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Politica
Governo: le idi di ottobre. Chi trama per farlo cadere

In Italia, patria di Machiavelli, il golpe sudamericano è di casa. Ce ne sono stati tanti nella storia patria, a partire da quello del Senato romano contro Cesare, e non staremo certo lì a ricordarli tutti. Giova ricordarne due, quello che defenestrò nel 2011 Silvio Berlusconi dal ruolo di Presidente del Consiglio per far posto ad un Mario Monti, assetato come non pochi di tasse e risparmi, che, dopo la crisi economico- finanziaria del 2011 non fu propriamente la ricetta più azzeccata per rimettere in moto l’economia del nostro Paese, che già non brillava affatto di suo.

L’altro, nel 1998, permise a Massimo D’Alema di raggiungere Palazzo Chigi sostituendo Romano Prodi.

Golpe istituzionali, cioè legali, si intende, ma che comunque hanno rovesciato quanto espresso dagli elettori.

Ho citato Berlusconi perché allora fu vittima mentre ora potrebbe, in un clamoroso ribaltamento dei ruoli, essere il carnefice del governo giallo-verde, partendo proprio da Bruxelles. Antefatto d’obbligo: il centro-destra ha “vinto” le elezioni del marzo 2013 con una maggioranza relativa che non serviva a governare e quindi la Lega, a sua volta partito di maggioranza relativa nel centro-destra, ha fatto un’alleanza programmatica con i Cinque Stelle producendo l’ircocervo giallo-verde.

Naturalmente questo a Berlusconi non è andato affatto bene, visto che è all’opposizione, ma solo a livello nazionale perché a livello locale, a nord, l’alleanza con la Lega invero molto solida e la triade Liguria, Lombardia e Veneto e lì a ricordarlo ogni giorno.

Il piano di B. è ovviamente quello di far cadere il governo e di sostituirsi a Grillo come alleato naturale di Salvini in un governo tecnico per poi andare successivamente al voto.

Ne ha parlato ieri il direttore: https://www.affaritaliani.it/blog/cose-nostre/def-la-posta-in-gioco-il-potere-ossia-chi-comandera-in-italia-in-europa-565231.html

Ma come può farlo?

Semplice, agendo dalle leve di potere di Bruxelles e lì c’è Antonio Tajani che nel ruolo di Presidente del Parlamento Ue può fare molto, per esempio “bocciare” la manovra del governo italiano, considerata anche la collocazione di Forza Italia nel PPE di Angela Merkel, acerrima nemica di Salvini e Di Maio.

Come si vede un complesso gioco ad incastro in cui ogni pezzo di regge sul precedente e se viene giù uno vengono giù tutti.

Ma il piano per buttare giù il governo c’è. Il meccanismo è collaudato, si tratta dello spread (e della declassazione del rating) che schizzerà alle stelle con l’approvazione della manovra economica. A quel punto il Presidente Mattarella farà la chiamata al governo di “salute nazionale”, in genere tecnico, con pezzi di macedonia politica varia, fino alle prossime elezioni.

La presenza in questi giorni a Bruxelles di Roberto Fico, “Cinque Stelle di sinistra” è andata proprio in questa direzione. Il Presidente della Camera che votò, non dimentichiamolo, per Rifondazione Comunista, è ostile a Salvini e vede in Di Maio un forte concorrente interno. Da qui i suoi tentativi di indebolire politicamente il governo giallo-verde. È sul futuro che Fico e Berlusconi, attualmente inediti alleati divergono: B. vuole sostituire i Cinque Stelle, mentre Fico spera ancora in una alleanza tra M5S e Pd, tutto fuorché una alleanza con Salvini. Gli attori, Mattarella, Fico, e Berlusconi tirano ora tutti in una sola direzione: governo tecnico.

Difficile per il governo resistere se le cose precipitassero e il ministro prof. Paolo Savona lo ricorda ogni giorno fissando la ridotta valtellinese a 400 punti di spread. Prima di arrivare a quel punto Salvini potrebbe agire su Savona e Berlusconi/Tajani e Di Maio su Fico. Si aprirebbero fronti interni ai partiti della coalizione, ma si rafforzerebbe il governo nel suo complesso.

 

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