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Politica
Governo crisi? Ipotesi choc. Nuovo governo con la Lega fuori! E Salvini...
LaPresse

Le dichiarazioni roboanti di Attilio Fontana e Luca Zaia - dal "cialtroni al governo" al "non firmiamo un accordo farsa" - sono state concordate parola per parola dai Governatori di Lombardia e Veneto con il segretario della Lega Matteo Salvini. Questa volta, come spiegano fonti qualificate del Carroccio, il ministro dell'Interno e vicepremier è davvero furioso e per la prima volta dalla nascita del cosiddetto governo del Cambiamento non esclude la crisi. E non è solo il tema dell'autonomia a dividere la maggioranza, ci sono anche le infrastrutture "bloccate dai no dei 5 Stelle", i punti interrogativi sulla flat tax e sul Decreto Sicurezza bis e le divergenze sull'Unione europea dopo il voto a Strasburgo su Ursula von der Leyen.

Salvini ha dichiarato più di una volta di fidarsi di Luigi Di Maio e di non aver perso la stima nei confronti del leader pentastellato ("un gran lavoratore"), al contrario nel mirino - oltre ai ministri M5S come Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta, Sergio Costa, Alfonso Bonafede e Giulia Grillo - è finito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In casa Lega, da Giancarlo Giorgetti ai capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo fino al ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio (oltre ovviamente a Fontana e Zaia), sono in molti a chiedere a Salvini di aprire la crisi e di dire addio all'alleanza con il Movimento 5 Stelle. Ma, spiegano fonti di Via Bellerio, il vero timore del responsabile del Viminale è che in caso di caduta di questo esecutivo la strada delle elezioni politiche anticipate non sia affatto spianata.

Parlamentari leghisti, sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama, affermano di essere "certi" che da qualche giorno siano in corso trattative segrete tra deputati e senatori del Partito Democratico, di Forza Italia e del M5S per ipotizzare un governo di transizione in caso di crisi che eviti il ritorno immediato alle urne a fine settembre. E' vero che Di Maio ha rispedito al mittente le aperture di Dario Franceschini e che Nicola Zingaretti ha chiuso nuovamente a intese con i 5 Stelle, placando così l'ira dei renziani, ma è altrettanto vero che in Parlamento si sta ragionando sulla nascita di una sorta di gruppo dei Responsabili formato da una fetta di parlamentari dem, una parte di Pd (non i renziani) e Forza Italia per ipotizzare una soluzione che scongiuri il ritorno al voto.

Il collante - ironizzano le fonti leghiste - è la perdita della poltrona e dei privilegi da onorevole, ma ci sono anche motivazioni politiche. Una crisi di governo potrebbe far scattare verso l'alto lo spread e facilitare quindi la ricerca di un'alternativa alle elezioni. I sondaggi parlano chiaro e al momento sembra proprio che la Lega e Fratelli d'Italia (senza Silvio Berlusconi) possano conquistare la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e al Senato e, quindi, non sono pochi i parlamentari del M5S e del Pd, insieme praticamente a tutta Forza Italia, che starebbero studiando una via d'uscita per fermare il probabile trionfo sovranista di Salvini e Meloni.

Due le ipotesi che si fanno in casa Lega: o un Conte bis senza Carroccio e con i neo-Responsabili o un esecutivo del Presidente magari guidato da Carlo Cottarelli. Salvini, consapevole di questo scenario e della mancata certezza del passaggio immediato crisi-elezioni, tentenna, alza la tensione scatenando Fontana e Zaia sull'Autonomia o Molinari e Romeo contro Toninelli e Trenta, ma alla fine continua a trattare senza pronunciare la parola fine. E nona  caso i leghisti negli ultimi giorni hanno spostato il tiro da Di Maio a Conte. Tutto si tiene...

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