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Politica
Governo Lega, "M5S vuole la crisi. Tav pretesto. Conte schierato con Di Maio"
Foto: LaPresse

"Tutto in alto mare. Quelli non si schiodano". Così fonti qualificate della Lega, molto vicine al ministro dell'Interno, raccontano ad Affaritaliani.it la situazione all'indomani dell'ennesima fumata nera a Palazzo Chigi sulla Tav. Ai piani alti del Carroccio prende corpo l'impressione che i 5 Stelle stiano utilizzando la questione della Torino-Lione come "pretesto" per cercare la crisi di governo. "Sono inamovibili, molto strano", fanno sapere dal partito di Matteo Salvini.

Tra i leghisti si fa avanti l'idea che i grillini siano sempre più "insofferenti" dopo le batoste elettorali in Abruzzo e in Sardegna e per aver dovuto incassare una legge, quella sulla legittima difesa (ieri c'è stato il via libera alla Camera e si attende l'ok finale del Senato), che non convince affatto, soprattutto la base. Per non dimenticare l'autonomia regionale a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, un tema sul quale, nonostante i rinvii, prima poi la Lega chiederà di arrivare al dunque e il M5S, che ha la sua roccaforte elettorale al Sud, teme fortemente. Salvini ha ribadito per la millesima volta che il governo "non rischia", ma ha anche sottolineato: "Ho le idee chiare, l'Italia deve viaggiare più in fretta". Tradotto: la Tav va fatta. Sempre in casa Lega, è sempre più forte il convincimento che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "sia schierato nettamente sulle posizioni di Di Maio".

Insomma, altro che arbitro, il premier - almeno sulla Tav - avrebbe scelto nettamente il M5S. Tesi confermata anche dal comunicato di Palazzo Chigi, in particolare quando recita che "sono emerse criticità che impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici". Ultimo punto che sottolineano le fonti leghiste riguarda il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, anche lui presente al vertice notturno a Palazzo Chigi, che ha avuto un duro confronto con Salvini e che nel Carroccio definiscono, in maniera neanche troppo ironica, "talebano".

E su posizioni ancora più rigide di quelle del vicepremier Di Maio. E' del tutto evidente che ci sono ragioni per far comunque andare avanti il governo, prima fra tutte l'atteso via libera definitivo in Parlamento del Decretone, che contiene sia il reddito di cittadinanza sia quota 100, ma questa volta la tensione è davvero alle stelle e la paura crisi non viene più smentita seccamente come accadeva solo qualche settimana fa.

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