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Politica
Governo Lega-M5S, Di Maio e Salvini indicano Giuseppe Conte premier al Colle
Foto LaPresse

Governo Lega-M5S, il giorno della svolta. Il nome del futuro presidente del Consiglio non è stato pronunciato fuori dallo studio del Quirinale, dove i due leader erano stati convocati per un nuovo giro di consultazioni da Sergio Mattarella, né da Luigi Di Maio né da Matteo Salvini. Ma una volta fuori dal Palazzo,

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevera' domani 22 maggio, al Quirinale, alle ore 11.00 il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e alle ore 12.00 il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il comunicato secco del Quirinale cela "molta irritazione" di Mattarella. Lo scenario che si è delineato è proprio quello che il Capo dello Stato non voleva. Di Maio e Salvini hanno fatto il nome appena terminate le consultazioni del prossimo premier e si sono presentati con il programma e la squadra già pronti. Di fatto, in questo modo, il Presidente diventa un mero esecutore, ovvero un notaio, proprio come qualche giorno fa aveva detto di non essere. La convocazione di Fico e della Casellati potrebbe significare tempi lunghi. E c'è chi scommette che sulla squadra ci sarà molto da discutere. Anche perché Conte - è il ragionamento che si fa al Colle - non può essere soltanto un portavoce dei diktat di Di Maio e Salvini.

il capo pentastellato non resiste alla tentazione e afferma: "Conte sarà premier del governo politico", dice lontano dalle telecamere piazzate per la conferenza stampa. E, quasi a prevenire possibili critiche per la scelta che potrebbe sembrare troppo tecnica, precisa: "Sono molto orgoglioso di questo nome perché è la sintesi del movimento cinquestelle. Non vesserà il popolo italiano. Non è stato eletto? Era nella mia squadra, lo hanno votato 11 milioni di italiani".

È stato un giorno decisivo per chiudere il cerchio e dare vita al nuovo governo giallo-verde. "Abbiamo indicato al presidente della Repubblica il nome che secondo noi può portare avanti il contratto di governo. È un momento storico. Ovviamente il nostro obiettivo era ed è migliorare la qualità della vita degli italiani e in questi 80 giorni abbiamo imposto un metodo: prima si discuteva di temi e poi di nomi", si era limitato a dire Di Maio subito dopo il colloquio, insistendo sul fatto che "le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa. Sono orgoglioso di aver portato al governo il nostro programma elettorale, ci sono i 5 stelle, ci sono i nostri 20 punti". Qualora il presidente "dovesse valutare il nome come giusto, il nostro sarà un governo politico, che metterà al centro le questioni politiche", ha chiarito il leader del Movimento. "Sarà un governo magari inaspettato, ma votato - ha aggiunto il leader M5s -. È una grande occasione per l'Italia. Speriamo si possa iniziare questo nuovo percorso per la Repubblica Italiana, adesso nasce la Terza Repubblica". E ha concluso: "All'estero dico: fateci partire, poi criticateci".

Subito dopo il leader M5S è stata la volta di Matteo Salvini: "Noi ci siamo, siamo pronti, abbiamo fatto il nome e indicato la squadra, vogliosi di far crescere l'economia del Paese. Il governo di cui vogliamo far parte vuole aumentare il lavoro - ha detto il leader leghista -. Nessuno ha niente da temere, anzi. Ovviamente vogliamo un governo che metta l'interesse italiano al centro, prima gli italiani, rispettando tutti". Il segretario della Lega ha insistito sul fatto che il governo che nasce "è un governo di speranza. Le nostre politiche saranno diverse da quelle che ci hanno preceduto". E anche lui manda un messaggio fuoriconfine: "Qualcuno all'estero cambi prospettiva. Il nostro sarà un governo di speranza e di futuro, ma non remissivo". Come già prima di lui Di Maio, che ha ripetuto più volte l'aggettivo 'politico' riferito a Conte, anche Savini si affretta a difendere la scelta del candidato: "Tutti i premier sono politici", ha risposto a chi gli chiedeva se Giuseppe Conte fosse un premier tecnico.

Tecnico o politico? Per il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, la scelta fatta dai Salvini e Di Maio mette in luce una realtà diversa: "Benvenuti nella realtà a Di Maio e Salvini. Dopo aver giocato per anni con la propaganda facile attaccando fantomatici 'governi non eletti dal popolo', hanno scoperto ora che tutti i presidenti del Consiglio sono nominati dal presidente della Repubblica, che servono le intese e che i governi devono ottenere la fiducia dal Parlamento. Per anni hanno sparso falsità, ora si accomodano nella realtà. Che almeno questo serva a non fare altri danni verso il Paese raccontando ancora queste bugie".

Sulla stessa linea si pone la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini: "Lega e Movimento 5 stelle, da sempre contro i tecnici al governo e contro i cosiddetti 'premier non eletti dal popolo', hanno indicato per Palazzo Chigi il professor Giuseppe Conte. Illustre accademico, con un curriculum di tutto rispetto e con grandi esperienze, anche a livello internazionale. Persona rispettabilissima, dunque, ma che di politico ha davvero ben poco. Gli elettori gialloverdi o gli italiani conoscono Conte? L'hanno mai visto in faccia? Hai mai udito la sua voce? Lo hanno mai votato? Perché Conte non è stato sottoposto al voto della piattaforma Rousseau o al giudizio dei leghisti nei gazebo?", ha scritto su Facebook, sottolineando di non vedere differenze tra questa nomina e quella di Monti e annunciando che "Forza Italia sarà all'opposizione di questo governo e contrasterà, in Parlamento e nel Paese, un programma che non potrà che far male all'Italia".

Sia Di Maio che Salvini hanno trascorso la mattinata di attesa a Montecitorio. E proprio nel Palazzo si è svolto un incontro che avrebbe potuto cambiare i confini della maggioranza, ma che non ha avuto esito positivo: Matteo Salvini ha visto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, nel tentativo di coinvolgere l'alleato del centrodestra nell'operazione del governo. Ma Meloni non ha ceduto alle lusinghe, valutando come 'tardiva' l'offerta di fare parte del nuovo esecutivo. L'allargamento della maggioranza sarebbe risultata particolarmente utile al Senato, dove la compagine giallo-verde può contare solo su sei voti di margine.

Il nome in pole per la poltrona di premier. Nelle consultazioni al Colle Cinquestelle e Lega hanno portato il nome del  giurista Giuseppe Conte come premier. E, stando a quanto dichiarato da Antonio Placentino, amico del candidato, in diretta a Un Giorno da Pecora, la famiglia di Conte è partita da San Giovanni Rotondo per andare a Roma. "So che sono tutti su Roma. Se sono andati nella Capitale per il giuramento di Giuseppe? Sì, ed è giusto che la famiglia gli stia vicino in questo momento".

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