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Politica
Governo, Juncker: "Alcuni ministri italiani sono dei bugiardi"

Nuovo, pesantissimo, attacco del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, al governo italiano. Il numero uno dell'esecutivo comunitario ha accusato "un certo numero di ministri italiani" di essere dei "bugiardi" perché mentono ai cittadini sul sostegno all'Italia dell'Unione europea. Chiaro il riferimento in particolare a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini, ministri e vicepremier. "Abbiamo dato 130 miliardi all'Italia. Il piano-Juncker ha generato investimenti dell'ordine di 63,3 miliardi. I fondi strutturali, sostegno europeo per rinvigorire l'economia, sono più di 44 miliardi", ha detto Juncker in un'intervista al network radiofonico Euranetplus, ricordando anche le risorse per la crisi migratorie che ammontano a circa 1 miliardo. "Nel complesso il sostegno europeo all'Italia si attesta a 130 miliardi di euro. "C'è un italiano, uno solo che lo sa? No, perché un certo numero di ministri italiani dicono il contrario. Sono dei bugiardi - ha attaccato - dei bugiardi".

L'attacco arriva dopo il faccia a faccia tra il presidente della Commissione europea e il premier Conte ha avuto al centro le condizioni dell'economia. Era un incontro molto atteso all'indomani dell'allarme lanciato dall'Ocse sui rischi di recessione per l'Italia. "Sono leggermente preoccupato per il fatto di vedere che l'economia italiana continua a regredire e auspico che le autorità italiane facciano sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita italiana", ha detto Juncker alla fine dell'incontro a Palazzo Chigi.

Poi afferma: "Tra Italia e Commissione Ue è grande amore, bisogna dirlo a tutti i ministri italiani". Riferimento implicito ai due vicepremier, Di Maio e Salvini, con cui il presidente della Commissione Ue ha avuto scontri aspri nei mesi scorsi. Secca la replica del premier Giuseppe Conte: "Le nostre misure sono espansive e responsabili. Abbiamo parlato del Def. L'impalcatura fiscale non cambia rispetto allo scenario concordato la scorso dicembre. Il rallentamento viene riconosciuto come transitorio dalle regole europee".

Conte ha anche spiegato che "il governo aveva previsto il rallentamento del debito pubblico per questo ha elaborato una manovra che vuole perseguire una politica espansiva, ma responsabile, approvando misure di cui il paese necessitava da troppi anni per ristabilire equità sociale".  E ha detto che "in settimana confidiamo di approvare il decreto crescita con misure in grado dare impulso a crescita e effettiva e potenziale".

Il presidente del Consiglio, con evidente riferimento alla Germania, ha aggiunto: "Con Juncker abbiamo parlato del rallentamento dell'economia mondiale, che l'intera l'Eurozona si trova ad affrontare; un rallentamento economico dovuto alla guerra dei dazi" che ha portato a una "significativa battuta d'arresto per diversi settori dell'industria manufatturiera. Per reagire a questa fase di rallentamento, occorrerebbe che gli Stati membri che hanno maggiore spazio fiscale lo utilizzino". Per il premier italiano, subito dopo, un altro confronto difficile sui temi economici: il faccia a faccia con Gurria, segretario generale dell'Ocse, che ieri ha avuto parole dure sulle misure chiave del governo gialloverde, in particolare per quota 100.

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