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Politica
Governo in fibrillazione. Conte, basta “giocare” con Renzi e Italia Viva
(fonte Lapresse)

Mentre il Paese è nella morsa stretto fra pandemia e crisi economica nel governo si continua a litigare e dopo l’ultimo vertice di venerdì notte con l’ennesimo affondo dei renziani contro Conte i venti di crisi dell’esecutivo soffiano sempre più forte. Addirittura Italia Viva, insistendo sui suoi veti - dall’intelligence alla governance del Recovery Fund - chiede anche il ponte sullo Stretto: un gioco al più unoche dimostra che l’obiettivo di Renzi è quello di far saltare il banco, cambiare governo, mettere Conte ko.

Intendiamoci, la partita sul Recovery plan non è tecnico-amministrativa: è politica perché programmare e gestire investimenti per 209 miliardi di euro entro il 2026 vuol dire tracciare la “nuova Italia” trasformando interi settori e avviando filiere innovative fuori dalla logica dei bonus e dell’assistenzialismo elettoralistico e di parte. Insomma, sono nodi strategici da sciogliere dentro un più vasto e organico progetto di ricostruzione e di rinascita del Paese di cui, però, non c’è traccia. Serve la politica, per primo un parlamento e un governo all’altezza. Visto l’andazzo, per il premier mettere una pezza al can-can imperante diventa assai difficile perché Renzi non vuole nessun accordo, cerca  la rottura che, una volta consumata, non produrrà il passaggio da un governo all’altro stabilizzando le attuali alleanze, che sarebbero invece travolte, aprendo a nuovi assetti. Fatto sta che questo governo è giunto al capolinea.

E adesso? Gli sbocchi si riducano a tre: o rimpasto, o Conte ter, o elezioni anticipate. I due principali partiti di governo, M5S e Pd, non godono di buona salute, sempre più visti dagli elettori come opportunisti legati al potere che forze politiche unite in un progetto di trasformazione del Paese. Il M5S, numericamente forte in parlamento ma impaurito dallo sbocco del voto, non sta toccando palla. Nel Pd non si esclude più niente, neppure la fine della legislatura tanto che anche Goffredo Bettini,eminenza grigiapromoter dell’esecutivo rossogiallo, esce allo scoperto: “Se qualcuno vuole rompere, verifica in Parlamento e in caso, elezioni”. Lo stesso Conte, rifiutandosi in piena pandemia di sottostare ai ricatti e gestire un mercato delle vacche di ministri e ministeri e di spartizioni di poltrone negli Enti e di soldi per la ricostruzione post Covid, non esclude il ritorno alle urne. Il premier, già nella conferenza stampa di fine anno, dicendosi disposto a contare i voti in Parlamento, non ha forse sfidato i partiti della sua maggioranza a viso scoperto, e non ha rigirato al mittente quella stessa pistola puntatagli alla tempia da Renzi, pronto a sparare?

Mentre il governo cala nei sondaggi così come calano i 5Stelle, con il Pd inchiodato sul 20%, in caso di voto anticipato (con il Rosatellum ad aprile 2021?) la maggioranza andrebbe nettamente al centrodestra con 210 seggi su 400 alla Camera e 105 senatori su 200 (simulazione di Nicola Piepoli per Affaritaliani), Conte ha tuttora un forte consenso personale sopra il 38%. Resta dunque Conte la “risorsa” del governo giallorosso: senza di lui addio governo e addio all’unità politico-strategica fra M5S e Pd. Se si vuol escludere il ricorso alle urne in primavera, resta il Conte ter trovando i voti in Parlamento. Qui siamo. Cioè in crisi. Così, il governo sempre più debole e meno coeso, con il premier tenuto all’amo, non ha né capacità né autorevolezza per affrontare la pandemia e gestire le risorse in arriva dalla Ue. Ancor peggio sarebbe continuare a chiudere anche questi ultimi strappi con pezze già logore o inventare un altro esecutivo frutto di astrusi giochi parlamentari, ancor meno coeso e autorevole di questo. Le elezioni anticipate, di per sé, non sono né una iattura nè un toccasana: ma il popolo è sovrano e quindi o si finisce subito con questi inutili e dannosi giri di walzer cambiando metodo e sostanza o si dà la parola agli italiani chiamandoli al voto.

Con più di 500 morti al giorno per Covid e con una infinità di aziende a rischio chiusura il balletto Renzi-Conte deve finire. Renzi vuol logorare il premier e portarlo alla Camera e al Senato certo di fargli mancare la fiducia e costringendolo sulla via del Colle per varare un nuovo governo. E’ una scellerata danza sul trapezio dove una crisi pilotata può trasformarsi in una crisi di sistema, con l’Italia sprofondata nel tunnel. Una trappola per il premier, che è chiamato a una svolta di metodo e di contenuti. Basta giochi di Palazzo: Conte si rivolga direttamente  agli italiani dicendo come la pensa e cosa vuol fare. Qui e adesso.    

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