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Politica
Governo, anatra zoppa all'italiana

L’anatra zoppa è un termine che si utilizza nel gergo giornalistico per definire quella situazione della politica americana, in cui si verifica che un presidente di un schieramento si trova a dover governare con un parlamento con maggioranza in mano allo schieramento avverso. Questa situazione forse potrebbe descrivere bene anche la situazione attuale della politica nostrana. Non chiaramente perché il parlamento sia differente rispetto al governo, essendo la nostra una democrazia parlamentare e non presidenziale come in Usa, ma proprio analizzando la situazione attuale della variopinta maggioranza che governa. E’, infatti ormai evidente come il governo giallo verde sia di fronte ad una situazione piuttosto complicata, che le infinite polemiche, al limite del litigio,  fra i due azionisti di maggioranza della coalizione hanno ormai palesato. Ci troviamo infatti di fronte ad una Lega che è espressione del mondo del fare e che porta avanti istanze che mirano alla crescita della produzione, agli investimenti ad una fiscalità più equa e ad un rilancio delle imprese e della occupazione. Dall’altra parte invece si trova una formazione politica che sembra puntare piu all' immobilismo e alle politiche assistenzialistiche, con i suoi continui no e i suoi troppi distinguo. Politica questa dell'attacco frontale alla Lega e della difesa, a parole delle fasce deboli, che pare avre trovato nuova linfa vitale dai sondaggi, tornati dopo tanto tempo  a sorridere a Di Maio &C. L’ esempio della infinita polemica sulla realizzazione delle grandi opere ne è una riprova lampante. Il movimento 5 stelle insegue idee che puntano a fermare qualsiasi cosa che possa avere a che fare con i governi precedenti. Ecco perché l' immagine dell'anatra zoppa ben si attaglia alla situazione della attuale maggioranza. In America si è assistito, lo scorso anno, infatti al più lungo shutdown della storia, proprio perchè i democratici non volevano dare il benestare a Trump ai finanziamenti per la costruzione del suo muro ai confini con il Messico. E allo stesso modo i cinque stelle sembrano voler negare il proprio assenso sulle politiche che tanto stanno a cuore alla Lega e ai suoi elettori. In un muro contro muro che continua ad andare a nocumento del paese, che già si trova in una situazione tutt'altro che rassicurante. La Lega non può permettersi di perdere consensi ( i sondaggi danno una leggere flessione in questi giorni) tra  la sua base, ma i cinque stelle non sembrano voler cedere di un centimetro.  Questo perchè, forse, sembrano interessati ad aumentare i loro consensi, attingendo dal serbatoio del Pd  ( molto lontano dall'aver risolto i suoi problemi), riempendo un vuoto a sinistra e portando avanti istanze che hanno un vago sentore di vetero comunismo anni ottanta. Lo stallo di questi giorni ne è una logica conseguenza. Ma si sa le elezioni sono alle porte e quindi è il momento di tirare fuori tutto quello, anche se un po' marcescente, che può portare fieno in cascina, costi quel che costi. E quindi in questo caso, ancora una volta, bisogna scomodare il grande  Alcide De Gasperi, quando chiosava come i politici pensano alle prossime elezioni mentre gli statisti alle prossime generazioni. Ma le elezioni sono distanti un mese e mezzo e non si capisce davvero come si possa continuare con questa continua e stucchevole polemica quasi quotidiana. Salvini in questo caso, bisogna onestamente ammetterlo, pare come più la vittima di tutto ciò, malgrado non abbia mai avuto le fattezze di un simile ruolo. Gli “alleati” di governo sono arrivati addirittura ad accusarlo di pensare troppo a fare i selfie invece di lavorare ( da che pulpito..).Siamo al limite della decenza ed anzi bisogna riconoscere al buon Salvini doti di sopportazione, che forse nemmeno lui sapeva di avere. Ultima polemica in ordine di tempo è quella sulla flat tax, da sempre una della bandiere del programma  di governo della Lega. I cinque stelle controbattono che non si può fare per mancanza di fondi ( malgrado per il reddito di cittadinanza, nel contratto al pari della flat tax, non fosse stata utilizzata la stessa sensibilità verso i conti pubblici) e al massimo possono aprire per una flat tax progressiva, che sarebbe una contraddizione in termini, come ha fatto giustamente notare lo stesso leader della Lega. Resta da vedere, entrando nel merito della questione, se questa manovra sia veramente utile ad una riduzione delle tasse o se si riduca ad un semplice palliativo utile a pochi e addirittura dannoso per altri. Senza contare che Salvini e la Lega dovrebbero spiegare come e dove trovare i circa 12 miliardi che servirebbero per finanziare appunto la misura. Questo è il vero dilemma considerando che da qui a fine anno sulla testa del governo pende sempre quella mannaia dei circa 23 miliardi di euro da trovare per sterilizzare l'aumento dell'Iva. Forse un buon inizio e un vero cambiamento potrebbe essere quello di cominciare a lavorare sul taglio della spesa pubblica, per dare un senso alla definizione di “governo del cambiamento”, cosi enfaticamente presentato proprio dai 5Stelle. Ma su questo fronte fino ad ora non pare vedere un grande impegno da parte del governo in carica, che anzi proprio con misure come il reddito di cittadinanza rischia di aggravare ulteriormente proprio la spesa pubblica. Insomma più che un tagliando come si suole dire quando un governo si trova in una certa impasse, come in questo caso, forse bisognerebbe pensare ad una messa a punto più radicale, altrimenti meglio cambiare proprio auto, anche se all'orizzonte della politica modelli migliori di quello attuale non pare di vederne.

 

vcaccioppoli@gmail.com

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