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Politica
Governo crisi? Improbabile. Rimpasto: i ministri in uscita, chi arriva. I nomi

Caso Siri-Arata, Moscopoli, autonomia regionale, Decreto Sicurezza bis, flat tax, Tav e infrastrutture. I motivi di divisione all'interno della maggioranza restano tutti sul tavolo e la temperatura è simile a quella che affligge il Nord-Ovest del Paese: elevatissima a causa dell'ennesima ondata di caldo africano. Ma, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate sia del Movimento 5 Stelle sia della Lega, il tam tam in Parlamento al momento vede le possibilità di un rimpasto di governo all'85% mentre quelle di una crisi in calo al 15%.

Matteo Salvini è indubbiamente nervoso alla vigilia dell'intervento del premier Giuseppe Conte sul caso Russia a Palazzo Madama. E quando i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, o i capigruppo leghisti, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, lanciano l'affondo contro qualche ministro pentastellato (Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta gli ultimi esempi) dietro c'è una strategia ben precisa e l'input di 'sparare' con dichiarazioni che fanno tremare le agenzie di stampa arriva sempre da lui, il ministro dell'Interno e vicepremier. Nel Carroccio nulla accade per caso e quando un big alza la voce non è una dichiarazione estemporanea e strappata da qualche cattivo giornalista che vuole seminare zizzania. Ma un conto è tenere alta la temperatura e un conto è far precipitare tutto e aprire la crisi di governo.

Salvini teme che la caduta di Conte non porti immediatamente alle elezioni anticipate, ma che il timore di perdere i privilegi, che hanno molti parlamentari, soprattutto del M5S, porti alla nascita di un governo tecnico o di transizione o del Presidente con una parte del Pd (non i renziani) e Forza Italia. Non solo, il vicepremier leghista sa anche che qualora dovesse vincere le eventuali Politiche di fine settembre / primi di ottobre (e tutti i sondaggi danno la Lega come stra-favorita) poi toccherebbe a lui andare a trattare direttamente a Bruxelles con Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron e Angela Merkel una maggiore flessibilità sul deficit che consenta di realizzare tutte le promesse elettorali.

Altra considerazione importante che viene fatta in Via Bellerio è che l'autonomia regionale è un tema che interessa moltissimo i cittadini veneti e lombardi ma è anche un argomento scivoloso e pericoloso che potrebbe nuocere all'avanzata finora vincente del Carroccio al Centro-Sud. Meglio, quindi, aspettare altre questioni, meno divisive, se proprio bisogna rompere, come ad esempio l'abbassamento delle tasse o la Tav e le grandi opere. Ecco perché resta al momento in pole position l'ipotesi di un rimpasto che accontenti Salvini e la Lega. In cima ai ministri traballanti dei 5 Stelle resta Toninelli (anche se ha un certo seguito tra i senatori pentastellati) con il presidente della Commissione Trasporti della Camera Alessandro Morelli in campo come eventuale numero uno del Mit.

L'altro bersaglio del responsabile del Viminale è la Trenta con la quale lo scontro è stato molto forte nelle scorse settimane sul tema del contrasto all'immigrazione clandestina. Finora il M5S ha considerato la titolare della Difesa inamovibile, anche se già circolano i nomi dei leghisti Raffaele Volpi e Nicola Molteni. Altro ministero nel mirino della Lega è quello dell'Ambiente e al posto di Sergio Costa gira il nome della deputata leghista Simona Bordonali, già assessore della Regione Lombardia con delega alla sicurezza, protezione civile e immigrazione.

Anche Giulia Grillo non è affatto amata dal Carroccio e Salvini ha pronta la deputata Rossana Boldi, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in odontostomatologia e in ortognatodonzia, ed eletta nella circoscrizione Piemonte 2. C'è poi Alfonso Bonafede considerato dai leghisti un freno alla riforma del sistema giudiziario. Salvini vorrebbe promuovere a Guardasigilli il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone ma sa perfettamente che Luigi Di Maio farà di tutto pur di non scaricare Bonafede, considerato ancora più intoccabile della Trenta.

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