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Politica
Giustizia, Nordio passa al contrattacco: “Riforma dell’avviso di garanzia”
Carlo Nordio

Scontro Governo-toghe, Nordio passa al contrattacco: “Serve una riforma dell’avviso di garanzia”

Voci, non ufficiali, ma sempre voci sono. Quelle di una svolta sulla riforma della giustizia, voluta sempre più fortemente dal ministro Carlo Nordio e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha tuonato: “Vogliono fermare le riforme ma noi andiamo avanti”. Soprattutto dopo gli ultimi scandali, che hanno travolto la ministra Daniela Santanchè e Andrea Delmastro.

Se su quest’ultimo caso da via Arenula è trapelata “l’irragionevolezza” dell’imputazione coatta per il sottosegretario, anche per quanto riguarda la vicenda Santanchè dal ministero arrivano notizie. In tutti i sensi.

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Adesso il ministro Nordio è pronto a intervenire sull’avviso di garanzia: dovrebbe tutelare l’indagato ma è diventato, da Mani pulite in poi, una clava politica. Le stesse “fonti ministeriali” hanno rimarcato “lo sconcerto e il disagio per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato”. Cioè l’informazione di garanzia alla ministra del Turismo indagata per falso in bilancio. E il Guardasigilli ribadisce che il suo progetto di riforma appena approvato dal governo “mira ad eliminare questa anomalia, tutelando l’onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva".

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Ma anche in questo caso c’è un problema. Scrive il Corriere della Sera: “Fino a ieri, per quanto comunicato dall’interessata, Santanchè non ha ricevuto avvisi, e dunque le modifiche introdotte da Nordio (descrizione sommaria del fatto contestato, notifica a mezzo della polizia giudiziaria solo in casi di urgenza, divieto di pubblicazione fino al termine delle indagini preliminari) non avrebbero avuto alcuna incidenza sulla sua vicenda. I mezzi d’informazione hanno scoperto nel novembre scorso l’iscrizione sul registro degli indagati attraverso il deposito di altri atti non più segreti, e se la ministra avesse voluto avrebbe potuto sapere anche lei ufficialmente di essere inquisita, almeno dal febbraio scorso.

Sta di fatto che Nordio è pronto a intervenire: il decreto legge è già stato approvato in consiglio dei ministri: tra le altre cose cancella l’abuso s’ufficio, limita il ricorso all’appello ed estende il divieto di pubblicare le intercettazioni. Il ministro però è convinto che servano ulteriori strette. Anche sulle indagini preliminari, per aumentare la segretezza, e sull’iscrizione nel registro degli indagati, punendo la pubblicazione di atti coperti dal segreto istruttorio.

Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, chiarisce in particolare il caso della collega indagata per bancarotta e falso in bilancio. “La notizia della pendenza del procedimento viene da soggetti non legittimati, che la diffondono a mezzo stampa”. Con la riforma Nordio “sarà vietata la pubblicazione anche parziale di atti coperti sa segreto. L’informazione di garanzia non potrà essere divulgata fino alla conclusione delle indagini. Per evitare di scambiare un atto a tutela dell’indagato per una sentenza mediatica”. Resta da capire che cosa il Guardasigilli intende fare in concreto, al di là delle dichiarazioni mezze anonime a ruota di quelle della premier. Gli uffici tecnici del ministero, per ora, non hanno ricevuto input per ulteriori interventi legislativi.

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