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Politica
Governo Di Maio-Salvini, volano ancora gli stracci. Governo, lite infinita

Niente da fare. Luigi Di Maio e Matteo Salvini non riescono proprio a punzecchiarsi e lanciarsi siluri a distanza. E così, all'indomani dell'ennesimo nulla di fatto in Consiglio dei ministri sul tema dei rimborsi ai truffati dalle banche, la tensione all'interno della maggioranza giallo-blu resta elevata. Il capo politico dei 5 Stelle lancia l'affondo all'alleato di governo sul tema delle Europee del 26 maggio: "Queste elezioni saranno importanti per l'Europa, ma anche per l'Italia. È tempo di cambiarla quest'Europa. Il MoVimento 5 Stelle farà un gruppo europeo nuovo, con forze politiche nuove e giovani, completamente svincolate dalle ideologie, lontanissima da quell'estrema destra intollerante che cresce e che onestamente mi preoccupa, ma anche da quella finta sinistra che fa gli interessi dei grandi evasori e non delle persone normali e che ha la colpa di aver fatto crescere la disuguaglianza in tutta Europa a livelli mai visti prima", ha scritto Di Maio sul Blog delle Stelle. E conclude: "Bisogna cambiare tutto. Bisogna cambiare le politiche e bisogna cambiare le parole. Bisogna rimettere al centro delle politiche di tutta Europa i diritti sociali, l'ambiente, la lotta all'evasione, il sostegno alle piccole e medie imprese, la tecnologia e l'innovazione, il futuro".

Salvini e la Lega, motore dei sovranisti europei, visto anche il faccia a faccia con Marine Le Pen a Parigi, sono dunque - secondo Di Maio - "intolleranti" e sono motivo di preoccupazione. Niente male per un partner di governo. Il ministro dell'Interno, più pragmatico da lombardo doc, ribatte rilanciando la tesi secondo la quale il M5S sarebbe il partito dei no, a differenza del Carroccio, forza politica del fare. "Di rinvio e rinvio ci sono troppi dossier rinviati per i miei gusti, a me piace affrontarle le cose: o è sì o è no, o è bianco o è nero", ha detto Salvini in conferenza stampa a margine della riunione del G7 a Parigi. Ovvio il riferimento alla questione dei rimborsi per i truffati dalle banche ma anche alla Tav Torino-Lione così come all'autonomia regionale, solo per fare qualche esempio. Un infinito botta e risposta che logora continuamente governo e maggioranza e che obbliga il premier Giuseppe Conte ai salti mortali per tenere unita l'alleanza. Senza contare le fibrillazioni sempre presenti tra 5 Stelle il ministro dell'Economia Giovanni Tria, stimato più al Quirinale e a Bruxelles che dai partiti di maggioranza.

A gettare benzina sul fuoco del governo sempre più litigioso e diviso ci ha pensato Barbara Lezzi, parlamentare del Movimento 5 Stelle e Ministro per il Sud: "Io credo che i minori debbano essere sempre e comunque salvaguardati. Non si deve andare lì a sindacare di chi sia figlio o no. Se ha due madri o due padri a me questo non interessa. A mio avviso sarebbe stato meglio lasciare genitori per una serie di questioni, ma non so se poi ci sarà modo e tempo di parlare con il Ministro dell'Interno di questo perché è comunque un passo indietro", ha affermato commentando la reintroduzione sulle carta di identità della dicitura madre e padre in luogo di genitore 1 e genitore 2. Una decisione fortemente voluta proprio da Salvini ma che non piace affatto ai 5 Stelle.

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