Governo, troppe promesse. L'unica realizzabile subito? Il blocco ai migranti - Affaritaliani.it

Politica

Governo, troppe promesse. L'unica realizzabile subito? Il blocco ai migranti

Gianni Pardo

Una delle differenze fra bambini e adulti è che il bambino vive soltanto nel presente. E per questo a volte si mette nei guai: infatti per lui il futuro è come se non esistesse. È capace di fare qualcosa benché avvertito che se ne pentirà, e non perché sia stupido: il fatto è che quelle conseguenze non riesce ad immaginarle, sul momento, e ciò le rende incredibili. L’adulto invece sa che il futuro arriverà sul serio e cerca sempre di tenerne conto. Perché l’esperienza gli ha insegnato che chi ne soffrirà, eventualmente, sarà proprio lui.

Il tempo del bambino è il presente, il tempo dell’adulto è una mescolanza di presente e futuro, con una prevalenza di quest’ultimo. Ecco perché se ne pre-occupa.

Si tratta tuttavia di verità semplicemente statistiche. Infatti ci sono adulti che vanno in motocicletta senza casco (“Mi dà fastidio”), altri che cominciano a drogarsi “per gioco”, “tanto per provare questa roba”. Mentre al contrario ci sono bambini che hanno un acuto senso della responsabilità e non permettono agli altri bambini di divertirsi con i loro giocattoli: e così si comportano come adulti avveduti che non prestano denaro a persone di dubbia solvibilità.

I governanti attuali sono stati spesso definiti “giovanotti” e “ragazzotti”, quando non “ragazzacci”, ma la passione politica spesso ci fa mancare di obiettività. Sicché è opportuno esaminare quale bilanciamento si ha, nel loro comportamento, fra presente e futuro, tenendo sempre presente che lo squilibrio fra promesse e realizzazioni è una delle caratteristiche della politica democratica.

In ogni campagna elettorale il popolo vota chi promette di più, e ciò spinge ad abbondare nei sogni. Del resto i politici sanno che il popolo ama illudersi, e poi conserva abbastanza realismo per dimenticare e perdonare. I candidati sono naturalmente spinti ad esagerare con le rosee prospettive, perché è quasi un’asta, fra loro. Ma c’è un limite. Ammesso che il popolo sia disposto a perdonare la mancata realizzazione del 60% delle promesse, chi supererà la soglia di tolleranza si metterà nei guai. Gli elettori sono capaci di impressionanti rovesciamenti di sentimenti, tanto da “inseguire coi forconi” quelli che prima erano stati accolti come salvatori della Patria. Per non ricordare la sorte di Mussolini, basterà guardare più da vicino a come è andata a Matteo Renzi.

Gli attuali governanti – in particolare quelli del Movimento 5 Stelle – in questo campo sono stati sfortunati. Probabilmente non si aspettavano affatto di andare al governo come primo partito e per questo hanno abbondato in promesse. Non hanno rispettato alcun limite, perché non avevano previsto che qualcuno li avrebbe presi sul serio. Basti dire che – a quanto credo di ricordare – lo stanziamento reputato necessario per il “reddito di cittadinanza”, prima delle elezioni, ammontava a 31 miliardi di euro. Quasi l’intera manovra, recentemente votata con tanti sforzi. Appena vinte le elezioni, forse loro stessi spaventati dal genio uscito dall’ampolla sulla spiaggia (era “alto come una montagna”, si legge nelle “Mille e una notte”) hanno ridotto quella trentina di miliardi ad una decina. Poi, in seguito ai tagli imposti da Bruxelles, si è scesi a sei o sette, con cui bisogna pagare anche i centri per l’impiego, e così non si tratta più di un reddito di cittadinanza, ma di un sussidio integrativo per chi non ha il lavoro, e superi un’infinita serie di condizioni. Quasi come promettere un’automobile e poi consegnare soltanto un portachiavi di quella marca. E il tutto non subito, chissà quando.

Tutta la musica dell’attuale governo è eseguita in questa chiave. Da un lato promesse elettorali annunciate come subito realizzabili, in deficit, dall’altro prima il ridimensionamento, poi la calata di braghe dinanzi alle minacce dell’Europa: come bambini contriti che chiedono perdono e promettono di non farlo più. Le marce indietro – modello Beresina – sono sembrate non dover finire mai. E abbiamo visto la disperata ricerca di tappare i buchi aumentando le tasse, diminuendo le prestazioni, condizionandole ad adempimenti sempre più ardui e stringenti. Senza neanche capire come si effettuerà il loro controllo. Si è parlato, per il reddito di cittadinanza, di un addetto ogni 700 richiedenti, e quanto tempo ci metterà il poverino a districare la matassa del figlio che non convive ma è a carico, del padre che si è licenziato, ma lui sostiene per necessità, di chi spende il sussidio per comprare “beni di lusso”, e mille altri casi concreti? L’alternativa sarà quella di concedere il sussidio a quasi tutti – con conseguenti scandalosi imbrogli, o negarlo a quasi tutti, con conseguente feroce arrabbiatura dei supposti beneficiari.

Questo spiega perché gli attuali governanti hanno continuamente rinviato la realizzazione di tutto, salvo il blocco dei migranti (a costo zero). Perché non si veda – o si veda il più tardi possibile – quanto hanno esagerato. Ma la realtà non ha mai premura e li aspetta in fondo alla strada.

Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com