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Politica
Governo, Conte: la flat tax non sarà mini. I gilet gialli ci hanno indebolito
LaPresse


Non sarà una mini flat tax: lo assicura Giuseppe Conte in una intervista a Panorama in cui rivendica per se' le due riforme cardine della manovra, quella del reddito di cittadinanza e di quota cento. Sulla flat tax, il presidente del Cosniglio spiega che "sara' del 15% fino a 65 mila euro e del 25 per cento fino a 100 mila euro. E' un esperimento importantissimo. La Flat tax a cui voglio arrivare non e' mini! Questa misura a regime deve diventare la piu' grande e importante opera di semplificazione del sistema fiscale italiano. Tuttavia cominciamo con un abbattimento del 10 per cento che riguarda un milione di italiani".

Manovra, Conte: crisi gilet gialli ci ha indebolito in trattativa Ue - "Contrariamente a quello che puo' sembrare in apparenza, la crisi sociale francese nel nostro negoziato ha ottenuto l'effetto opposto". Lo dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una intervista a Panorama. "Eravamo in un'altra fase. Diciamo, per semplificare, che avevano gia' convinto le colombe. A quel punto i rigoristi hanno tirato la corda, facendo questo ragionamento: stiamo cedendo con l'Italia, la Francia si prende la sua flessibilita', cosi' la diga del rigore e' rotta!", spiega Conte.

Manovra, Conte: a Bruxelles il miglior compromesso possibile - A Bruxelles con la determinazione di non lasciare sul tavolo nemmeno un euro. Giuseppe Conte descrive cosi' la trattativa con la Commissione Europea sulla manovra economica: "Non ci siamo sottomessi. E abbiamo posto le basi per crescere. Tutti i conti sono parametrati con lo spread a 279. Il che vuol dire che ogni punto che scende liberiamo risorse utili per il Paese. Si', ma solo dai nostri impegni presi con gli elettori. Non ho mai dubitato che potessero partire le misure annunciate. A un certo punto, quando questo ci e' stato esplicitamente proposto su reddito e pensioni, ho detto: 'Non lascero' sul tavolo un solo euro'. Not any euro". Dall'altra parte, tuttavia, il governo italiano ha dovuto accettare nuove clausole di salvaguardia e limature sugli investimenti: "Attenzione: abbiamo anche recuperato uno 0,2 per cento di flessibilita' per gli investimenti su messa in sicurezza del territorio e infrastrutture. Sono quasi due miliardi", sottolinea pero' Conte. "Non mi sono mai sentito sul banco degli imputati, ma non si puo' negare che ci sia stato un momento in cui eravamo accerchiati. Ho lavorato molto a livello di rapporti personali. Ho chiamato tutti. Ho fatto attivita' di persuasione perche' ero sicuro delle nostre ragioni. Avevamo un disegno riformatore e dovevamo comunicarlo. Penso di esserci riuscito, so che e' stata una soluzione di compromesso, ma sono molto sereno perche' so che era la migliore possibile".

Governo, Conte: io al 65%? Non guardo sondaggi, parlo con persone - Nel momento piu' difficile della trattativa con Bruxelles sulla manovra, i sondaggi davano Giuseppe Conte al 65 per cento di gradimento tra i leader politici. Il presidente del Consiglio, pero', non si scompone e spiega a Panorama: "questi numeri non mi interessano. Forse perche' di formazione non sono un politico, non mi voglio far influenzare dai sondaggi ne in un senso ne nell'altro. Se ti compiaci quando sei al 65 per cento sarebbe ovvio deprimersi se perdi 10 punti. Io questo non posso permettermelo". Ai numeri, aggiunge Conte, ci pensa il portavoce Rocco Casalino e quando lui accenna al discorso, il premier cambia discorso e liquida: "Non voglio sapere nulla". Piu' attenzione Conte dedica a quelli che chiama "segnali diretti, per me i piu' importanti. Non vivo chiuso in questo Palazzo. Gli imprenditori che incontriamo ogni giorno, le persone con cui parliamo sui posti di lavoro, la gente che ci ferma per strada... Mi sono sentito legittimato, a quel tavolo, nei momenti piu' duri, perche' sentivo di rappresentare gli interessi di tutto il Paese".

Manovra, Conte rivendica trattativa Ue: necessario partire da 2,4% - Senza la trattativa condotta in prima persona con l'Europa, Giuseppe Conte non avrebbe mai visto approvata la manovra economica nella forma uscita dalla Camera. Di questo parla il presidente del Consiglio, in una lunga intervista rilasciata a Panorama. Le critiche arrivate dalle opposizioni sulla 'trattativa' con Bruxelles fanno sorridere il premier, che sottolinea: "E' curioso: parlano tutti come se al tavolo ci fossero stati loro. Io questa negoziazione l'ho condotta in prima persona, a Bruxelles, poi da qui e con il telefono, fino all'ultimo minuto utile. Se non avessimo affrontato la Commissione, e non l'avessimo convinta delle nostre ragioni, non avremmo potuto disporre delle risorse che abbiamo e non avremmo potuto spenderle come avevamo deciso di spenderle", sottolinea ancora Conte. "C'erano grandi perplessita' in Europa sia su quota 100 sia sul Reddito di cittadinanza". Altri, pero', sostengono che non c'e' stata trattativa perche' l'Italia aveva gia' ottenuto quel che era sul tavolo. Conte non ci sta e ribatte: "Forse dimenticano che il punto di partenza, quando siamo entrati in carica, era questo: una manovra parametrata su un deficit dello 0,8 per cento e con le clausole di salvaguardia sull'Iva da disattivare per 12 miliardi e mezzo". Necessario intavolare la trattativa su basi diverse, quindi e il presidente del Consiglio rivendica la scelta di aver posto come tetto per il rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento: "Se non fossimo partiti dal 2,4, non avremmo ottenuto mai il 2,04 per cento".

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