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Politica
Governo M5S Pd, due scogli per il Conte bis. Ruolo Di Maio e voto su Rousseau

Crisi: iniziata alla Camera nuova riunione M5s-Pd su programma 

E' iniziata da pochi minuti, a quanto si apprende, la nuova riunione alla Camera tra le delegazioni M5s e Pd per elaborare dei contenuti come base del programma di un possibile governo giallorosso. Al tavolo dei lavori per il Movimento i capigruppo alla Camera e al Senato Stefano Patuanelli e Francesco D'Uva e i vice Francesco Silvestri e Gianluca Perilli mentre per i Dem i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci, la vice segretaria Paola De Micheli e il coordinatore della segreteria Andrea Martella. 

Crisi: Marcucci, Di Maio? Non credo ci siano veti

“Non credo ci siano veti”: lo ha detto il capogruppo Pd al Senato, Dario Marcucci, entrando a Montecitorio rispondendo a chi gli chiedeva se esistano dei veti sul ruolo di Luigi Di Maio in un possibile esecutivo Pd-M5s.  

Crisi: Patuanelli, i veti non sono mai positivi

"I veti non sono mai positivi": lo ha detto Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato, entrando alla Camera prima del nuovo incontro tra le delegazioni M5s e Pd, per la formazione del nuovo governo, dopo che i Dem hanno escluso che Luigi Di Maio possa essere confermato nel ruolo di vicepremier.

Crisi: Delrio, siamo al lavoro sui contenuti

"Siamo al lavoro sui contenuti": lo ha detto il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio entrando alla Camera per il nuovo incontro tra la delegazione M5s e quella Dem sul programma per un nuovo possibile esecutivo. 

Crisi: ieri fumata grigia, Pd apre a Conte ma no Di Maio vice

Dal vertice annullato al clima positivo (forse). Partito democratico e Movimento 5 Stelle hanno vissuto ieri una nuova giornata sulle montagne russe alla ricerca della quadra in quella trattativa che dovrebbe portare ad un governo giallo-rosso. Il summit di Montecitorio, con i capigruppo e i vice dei due schieramenti riuniti allo stesso tavolo ha fatto registrare una 'fumata grigia' che sembra preannunciare il varo del prossimo esecutivo. Una accelerazione arrivata dopo i contatti tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il segretario Pd e che ha avuto al centro i principali nodi politici della vicenda. I dem aprono su Conte, infatti, ma chiudono sulla possibilita' che sia di nuovo Luigi Di Maio il suo vice premier. La linea e' che, se Conte sara' il premier espressione dei 5 Stelle, il vice premier unico non puo' che essere indicato dal Pd. Di nomi, spiega il presidente dei senatori dem Andrea Marcucci, non si e' parlato, ci si e' soffermati sui punti programmatici. Eppure e' stato proprio sui veti incrociati tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio che si e' sfiorata la rottura.

A caricare di tensione la partita si è aggiunta in tarda serata la decisione dei 5 stelle di chiedere il gradimento della base al governo M5s-Pd tramite il voto online sulla piattaforma Rousseau. Solo dopo il conferimento dell'incarico a Conte. Tritolo puro che carica la notte di tensione. Non e' ancora finita, dunque, e l'intesa non potra' che essere siglata solo all'ultimo momento, poco prima della salita al Quirinale delle delegazioni Pd e dei 5 stelle.

Ieri in mattinata, prima dell'atteso vertice a palazzo Chigi fissato per le 11, una nota del M5s fa sapere che davanti all'incertezza del Pd, Di Maio e compagni preferiscono aspettare il pronunciamento degli organi statutari dei dem. Ovvero la direzione convocata per le 18. Il segretario viene avvertito con una telefonata da palazzo Chigi. Troppo tardi, per i tempi della crisi. E, infatti, dopo la nota di Di Maio, il parlamentino dem subisce uno slittamento.

Nuovo incontro oggi alle 8,30

Se ne riparlera' stamattina alle 10 dopo il nuovo incontro M5S-Pd fissato per le 8.30 Intanto Zingaretti convoca la cabina di regia sul programma, una sorta di gabinetto di guerra per fare il punto sugli ultimi sviluppi. Anche perche', al fondo delle tensioni, non c'e' solo l'incertezza del Pd lamentata da Di Maio, ma soprattutto le condizioni poste dal vice presidente del Consiglio in carica. I dem lo accusano di una eccessiva attenzione alle proprie ambizioni, a discapito dell'interesse nazionale che, ad oggi, imporrebbe di confrontarsi sui contenuti del programma per disinnescare l'Iva, anziche' fossilizzarsi sulle poltrone. E le poltrone a cui Di Maio guarderebbe, per il Pd, sono quelle di vice Premier e ministro dell'Interno.

E' quest'ultima richiesta, in particolare, a mettere d'accordo tutti, dai renziani ai membri della segreteria guidata da Nicola Zingaretti: pur di non vedere Di Maio al Viminale, avverte l'ex tesoriere di area Renzi Francesco Bonifazi, meglio il voto. Un concetto condiviso su Twitter dal coordinatore della segreteria dem, Andrea Martella, che aggiunge: "Il Pd sta facendo uno sforzo enorme per dare una risposta al caos creato dai gialloverdi. Salari, ambiente, sanita', scuola, infrastrutture, diritti, sicurezza: confrontiamoci su questo. Basta ultimatum". La ricostruzione dei dem, pero', viene smentita dallo stesso Di Maio attraverso fonti a lui vicine: "Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi", viene spiegato. Stando a fonti parlamentari M5s, il punto di caduta potrebbe essere quella della vice presidenza del consiglio di Di Maio con Giuseppe Conte premier. Un punto, quest'ultimo, "su cui Zingaretti non si e' ancora espresso", viene fatto notare dalle stesse fonti che non escludono che Di Maio possa rimanere al Mise, ma senza la doppia delega Lavoro-Sviluppo Economico. Ipotesi che, in assenza di un dialogo con il Pd, sono destinate a rimanere tali. Intanto, tra i dem e' in corso una vera e propria sollevazione contro l'interlocutore 5 Stelle. Viene rivendicato il lavoro su contenuti e programmi messo in campo negli ultimi giorni e chiesto che non si sacrifichi tutto sull'altare delle poltrone.

Ma nel Pd si alza anche la voce di Carlo Calenda, stanco di "prendere schiaffoni da Di Maio". L'ex ministro e' una delle voci contrarie all'intesa con M5s e chiede al suo partito di ritrovare l'orgoglio: "Iniziano le consultazioni e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci... Zingaretti aveva detto No all'accordo, calarsi le braghe non si puo'". Altro spettatore interessato del dialogo Pd-M5s e' Matteo Salvini che offre la sua personale ricostruzione dei fatti delle ultime settimane: "Conte evidentemente stava preparando da tempo questa manovra su suggerimento di Macron".

Intanto, come si diceva, Sergio Mattarella tra poche ore aprira' il secondo giro di consultazioni, in base al calendario fissato l'altro ieri che resta confermato: ieri i presidenti delle Camere e i gruppi Misto di Camera e Senato, oggi gli altri partiti dalle 10 alle 19. Tra stasera e giovedi' mattina il presidente tirera' le somme mentre una ulteriore richiesta di tempo non verrebbe presa in considerazione. proprio dal Quirinale, tuttavia, arrivano i primi segnali che il clima sta cambiando. Le delegazioni, nelle dichiarazioni alle telecamere, sembrano dare per scontata la formazione del nuovo esecutivo. Dalla war room del Pd filtra un certo fastidio nel rilevare che Di Maio insiste per avere l'incarico di vice premier. E' impensabile ripetere lo schema che ha portato al fallimento del precedente governo, viene spiegato. Andrea Marcucci esce ed annuncia il vertice con gli esponenti M5s a Montecitorio.

 

"Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno e avranno sempre l’ultima parola". Il post di Di Maio sul Blog delle Stelle

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella domani completerà il secondo giro delle consultazioni e ascolterà le valutazioni dei gruppi parlamentari delle varie forze politiche.

Il MoVimento 5 Stelle ha messo sul piatto dieci punti per l’Italia come base per qualsiasi discussione.

Il confronto tra le forze politiche su questa base sarà portato avanti dal presidente del Consiglio che eventualmente domani potrebbe essere incaricato dal Presidente Mattarella.

Alla fine di questo percorso ci sarà una proposta di progetto di governo che sarà stata condivisa tra le forze politiche che intendono entrare in maggioranza.

Prima che venga sottoposta al Presidente della Repubblica, questa proposta sarà votata online su Rousseaudagli iscritti del MoVimento 5 Stelle.

Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal MoVimento 5 Stelle. Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana.

Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno e avranno sempre l’ultima parola.

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