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Politica
Governo: Dario Franceschini "ce prova" con il Corriere della Sera.
Foto LaPresse

Strana intervista oggi sul Corriere della Sera a Dario Franceschini che lancia l’idea di un governo “tutti insieme” per fare solo due cose: la legge elettorale e una Camera unica in una “legislatura costituente”.

Strana proposta perché -il ministro dei Beni culturali lo sa benissimo-  la legge elettorale malsana si chiama proprio Rosatellum dal nome del deputato del Partito Democratico, Ettore Rosato, che l’ha proposta.

Ora ci sta dicendo che è una legge sbagliata perché non garantisce la governabilità senza premio di maggioranza (che favorirebbe il centrodestra) o doppio turno (che favorirebbe i Cinque Stelle). Evidentemente il ministro Franceschini, nella scorsa legislatura, soggiornava nel regno dei peri fatati da cui è improvvisamente caduto giusto dieci giorni fa.

Doppiamente strana, dicevamo, perché torna inopinatamente su un tema che gli italiani hanno dichiarato irricevibile e cioè l’abolizione del Senato tema, tra l’altro, che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi dopo la sconfitta al relativo referendum del dicembre del 2016.

Dunque questa proposta pare più funzionale a lanciare l’idea del governissimo unico del Presidente con tutti dentro, sapendo benissimo che ai due vincitori, Lega e Movimento Cinque Stelle, tale mossa non conviene per niente e quindi anche con problemi notevoli di numeri.

Insomma quella che ha fatto oggi sul Corriere Franceschini, con l’avallo di Aldo Cazzullo, è chiaramente una provocazione, un sasso lanciato nello stagno di una palude attualmente ingestibile di acqua torbida.

Franceschini da vecchio Dc dice di non rappresentare il Pd, peccato che la sua correte, Area dem, sia la più numerosa nel partito e quindi ogni sua dichiarazione viene presa inevitabilmente come posizione ufficiale di una parte consistente del Pd stesso.

Franceschini nell’intervista boccia tutte le altre soluzioni politiche possibili e cioè governo di chi ha veramente vinto le elezioni, Cinque Stelle e Lega, per proporre un esecutivo del Presidente Mattarella (Pd) con un ruolo preminente del partito uscito disintegrato dal 4 marzo: Il Pd appunto.

Tuttavia, questa proposta è troppo strampalata per un politico di lungo corso ed esperienza come Franceschini che sa benissimo che non potrà essere mai essere accolta.

Il sospetto, del resto fatto trapelare anche da Matteo Renzi, è che Franceschini in puro stile DC stia puntando in qualche modo a fare il Presidente della Camera magari con l’appoggio del M5S, ma lui a questa illazione reagisce solo leggermente alterato (anche questa è roba DC), smentendo e citando naturalmente l’Ecclesiaste: “C’è un tempo per lanciare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per dividere e un tempo per unire”. Chiaro il messaggio al Matteo fiorentino: stai buono che è meglio fare pace ed essere tutti uniti che se no sono guai anche per te.

Poi, e questo è il punto topico dell’intervista, non poteva mancare nel finale l’inevitabile riferimento ad Aldo Moro sulla necessità di esperire il proprio tempo presente non pensando al domani che intanto ancora non c’è.

Giusto ministro.

Ma magari la sua intervista è un modo per costruirselo per benino il suo “domani” politico.

 

 

 

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