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Politica
Governo, il Palazzo le sta provando tutte per fermare la volontà popolare

Il Palazzo le stavo provando tutte, ma davvero tutte, per bloccare sul nascere il governo giallo-verde tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Appena uscito il nome di Giuseppe Conte subito la solita grancassa mediatica italiana e internazionale ha cominciato a sparare. 'All'università di New York non lo conoscono', notizia smentita dalle mail tra Conte e un docente dell'ateneo Usa. 'Vicinanza con Davide Vannoni e il metodo Stamina', notizia smentita dallo stesso Vannoni ("Mai conosciuto Giuseppe Conte"). Il tutto con il presidente della Repubblica che ancora non ha chiamato al Quirinale il prof universitario sebbene sia stato indicato chiaramente dai due partiti che rappresentano la maggioranza in Parlamento. Forse il ritardo sull'incarico si spiega con la speranza che emergano dubbi e polemiche che blocchino Conte in quanto punto di sintesi tra due forze politiche che a vario titolo sono contro l'establishment. Altro nodo sul tavolo è la volontà, confermata da Di Maio e Salvini nell'incontro di oggi, di nominare Paolo Savona ministro dell'Economia. Sergio Mattarella, dicono le solite veline quirinalizie, avrebbe dubbi considerando la posizione critica nei confronti dell'Unione europea di Savona. Ma, nonostante abbia 82 anni e quindi non sia più un giovanotto, l'ex ministro dell'Industria del governo Ciampi con le sue posizioni scettiche verso l'impianto attuale dell'Ue fatto di regole e vincoli è proprio quello di cui l'Italia ha bisogno oggi. Impossibile negare l'autorevolezza e l'esperienza di Savona e se vogliamo davvero rispettare la volontà popolare espressa il 4 marzo, quando poco più del 50% degli elettori ha votato M5S o Lega, non si può andare in Europa con il solito ministro acqua e sapone che prende ordini dalla Germania e dalla Francia. Il popolo ha votato per cambiare l'Ue e i partiti di maggioranza, insieme a Conte, vogliono Savona. Il Capo dello Stato potrà anche avere tutti i dubbi che vuole, ma la volontà popolare e quindi il Parlamento che rispecchia l'esito delle elezioni devono avere l'ultima parola. Il Colle non è Zeus e nemmeno un dogma. Mattarella è stato eletto dal precedente Parlamento su indicazione di Renzi. Ma ora il vento cambiato ed è bene che il governo giallo-verde sia libero di governare in tempi rapidi e con le persone che i loro capi si sono scelte. Se è il caso, anche libero di sbagliare.

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