invece dovrebbero, forse, essere più obiettivi e fare gioco di squadra per il bene del Paese.

 

 

 

 

 

 

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giuseppe conteg7 2018





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