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Politica
Governo Conte, Berlusconi dice no. Che errore

Silvio Berlusconi annuncia il voto contrario al governo Cinquestelle-Lega abbandonando Matteo Salvini al suo destino e sancendo di fatto la fine della coalizione di centrodestra. Non era affatto detto che finisse così. Anzi, al contrario, Forza Italia aveva annunciato una possibile astensione e un approccio  benevolo dando così il via libera a Salvini nella trattativa con i Cinquestelle. Anche perché ad Arcore si temevano le elezioni, che un governo quale che fosse avrebbe evitato.

Ora però Forza Italia, sventato grazie al negoziato di Salvini il pericolo di un voto a luglio che, secondo tutti i sondaggi, l’avrebbe ridotta ai minimi termini e ottenuta, con il voto della Lega e dei Cinquestelle, la presidenza  del Senato, dopo aver peraltro votato con i gialloverdi il grillino Fico alla presidenza della Camera, si sfila uscendo di scena e lasciando Salvini da solo e molto indebolito nel rapporto con i Cinquestelle e nel negoziato sui ministri e sul programma.

Errore politico grave, lo stesso che fece Forza Italia quando, per protestare contro Renzi che aveva disconosciuto gli accordi mandando Mattarella al Quirinale, ruppe il patto del Nazareno con il Pd che aveva espresso il governo Letta, condannandosi all’irrilevanza.

Meglio sarebbe stato che gli uomini di Berlusconi avessero abbozzato facendo buon viso a cattivo gioco e sedendosi al tavolo del governo con la possibilità di inserire qualche ministro di area e di condizionarlo (al Senato la nuova maggioranza è molto debole e i voti di Forza Italia avrebbero potuto essere determinanti, dando man forte all’alleato leghista).

A meno che l’opposizione annunciata non sia solo di facciata e di fatto sui singoli provvedimenti i voti di Forza Italia non vorrà farli arrivare sottobanco. Ma a che pro?

Più verosimile l’altra  spiegazione possibile, ossia che  Berlusconi voglia dare seguito al suo antico progetto, mai in realtà accantonato, di allearsi con Matteo Renzi, indicato da Fedele Confalonieri come il vero erede del tycoon di Arcore, fondando un nuovo partito sulle ceneri di Forza Itala e del Pd.

Si confermerebbe a quel punto che lo schema della competizione politica non è più destra o sinistra ma popolo e cittadini contro élite e oligarchie.

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