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Politica
Governo Lega-M5S, Savona all'Economia: Salvini e Di Maio non cedono
Foto LaPresse

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella "irritato" con Matteo Salvini e Luigi Di Maio per le loro incursioni sulla scelta dei nomi dei ministri, dicono le solite veline dal Colle. Secondo quanto riferito "al

Paolo Savona ministro dell'Economia? "E' praticamente fatta. Direi al 100%, ma solo per scaramanzia dico al 90%". E' quanto spiega ad Affaritaliani.it una fonte leghista ai massimi livelli che in queste ore sta conducendo direttamente le trattive per la stesura della lista dei ministri dell'esecutivo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte

Quirinale stanno attendendo i risultati delle consultazioni di Giuseppe Conte dopo l'incontro di ieri" ma, alla domanda se esistano veti presidenziali su alcuni ministri, al Quirinale si risponde che "il tema all'ordine del giorno non è quello di presunti veti ma, al contrario, quello dell'inammissibilità di diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica nell'esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce a tutti due".

A scatenare il nervosismo del Quirinale sarebbe stata la blindatura reiterata che sia Salvini che Di Maio hanno fatto, a partire da ieri sera, sul nome di Paolo Savona indicato a più riprese come prossimo ministro dell'Economia. Un atteggiamento che il presidente interpreta come un'interferenza nelle funzioni che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio.

Sulla scelta dei ministri, la Costituzione prevede suggerimenti condivisi tra presidente del Consiglio e presidente della Repubblica mentre la preoccupazione del Colle è che si stia cercando di limitare l'autonomia del presidente del Consiglio incaricato e, di conseguenza, del presidente della Repubblica nell'esercizio delle loro prerogative. L'articolo 92 della Costituzione, tra le altre cose, recita: "il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". A metà pomeriggio Salvini minimizza il suo pressing: "Ma quali diktat...la nostra è una proposta, non un'imposizione. Non capisco quale sia la motivazione del 'no' a una persona come Savona. Noi andiamo a consigliare, a suggerire e a mettere a disposizione", dice così arrivando alla Camera a piedi.

Ma anche sull'argomento migranti, seppure a distanza, Salvini e Mattarella hanno detto parole molto diverse: "Gli sbarchi sono diminuiti ma non basta: occorre aumentare le espulsioni, troppo poche 7mila in un anno" ha scandito in diretta Fb come in campagna elettorale Matteo Salvini, e ha aggiunto "andando avanti di questo passo ci mettiamo un secolo a mandar via tutti i clandestini attualmente presenti". Il presidente Mattarella ha viceversa insistito che occorre che "la gestione dossier migranti sia responsabile, è un fenomeno di portata storica che va governato da Africa ed Europa insieme, con lungimiranza e spirito di responsabilità e ci ha visto finora in prima linea a sostegno di un approccio volto a sconfiggere le cause profonde di questa tragedia e a tutela della vita e della dignità dei migranti", parlando in occasione del 55/o anniversario dell'Unione Africana.

E anche sui rapporti con la Ue, tema caro al Colle e nonostante i toni distensivi usati ieri da Conte, la Lega non sembra disposta a sconti. "L'Europa consiglia o meglio minaccia parlando di una manovra da 10 miliardi? - ha osservato Salvini - Intendo fare l'opposto di quello che l'Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni".

 

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