Governo, la maggioranza degli elettori leghisti: 'No alla crisi e al voto' - Affaritaliani.it

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Governo, la maggioranza degli elettori leghisti: 'No alla crisi e al voto'

Alberto Maggi

Governo, quel sondaggio sul tavolo del ministro dell'Interno. Ecco perché Salvini... Esclusiva Affaritaliani.it

La maggioranza assoluta degli elettori della Lega non vuole la crisi di governo ma chiede a Matteo Salvini di andare avanti con il governo Conte e con l'alleanza con il Movimento 5 Stelle. A chiedere la fine dell'esecutivo con Luigi Di Maio e le elezioni politiche anticipate è una minoranza consistente di elettori del Carroccio che resta pur sempre minoranza. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti parlamentari e governative della Lega, è l'esito di un sondaggio realizzato proprio negli ultimi giorni da un noto istituto demoscopico e arrivato fresco fresco sulla scrivania del ministro dell'Interno.

Non solo. Il motivo per cui il responsabile del Viminale è rimasto in silenzio (fatto anomalo che ha suscitato non pochi interrogativi) per tutta la giornata di sabato e poi anche per quella di domenica fino a sera, quando ha parlato alla festa del Carroccio di Adro (Brescia) minacciando la crisi sull'autonomia regionale, era proprio perché stava attendendo l'esito della ricerca tra i propri elettori. Non a caso, da lunedì - una volta letti i dati del sondaggio - il tono ha iniziato a cambiare e, pur mantenendo alta la tensione soprattutto sulla Tav e sulle infrastrutture con il ministro Danilo Toninelli, non ha più parlato di crisi e di finestra elettorale sempre aperta come invece aveva fatto la scorsa settimana all'apice dello scontro con il presidente del Consiglio, con il vicepremier Luigi Di Maio e con tutto il M5S.

Secondo quanto spiegano le fonti del Carroccio, il no alla crisi e la richiesta di andare avanti con il governo del Cambiamento è abbastanza uniforme da Nord a Sud senza particolari picchi a favore delle elezioni anticipate in Lombardia e in Veneto, dove in teoria dovrebbero esserci i leghisti più furiosi per i dubbi e i rallentamenti sull'autonomia regionale. Il dato si modifica di settimana in settimana, in base agli accadimenti politici e alle dichiarazioni dei leader, ma finora non c'è mai stata una maggioranza pro-crisi. Salvini è sempre molto attento agli umori della base e sa perfettamente che i fischi al M5S, a Di Maio e Conte dei simpatizzanti e dei militanti di Adro domenica sera (che urlavano 'elezioni, elezioni') non corrispondono al sentiment di tutti gli elettori leghisti.

Un conto sono i duri e puri, soprattutto del Nord, e un conto sono gli elettori di una forza politica che ormai guarda agli interessi dell'intera nazione, da Bolzano a Caltanisetta. Le stesse fonti leghisti spiegano come, salvo colpi di scena, si andrà avanti, probabilmente con un rimpasto, ma non pare proprio di essere alla vigilia di una crisi di governo. E anche dai 5 Stelle, fonti vicinissime al vicepremier Di Maio confermano ad Affaritaliani.it la "forte intenzione" di "andare avanti" escludendo ancora una volta in maniera categorica qualsiasi tipo di dialogo con il Partito Democratico.