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Politica
Governo, golpe Italia. Suona la campanella a Chigi. Ora tutti al Papeete

Di Mirko Crocoli

E' suonata la campanella. Conte che insedia Conte. Dopo la ricreazione il verde è diventato rosso, e la giostra va avanti. Il 70% dei ministeri va al PD, il quasi defunto partito sconfitto in tutte le tornate elettorali dell’ultimo anno. Che bluff ragazzi. Regione su regione, comune su comune, europee e nelle loro storiche roccaforti. Tuttavia non giova. Più si vota e più si invertono gli scenari. E l’ideologia, la coerenza, le promesse ai “discepoli” vanno letteralmente a farsi benedire. Videla, Pinochet, Batista, Jaruzelski, Castro, i “colonnelli” Greci, Franco, Salazar, tutte schiappe in confronto ai maestri di oggi. La gente non si ricorda più chi era l’ultimo premier scelto dal popolo italiano, forse il Duce. Vacci a capire.

Sappiamo soltanto che i due partiti più in calo di consensi del nostro Paese, gli stessi che se le sono dette di tutti i colori (Ebetino da Grillo a Renzi e avvoltoio da Renzi a Grillo) hanno trovato l’accordo, svantaggioso per chi doveva dettare le regole e “miracoloso” per chi era morto. Paradosso tutto italico. Fuori la Trenta e Toninelli (i cattivoni anti-Salvini) e al “confino” con gli esteri il povero Di Maio. C’eravamo tanto odiati e poi ci stiamo tanto amando. 

L’acqua Santa del Nazareno ha resuscitato i renziani doc, quelli che hanno sconfitto la linea dell’urna, adottata inizialmente dal segretario Zingaretti. Si, perché fino a prova contraria, il buon Nicola, poco prima del grande inciucio, navigava sulla stessa lunghezza d’onda di Matteo Salvini. Ma i 101 franchi tiratori (sempre quelli girano sin dai tempi di Prodi al mancato Quirinale) hanno il giocherello in mano, la briscola. Chi comanda sono loro. Gli europeisti, i poltronari, gli amici degli ex Moscovici e Juncker, della Merkel e Macron. En Marche, avanti tutta! E l’Italia è sempre più nelle mani dell’establishment di Bruxelles e Strasburgo che, a sua volta, è nelle mani di un paio (o poco più) di “squali” dell’alta finanza internazionale che giocano a Risiko con i nostri mari SOVRANI!

Anche la Sacra Romana Chiesa avalla. Eppure i blasfemi laici anti Dio non erano tanto ben visti dalla curia. L’uomo che voleva difendere i simboli cristiani da scuole e luoghi pubblici non piaceva, mentre i “coranisti” brucia Vangelo sono ben graditi. Altro paradosso nel paradosso. La contraddizione regna sovrana dalle Alpi in giù. Ci sarà forse qualche “biliardo” di dollari in ballo che gira dietro ai flussi migratori? No!!! Macché. A pensar male a volte si sbaglia. La verità è che l’incantesimo, la magia, il vudù è sotto gli occhi di tutti. Salvini e il suo alterego in pezza non aveva scampo. Punzonati da una dozzina di venduti “nostrani” di Strasburgo che hanno vigliaccamente anteposto il bene del “vicino” (franco-germanico) all’amore per il tricolore. Sassoli al posto di Tajani, la Von der Leyen (Ursula) al posto di Juncker e il Paolone “nazionale”, non Rossi, ma Gentiloni, alla “guardia” monetaria del prigioniero, posto strategico che fu del sig. Pierre Moscovici. Tutto già scritto dai più grandi registi/manipolatori del ventunesimo secolo. E il parere della “plebe” per il rinnovo dell’europarlamento, trasformatosi in exploit per il Carroccio in quel di maggio 26, praticamente carta straccia!                     

In Italia i politicanti di professioni sono fantastici, escono dalla porta e rientrano dalla finestra. L’elettore, come un coglione, fa la fila al seggio, lascia il bambino a casa con la babysitter, si prende un’ora di permesso dal lavoro, va in comune per rifare il certificato, si inorgoglisce quando vince il suo partito e si rattrista quando perde. Tutto sto andirivieni per poi vedersi schiaffato davanti agli occhi l’esatto contrario di quello che ha scelto. Normale. E’ così. Talmente incancrenita la cosa che oramai ci siamo anche abituati. Ma se sappiamo però che siamo la civiltà del contrario, perché quelli di destra non votano la sinistra e quelli di sinistra non votano la destra?! Se tanto ci da tanto sarebbe opportuno che i leghisti votassero il PD se vogliono vedere Salvini al governo, e i democratici votassero Salvini per vedere Speranza, Guerrini e Franceschini nel consiglio dei ministri.

Comunque anche stavolta la campanellina è suonata. Nessuno ha preso il posto di nessuno. Lui è rimasto, ma la tifoseria è diversa. Opposta. E adesso? Prima potevamo dire “non ci resta che piangere”, ora che anche le lacrime sono finite, meglio darsi al Mojito. Almeno questi quattro baiocchi rimasti anziché farceli scippare dagli “euroassassini” ce li ciucciamo noi. Hai visto com’è finita con Etruria e Mps? Sono sempre loro. Son tornati. Ma mica siamo scemi, NOI. Fessi si, ma scemi no.  

E allora tutti a festeggiare al Papeete beach, un altro governo del popolo si è finalmente accasato! Evviva.  

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