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Politica
Governo, l’Italia di Salvini c’è. Ma c’è anche l’"altra Italia"

Di Massimo Falcioni

Il caso Aquarius è un segnale politico significativo a dimostrazione che cambiare linea si può ponendo come priorità gli interessi degli italiani e la dignità dell’Italia. E’ un primo passo di coerenza fra annunci elettorali e decisioni di governo su un tema complesso e a forte rischio qual è quello dei migranti, un esempio da estendere anche su altri nodi che da tempo stringono il Paese. Il messaggio del ministro dell’Interno Salvini (“L’obiettivo è che non ci siano più navi battenti bandiera straniera che portano migranti in Italia”) non alimenta rigurgiti razzisti ma riporta la politica in sintonia con la gente comune e pone l’alt al senso di smarrimento e anche di paura di gran parte degli italiani che fin qui hanno vissuto sulla propria pelle l’emergenza immigrati in una spirale negativa e allarmante. Ecco perchè il 59% degli italiani è d’accordo con il leader della Lega mentre cala il consenso sul governo giallo-verde (dal 40% al 38%) proprio per le titubanze del M5S con una parte dei suoi elettori (ex sinistra). Il vento in poppa ce l’ha Salvini che entra di forza nelle praterie elettorali del M5S e anche di Forza Italia. Così Salvini si caratterizza oggi quale “guida” della politica italiana nonché “capo” del centrodestra con Berlusconi out. Dichiarare Salvini “fascista” ed etichettare la Lega quale partito di “fascisti”, oltre che una stupidaggine, è un errore politico della sinistra radical chic, sconfitta e isolata, priva di identità, progetto politico, leadership. Questa sinistra arrogante e salottiera dimentica persino le parole dell’allora premier Renzi che un anno fa affermava come: “L’Italia non abbia alcun dovere morale di accogliere i migranti”. Di fatto ci si arrampica sugli specchi, non si vuol prendere atto del voto del 4 marzo che ha bocciato e travolto Pd e sinistra e ha premiato M5S e Lega. Ciò è avvenuto non per il destino cinico e baro o per la stoltezza degli italiani ma per la volontà degli elettori di cambiare musica e suonatori. E’ mancata una reale alternativa politica: sia a sinistra (crisi e divisioni del Pd e incapacità dei suoi governi ecc.), sia nel centrodestra (crisi di FI, declino di Berlusconi e del berlusconismo). Addirittura nel Pd e in Forza Italia si puntava a un governo di “larghe intese” con l’abbraccio fra Renzi e Berlusconi. Una catastrofe annunciata per gli errori, l’incoerenza e la perdita di appeal di entrambi gli ex premier. La conclusione, dopo il responso elettorale e le successive giravolte per evitare le elezioni anticipate, non poteva che sfociare nell’inedito esecutivo M5S-Lega. Adesso il governo c’è. Non c’è l’opposizione. Il pallino ce l’ha in mano Salvini che con bastone e carota tiene a bada Di Maio e, fuori, il Cav. Il Governo va ma è sul campo minato. Poggia sulle sabbie mobili e manca di visione strategica. Tocca a Salvini alzare l’asticella nel governo e fare un salto di qualità (anche nella comunicazione) per passare da “capo” della Lega dell’ ex Senatur&C a leader di un partito democratico e strutturato e di una coalizione politica alternativa alla sinistra e alla destra ma anche allo stesso M5S. La situazione non è stabilizzata. C’è un Paese confuso. C’è un elettorato vagante, orfani di sinistra ma soprattutto di “moderati” cui sta sul gozzo il pragmatismo populista (nel senso di parlare alla pancia del popolo) e il sovranismo “de’ Noantri” della Lega e mal sopporta gli ideologismi esasperati e le ammucchiate tenute insieme dalla logica dell’”antipolitica” e della “piazza pulita” del M5S. C’è, mai dimenticarlo, una Chiesa che mugugna, decisa a richiamare le proprie “pecorelle” smarrite. C’è l’Italia di Salvini ma c’è ancheuna ’”Altra Italia” che Salvini deve sapere conquistare con la bontà delle idee e la forza dei fatti. In politica, si sa, la ruota gira.

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