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Politica
Governo Lega-M5S al 60%, ecco perché gli italiani ci credono

Le critiche all’attuale maggioranza non sono pioggia, sono quasi un diluvio, e non solo nazionale. Ma di contro c’è un dato inoppugnabile: il suo consenso non fa che crescere e negarlo sarebbe sciocco. Ormai quella coalizione riscuote l’approvazione all’incirca del 60% degli italiani. Cosa che sarebbe insensato sottovalutare. Bisogna invece capire il fenomeno e cercare di indovinarne le conseguenze.

L’Italia teme di essere invertebrata e sogna sempre soluzioni radicali. Così si è innamorata una prima volta del fascismo e poi, in seguito alla sconfitta, ha soltanto cambiato totalitarismo, ed è divenuta per lunghi decenni più o meno comunista, Democrazia Cristiana inclusa. E, si noti, allora come oggi i due massimi partiti – che allora non osavano allearsi apertamente – avevano insieme larghe percentuali, essendo dunque in grado di commettere i peggiori errori. Cosa di cui non si sono affatto privati, soprattutto in economia.

Sembrava un destino irreversibile ma la longevità permette di veder passare sul fiume il cadavere di nemici che parevano invincibili. E infatti oggi l’Italia non è più innamorata. Non crede più alla sinistra, e getta nella disperazione il PD. Non crede nel liberalismo, e dimentica Berlusconi. Perché quelle ideologie in concreto hanno deluso. Gli altri sono finalmente usciti dalla tremenda crisi cominciata dieci anni fa e noi no. È imperdonabile. E se i rappresentanti di quelle due grandi correnti si sono dimostrati definitivamente incapaci di fronteggiare gli avvenimenti, non rimane che rivolgersi alla concorrenza: “Così non si può andare avanti. Proviamo i pazzi”. Fra l’altro “i pazzi” si sono messi a promettere proprio le cose che tutti desideravano ardentemente. La fine dell’immigrazione alluvionale e incontrollata; la lotta alla disoccupazione e comunque un rimedio ad essa, col reddito di cittadinanza; la possibilità di andare in pensione da giovani, come un tempo; l’ecologismo più sfrenato, con la chiusura dei grandi cantieri e dell’Ilva; perfino un’apertura pressoché incontrollata alle manie popolari, come l’ostilità ai vaccini. Non c’è cosa che il M5S non abbia promesso. Ha fiutato l’aria, ed ogni volta ha gridato nella direzione del vento. E lo ha fatto non solo prima delle elezioni, ma anche nei tre mesi seguenti il voto e perfino dopo che si è costituito il governo. Lo fa temerariamente ancora oggi, a un paio di settimane dai “no” inevitabili del Ministro Tria.

Come mai gli italiani si sono entusiasmati per questo governo del sogno? Perché hanno sperato e sperano che tramuti il sogno in realtà. E poiché Salvini è riuscito a fermare l’immigrazione, come prometteva, è come se i fatti avessero cominciato a dar ragione al loro voto, autorizzando la speranza di veder realizzate anche le altre promesse. Conseguenza: quel sessanta per cento di consensi non ha il significato che sembra abbia.

Gli italiani hanno votato per Lega e Cinque Stelle per avere dei risultati e questo non è il governo del sogno, è quello del pragmatismo. L’inciampo è che, mentre per gli immigranti si trattava  di dire “no” (a costo zero) per le altre riforme si tratta di dire “sì”, trovando i soldi necessari. E proprio i soldi non ci sono. Per realismo gli italiani sono stati disposti a votare per “i pazzi”, perché interessavano soltanto i risultati, e per realismo gli stessi italiani perderanno ogni entusiasmo quando si troveranno a constatare gli inevitabili risultati concreti dell’azione di governo.

Quel giorno, mentre i commentatori equanimi e non faziosi troveranno giustificazioni al governo, avendo sempre saputo che quelle promesse era impossibile mantenerle, il popolo non vorrà sentire ragioni. Ha concesso un larghissimo credito, ed ora aspetta i profitti. Fra l’altro, questo spiega l’atteggiamento di incredibile tolleranza per le gaffe, le contraddizioni, gli errori e tutto il campionario di pericoloso dilettantismo di cui ha dato prova l’esecutivo. Alla gente tutto questo non interessa. I “grillini” potrebbero anche dire che la Luna è quadrata, ma se poi danno il reddito di cittadinanza a tutti (inclusi quelli che hanno un lavoro in nero) saranno portati in palmo di mano. È un realismo tanto cinico da essere allarmante, ma un realismo che potrebbe trasformarsi in una feroce condanna, quando fosse deluso.

Chi promette la guarigione secondo i dettami della medicina, in caso d’insuccesso potrà giustificarsi con la stessa natura probabilistica della scienza medica. Ma se fallisce chi ha promesso la guarigione per magia, non avrà giustificazioni. Il medico è un professionista che stavolta non ce l’ha fatta, il mago è un imbroglione e un truffatore da inseguire coi forconi.

Il consenso di questo governo è tanto forte quanto emotivo; dunque tanto grande quanto aleatorio. E la sua vitalità si vedrà nei prossimi mesi. E comunque, al compimento del primo anno di governo, ne sapremo molto, molto di più.

Gianni Pardo,
giannipardo1@gmail.com

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