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Politica
Governo, Giorgetti il vero premier. Fa ombra a Conte, Di Maio e Salvini

Con il suo understatement tipicamente british - proprio come il suo Southampton partito maluccio in Premier League (una sconfitta e un pareggio dopo le prime due giornate) - Giancarlo Giorgetti si sta imponendo come la figura politica chiave e di riferimento all'interno dell'esecutivo giallo-verde, tanto che sono in molti, soprattutto nel Palazzo e rigorosamente a microfono spento, a definirlo come il vero presidente del Consiglio.

Giuseppe Conte d'altra parte non è un politico ma un docente universitario che correttamente sta facendo la sintesi dei due partiti vicintori delle elezioni del 4 marzo. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, con la loro esuberanza e voglia di comunicare sempre e comunque, sono iper-inflazionati e svolgono bene le loro funzioni di ministri e vicepremier. Ma sono entrambi capipopolo. Insomma, due trascinatori di folle - più attento alle parole il leader leghista e più indisciplinato il numero uno dei 5 Stelle - che poco conoscono l'arte della mediazione e che cercano sempre la ribalta mediatica.

Al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, per tanti anni centro della politica d'agosto, non è stato invitato nessun pentastellato. Stessa sorte per Matteo Salvini. A presentarsi, da buon cattolico che ogni domenica non manca di ricevere la comunione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (non ci sarà nemmeno il premier Conte). Quello di Giorgetti è un discorso a tutto tondo, una visione di vita e di società. Un programma da primo ministro per i prossimi cinque anni. Conferma la linea dura contro i Benetton dopo la tragedia di Genova ma senza i toni da guerra dei grillini e soprattutto stoppa l'ipotesi di nazionalizzazione delle autostrade (sostenuta anche da Salvini oltre che da Di Maio). Sulla manovra dice e non dice, senza promesse a vuoto e senza proclami irrealizzabili ma senza nemmeno escludere lo sforamento del tetto del 3%. Sull'Europa arriva subito al nodo centrale del problema chiedendo il prolungamento del QE da parte della BCE, rilanciando così i timori per un attacco speculativo contro l'Italia sui mercati finanziari (ripresi alla fine anche da Salvini).

Rimini a parte, non c'è una sola decisione del Consiglio dei Ministri che non sia stata prima vagliata, corretta e avallata dal vice-segretario leghista. Sia quando le competenze sono di un ministro del Carroccio sia quando si tratta di un tema caro ai grillini (presidenza Rai e decreto Dignità sono gli ultimi due esempi). Non solo. Anche politicamente è Giorgetti che detta la linea. E' stato lui infatti a stoppare le velleità di corsa solitaria dei leghisti di Abruzzo, Trentino e Alto Adige cercando così di conservare l'unità del Centrodestra (anche se i punti interrogativi sono numerosi).

Salvini e Di Maio i due front-man del governo, Conte il premier tecnico che incarna lo spirito del Cambiamento, Giorgetti la vera mente politica dell'esecutivo. E infatti nei sondaggi, pur essendo pressoché sconosciuto se non tra i leghisti fino al 4 marzo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è tra i più amati tanto da contendersi il primo gradino del podio. Chi lo conosce bene utilizza tre parole per definire la sua azione politica e di governo: equilibrio, determinazione e saggezza.
 

 

 

LE PAROLE DI GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI

GIORGETTI, DEFICIT OLTRE 3%? NON ESCLUDO NULLA - "Non escludo niente". Cosi' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha risposto a Sky Tg24 alla domanda sul possibile sforamento del tetto del 3% di deficit per realizzare un grande piano di manutenzione e realizzazione di opere pubbliche. "Speriamo che vengano giudicate dall'Ue in modo diverso. Sara' un negoziato difficile - ha proseguito - ma intendiamo farlo perche' pensiamo di essere nel giusto".

GIORGETTI, ERRORE VOTO CONCESSIONE AUTOSTRADA - "Probabilmente fu un errore. A posteriori fu un errore". Cosi' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, definisce il voto favorevole della Lega alla concessione al gruppo Benetton della gestione delle autostrade. Giorgetti ha ribadito di "aver scoperto adesso" dei contributi del gruppo al partito, precisando di non aver ricevuto "mai nessuna pressione o influenza". "Tanti di noi - ha specificato - lo hanno appreso adesso".

AUSTOSTRADE: GIORGETTI, NAZIONALIZZAZIONE NON MI PERSUADE - "Non vedo i termini. E' doveroso che la convenzione venga rivista". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti nell'lambito del suo intervento al Meeeting di Rimini spiegando che a suo parere non ci sono i termini per revocare la concessione delle infrastrutture autostradali affidate ad Autostrade per l'Italia attraverso una legge. "Ho detto che i margini di redditivita' che vedo nei confronti delle convenzioni mi sembrano leggermente spropositati .- ha poi concluso Giorgetti - Non sono persuaso a una gestione diretta dello Stato".

AUTOSTRADE: GIORGETTI, SCOPRO ADESSO FINANZIAMENTO A LEGA - "Ho scoperto adesso, e penso anche Salvini, che c'era stato questo contributo. Non ho mai avuto influenze o condizionamenti, le decisioni le ho sempre assunte liberamente senza condizionamenti". Cosi' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Skytg24, risponde a una domanda sul contributo di 1,1 milioni di euro che nel 2006 Autostrade elargi' a diversi partiti, tra cui la Lega (a cui andarono 150 mila euro).

AUTOSTRADE: GIORGETTI "CONCESSIONE VA RIVISTA, AGIREMO CON RIGORE" RIMINI - Sulla revoca della concessione ad Autostrade "non ne vedo i termini. Va comunque rivista, perche' i margini di redditivita' in capo alle concessionarie e' sproporzionato, non solo per Autostrade, ma anche per esempio, estrarre acque minerali". Cosi' Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in conferenza stampa al Meeting di Rimini. Sulla manovra finanziaria in preparazione spiega che la tragedia di Genova "ha aggiunto il tema di mettere mano a una manutenzione radicale delle infrastrutture del Paese. Non e' solo questione di soldi, ma anche procedure, quindi tocchera' rivedere il sistema degli appalti. Nel governo - continua - c'e' assoluta uniformita'. C'e' una inchiesta penale che deve essere accurata, ma anche rapida, perche' la prescrizione seppellirebbe tutto sotto una coltre di polvere. Il governo intende agire in modo razionale con spirito di giustizia - conclude - e agiremo con assoluto rigore".

GIORGETTI, DIMISSIONI VERTICI AUTOSTRADE A LORO COSCIENZA - "I vertici di Autostrade stanno facendo delle valutazioni" per capire cosa sia successo. Decidere di eventuali dimissioni "sta alla loro coscienza in base a queste valutazioni". Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Sky Tg24. "Ciascuno dovra' fare delle valutazioni obiettive del proprio operato e poi decidere cosa fare", ha aggiunto.

CROLLO PONTE: GIORGETTI, AUTOSTRADE RICOSTRUISCA IN BREVE TEMPO - "Sono d'accordo con Toti: penso sia un atto dovuto da parte di Autostrade ricostruire il ponte nei piu' brevi tempi possibili: questo non ci dice nulla riguardo a tutto l'altro ragionamento sull'accertamento o meno di responsabilita'. C'e' assoluta uniformita' da parte del governo per quanto riguarda l'atteggiamento di Autostrade": lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti al Meeting di Rimini.

MANOVRA: GIORGETTI, CI SONO DIVERSI SCENARI - Sulla manovra economica "ci sono diversi scenari. La tragedia di Genova aggiunge la necessita' di mettere mano ad una manutenzione ordinaria delle infrastrutture del Paese, approntando non solo risorse economiche ma anche procedure che cambino quelle attuali che, come il codice degli Appalti, sono difficili spesso da applicare". Lo afferma il sottosegretario Giancarlo Giorgetti al Meeting di Cl.

BCE: GIORGETTI, NELL'INTERESSE DI UE PROLUNGARE QE - "Per quanto riguarda l'appelllo a Draghi, non abbiamo diritto di chiedere nulla : nel senso che il governo non puo' chiedere alla Banca Europea di continuare il quantative easing. Credo sia nell'interesse dell'Unione Europea, di tutti e non soltanto dell'Italia, che dopo una valutazione accurata si decida di prolungarlo, che la valutazione possa condurre ad una rivisitazione dell'originario disimpegno": lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti parlando delle scelte relative alla politica economica europea.

GIORGETTI "RIFORMA DELLE ISTITUZIONI E' UNA POSSIBILITÀ" - "Oggettivamente, non soltanto in Italia, i Parlamenti non hanno piu' il ruolo del passato e nell'opinione pubblica sono considerati luogo dell'inconcludenza". Cosi' Giuseppe Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in conferenza stampa al Meeting di Rimini spiega come oggi "in qualche modo la gente vuole un rapporto diretto con chi comanda". Di qui la proposta di una "riforma per la riduzione dei parlamentari e l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Non e' nel contratto di governo, che ha altre priorita', ma la riforma delle Istituzioni e' una possibilita'".

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