Governo, la "lezione" di democrazia di Berlusconi a Di Maio non è credibile
Governo, Berlusconi dà lezioni di democrazia. Ma non c'è democrazia in Forza Italia
Sarebbe più credibile la "lezione" di democrazia, impartita da Silvio Berlusconi, 81 anni, a Luigi Di Maio, 31 anni, se l'ex CAV. l'avesse consentita nelle sue aziende, nel suo partito, nel Milan, nelle sue TV dove, di recente, sono stati estromessi Belpietro, 60 anni, Giordano, 52 anni, e Del Debbio, 60 anni, ritenuti "troppi populisti".
Nonno Silvio dà a tutti grandi lezioni democrazia, Che, però, non esiste nel suo partito personale, in cui nessuno osa chiedergli : scusi, Sultano di Arcore, dove sono finiti i 9 milioni di elettori, che ci votavano fino al 2011 e adesso non ci votano più ?
In realtà, dopo Craxi (1934-2000) e ben prima di Grillo, 70 anni, e Renzi, 43 anni, il Dottore ha contribuito, anche con le sue emittenti, alla distruzione dei vecchi partiti, con le sezioni, i circoli, le assemblee e alla costruzione di nuovi movimenti, basati, esclusivamente, sul carisma dei leader. A costoro erano, e sono, delegate le decisioni sulle alleanze, sulla linea politica, sulla scelta dei candidati, sulla promozione dei dirigenti, premiati non per i meriti ma per l'obbedienza ai Capi. Dagli accesi, talvolta noiosi, dibattiti Interni si è passati alla ratifica delle determinazioni, imposte dall'alto.
L'auspicio di maggiore democrazia nel M5S è condivisibile. Ma dovrebbe essere seguito dall'autocritica per aver contribuito, accentrando tutti i poteri nella persona del Capo, prima, al disprezzo dei vecchi partiti. E poi alla sfiducia dei cittadini nella politica, alla rinuncia a recarsi nelle "gabine" e alla delega a nuovi movimenti. Dove comandano e decidono in pochi, non eletti, come Casaleggio, 42 anni, e designati, come Di Maio. Mentre la folla, come aveva previsto il sociologo americano David Riesman (1909-2002), conta di meno, partecipa di meno, vota di meno. Ed è sempre più sola...