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Politica
Governo Di Maio-Salvini, quell'inconfessabile patto tra M5S e Lega


Silvio Berlusconi e Forza Italia devono stare molto attenti. La politica dei due forni non è soltanto un'arma dell'ex Cavaliere ma anche di Matteo Salvini. Delle enormi difficoltà a costruire un eventuale governo di Centrodestra abbiamo parlato in questo articolo (leggi qui) e infatti molti esponenti azzurri, dietro le quinte, parlano più di un'alleanza con il Pd e con Matteo Renzi che non con il Carroccio, ovviamente dopo il voto.

Ma ad Arcore sbagliano se pensano che Forza Italia e il classico schema del Centrodestra che governa in Lombardia, Veneto e Liguria sia l'unica opzione per la Lega. In Via Bellerio, ufficiosamente, si lavora alla cosiddetta way out ovvero alla seconda scelta post-elezioni nel caso in cui il Centrodestra non abbia i numeri per governare o Berlusconi, alleato in Europa della Merkel, non voglia mandare Salvini a Palazzo Chigi.

Ufficialmente nessuno lo dirà mai in campagna elettorale e tutti lo smentiranno, sempre, ma l'ipotesi di un esecutivo Movimento 5 Stelle-Lega (forse anche Fratelli d'Italia-An) esiste davvero. D'altronde - fanno notare parlamentari del Carroccio - Luigi Di Maio, neo leader dei pentastellati e candidato premier - proviene da una famiglia di destra. Un'eventuale intesa programmatica e di governo post elettorale tra M5S e Lega altro non è che la risposta all'inciucio permanente e celato a fatica tra Forza Italia e il Partito Democratico.

Salvini evita sempre di mettere sullo stesso piano Renzi e i grillini affermando che il "nemico da battere" è il Pd. Contatti informali a livello parlamentare ci sono già stati nelle scorse settimane. L'idea è quella di andare al voto divisi, indipendentemente dalla legge elettorale, e vedere i numeri in Parlamento il lunedì successivo. Se M5S-Lega fosse l'unica soluzione per dare un governo al Paese, né Di Maio né Salvini si tirerebbero indietro.

L'ipotesi sarebbe quella di un esecutivo di tecnici di area indicati dai due partiti su un programma snello e preciso che abbia come priorità la riforma delle pensioni, del Jobs Act, della Giustizia e un più rigoroso controllo dell'immigrazione clandestina. Ciliegina sulla torta i rapporti con l'Europa, putnto di contatto tra grillini e Carroccio, con la richiesta della revisione di tutti i trattati. Salvini vara così anche lui la politica dei due forni e non si condanna alle scelte spesso ambigue di Berlusconi e di Forza Italia.

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